Larry Fink (1941-2023) è stato un grande fotografo, apprezzato per le sue indagini in bianconero sulle dinamiche sociali degli Stati Uniti, documentate con uno stile crudo, intimo e inconfondibile. La sua opera, che spazia dalle sfarzose feste dell’alta società di Manhattan ai momenti di vita quotidiana della classe operaia rurale, ha lasciato un’impronta forte nella storia della fotografia documentaria.
La vita
Nato a Brooklyn l’11 marzo 1941 e cresciuto a Long Island in una famiglia di ebrei progressisti e politicamente impegnati, Fink si autodefiniva “un marxista di Long Island”. Questa sua formazione ideologica ha profondamente influenzato il suo sguardo fotografico, sempre attento alle disparità di classe e alle complesse interazioni umane.
La sua educazione artistica fu segnata dall’incontro con la leggendaria fotografa Lisette Model alla New School for Social Research di New York; fu lei a incoraggiare il suo talento e a spingerlo a sviluppare il suo approccio viscerale e diretto.
Il flash come strumento di rivelazione
Lo stile di Larry Fink è immediatamente riconoscibile. Caratterizzato da un uso audace e teatrale del flash, che illumina la scena in modo quasi accecante, e da un bianconero denso di contrasti, il suo lavoro non cerca la perfezione formale, ma la verità emotiva. Il flash, nelle sue mani, non è un semplice strumento tecnico, ma un mezzo per andare oltre la superficialità, per rivelare le tensioni, le goffaggini e l’umanità nascosta nei suoi soggetti.
“Social Graces” e “The Vanities”: l’America a confronto
Due dei suoi lavori più celebri incarnano perfettamente la sua poetica di contrasti. “Social Graces”, pubblicato nel 1984, è un progetto complesso che mette a confronto diretto due mondi apparentemente inconciliabili: l’élite di Manhattan, fotografata durante esclusivi eventi mondani, e la famiglia Sabatine, suoi vicini di casa nella rurale Martins Creek, Pennsylvania, immortalati durante feste di compleanno e altri raduni familiari. Il risultato è una potente riflessione visiva sulle classi sociali, sui rituali e i gesti che definiscono l’appartenenza.
Più tardi, la collaborazione con Vanity Fair lo portò a documentare per un decennio gli sfarzosi party post-Oscar di Hollywood. Queste immagini, raccolte nella serie e nel libro “The Vanities”, mostrano il lato meno patinato della celebrità, cogliendo momenti di stanchezza, di vanità e di ansia dietro la maschera del glamour.
Una carriera tra importanti riconoscimenti e la passione per l’insegnamento
Nel corso della sua lunga carriera, Larry Fink ha ricevuto numerosi e prestigiosi riconoscimenti, tra cui due Guggenheim Fellowship, due National Endowment for the Arts e l’Infinity Award for Lifetime Fine Art Photography dall’International Center for Photography (ICP) nel 2015.
Le sue fotografie sono state esposte nei più importanti musei del mondo, tra cui il Museum of Modern Art (MoMA) e il Whitney Museum of American Art di New York.
Oltre alla sua attività di fotografo, Fink è stato un appassionato insegnante per oltre cinquant’anni. Ha formato generazioni di fotografi in istituzioni come la Yale University School of Art, la Cooper Union e, per quasi trent’anni, al Bard College.
Larry Fink si è spento il 25 novembre 2023, lasciando un corpus di opere in cui continua a sfidare lo spettatore offrendo uno spaccato potente e senza filtri della società americana
La mostra
Organizzata è organizzata da Lucy Sante, curatrice ospite con Amanda Smith, direttrice dell’archivio della MUUS Collection, e Adam Giles Ryan, curatore del CPW.
Questa mostra è resa possibile dalla partnership tra il CPW e la MUUS Collection.
L’esperienza digitale Bloomberg Connects è resa possibile grazie al sostegno di Bloomberg Philanthropies.
CPW, 25 Dederick Street, Kingston, NY 12401
Giovedi-Domenica, 11:00–5:00 PM
Ingresso gratuito
www.cpw.org