L’esposizione Opere 1930-1955, a cura di Walter Guadagnini, presenta 160 immagini provenienti dai Lee Miller Archives permettendo di riscoprire la ricchezza del lavoro della fotografa americana e la sua vita movimentata. Camera – Centro Italiano per la Fotografia.
La cantante lirica Irmgard Seefried canta un'aria da Madame Butterfly tra le rovine del teatro dell'opera. "Dalla periferia di Vienna centinaia di persone malridotte avanzavano faticosamente verso il centro della città. Intere famiglie, bambini, nonne con il fazzoletto in testa, uomini zoppicanti, tutti protesi in avanti sotto il peso colossale di legna da ardere raccolta nei boschi, appoggiavano i loro carichi sui bordi dei muri ma si affrettavano per raggiungere casa prima del calar della notte. [...] Questo è l'unico combustibile che Vienna avrà quest'inverno. [...] Il teatro dell'opera era bruciato dopo i bombardamenti. Le fiamme risucchiavano l'aria dalle scale e dalle sale e ruggivano fuori dal tetto aperto come un camino. La sala e il palcoscenico sono distrutti, il palco reale è stato raso al suolo dalle fiamme, ma la sala di ritrovo dietro di esso è intatta e completamente arredata. Le scale di marmo non sono state danneggiate dal calore. (Testo di Lee Miller. Estratto pubblicato su British Vogue, novembre 1945) © Lee Miller Archives, England 2025. All rights reserved. leemiller.co.uk
Lee Miller è stata una figura poliedrica e rivoluzionaria nel mondo dell’arte e della fotografia; la sua vita, intensa e segnata da esperienze estreme, l’ha portata a essere modella, musa, fotografa di moda, artista surrealista e, soprattutto, una delle prime coraggiose fotoreporter di guerra.
Nata nel 1907 a Poughkeepsie, New York, Lee Miller fu fin da bambina introdotta alla fotografia dal padre, per il quale posò spesso da modella; l’episodio che le cambiò la vita avvenne quando l’editore di Vogue, la salvò dall’essere investita da un’auto. Lee Miller aveva 19 anni e questo incontro la catapultò nel mondo della moda, rendendola una delle modelle più richieste.
Nonostante il successo, Lee Miller non si sentiva appagata dal ruolo di modella e nel 1929 si trasferì a Parigi con l’obiettivo di diventare fotografa; qui conobbe il celebre fotografo Man Ray, diventandone allieva, musa, amante e collaboratrice. È in questo periodo che affinò la sua tecnica e si immerse nel movimento surrealista, stringendo amicizia con artisti del calibro di Pablo Picasso, Max Ernst e Jean Cocteau.
Il ritorno negli Stati Uniti e la guerra
Tornata a New York, aprì un proprio studio fotografico, poi nel 1937 si trasferì a Londra con l’artista e curatore Roland Penrose, che diventerà il suo secondo marito.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale Lee Miller si reinventò come corrispondente di guerra per Vogue, un ruolo inedito per una donna in quel periodo.
Documentò gli orrori del conflitto, dalla battaglia d’Inghilterra alla liberazione di Parigi, fino all’avanzata delle truppe alleate in Germania. Le sue foto dei campi di concentramento di Buchenwald e Dachau, scattate subito dopo la liberazione, sono testimonianze crude e dolorose. L’esperienza della guerra la segnò profondamente, portandola a soffrire di disturbo da stress post-traumatico e a ritirarsi in parte dalla vita pubblica.
Il dopoguerra
Dopo la guerra Lee Miller si stabilì con Penrose nella loro tenuta in Inghilterra, dove continuò a dedicarsi alla fotografia e alla vita domestica, ospitando amici artisti. Morì nel 1977.
Il suo vasto archivio fotografico fu riscoperto e valorizzato postumo dal figlio Antony Penrose, che ne ha curato la biografia, “The Lives of Lee Miller”.
La mostra
Le oltre 160 immagini provenienti dai Lee Miller Archivies, molte delle quali pressoché inedite, offrono una chiave di lettura sia pubblica che intima del suo lavoro e della sua straordinaria personalità.
La mostra di Camera racconta il percorso artistico e professionale dell’autrice ed è accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore e da un programma di iniziative di educazione all’immagine, condivisione e partecipazione rivolte a pubblici diversi per età e formazione.
L’esposizione dà inoltre il via ai festeggiamenti per i 10 anni del Centro che proporrà un programma ampio e articolato dedicato al mondo della fotografia nelle sue infinite sfaccettature.
Dal 1° ottobre 2025 al 1° febbraio 2026, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, 10123 Torino
www.camera.to
La storia d’amore tra Lee Miller e Man Ray
Non fu solo una relazione sentimentale, ma un sodalizio artistico nell’ambito del movimento surrealista e della fotografia del XX secolo. È stata una partnership tanto intensa quanto tormentata, che ha influenzato in modo indelebile il lavoro di entrambi.
Il loro legame iniziò a Parigi nel 1929; Lee Miller, all’epoca celebre modella di Vogue a New York, si era trasferita nella capitale francese con l’intenzione di diventare fotografa e si presentò nello studio di Man Ray, affermando: “Mi chiamo Lee Miller e sono la tua nuova allieva”.
Man Ray, inizialmente scettico, fu conquistato dalla sua determinazione e dal suo talento tanto che Lee Miller divenne non solo la sua assistente, ma anche amante e musa.
La loro relazione fu un vero e proprio laboratorio creativo; insieme esplorarono e perfezionarono la tecnica della solarizzazione che dà alle immagini un aspetto onirico e surreale e Lee Miller fu determinante nel processo; la sua figura era spesso al centro degli scatti.
Insieme crearono ritratti e nudi di straordinaria modernità che univano la sensualità del corpo con l’estetica onirica del Surrealismo.
La loro relazione sentimentale terminò nel 1932, quando Lee Miller, desiderosa di emanciparsi artisticamente e professionalmente, decise di tornare a New York per aprire il suo studio fotografico, Man Ray cadde in una profonda depressione e dedicò a Lee opere cariche di dolore, come la scultura Object to Be Destroyed (in seguito ribattezzata Indestructible Object).
Nonostante la separazione, il loro legame non si spezzò mai. Anni dopo, si ritrovarono e il loro rapporto si trasformò in una amicizia che durò per il resto della loro vita, come testimoniano le foto che li ritraggono insieme negli anni successivi.