Dopo un’indagine durata diversi mesi per il World Press Photo la parternità di The Terror of War, da noi conosciuta come Napalm Girl, non è di Nick Ut. Ma l’Associated Press non è di questo avviso.
A fine gennaio un documentario presentato al Sundance Film Festival, The Stringer, ha messo in discussione la paternità di The Terror of War, attribuendola invece a Nguyen Thành Nghe, un autista vietnamita che lavorava sul campo per la NBC e che avrebbe venduto le sue foto all’AP come freelance: o appunto come “stringer”. La storia è presto detta. La famosissima immagine scattata nel 1973 raffigura Phan Thi Kim Phuc, una bambina di soli 9 anni, che fugge ustionata da un attacco al napalm nel villaggio sudvietnamita di Trảng Bàng assieme ad altri bambini. In quell’occasione la storia ci racconta che fu l’allora 21enne Nick Ut a trovarsi nel posto giusto al momento giusto, un click nella vita di un reporter di guerra che gli valse un Premio Pulitzer ed un World Press Photo nello stesso anno. Ma per la VII Foundation la storia sarebbe molto diversa. In The Stringer, diretto da Bao Nguyen, un gruppo di giornalisti e investigatori sostiene che la fotografia sia in realtà stata scattata da Nguyen Thành Nghe che l’avrebbe stampata e venduta per $ 20 ad Horst Faas, capo dell’agenzia sul campo in quel periodo. A confermarlo sarebbe un’affermazione che proviene da Carl Robinson, un ex photo editor dell’AP di stanza a Saigon, che sostiene che Horst Faas gli ordinò di cambiarne l’attribuzione e di darla a Nick Ut perché all’epoca era l’unico reporter della AP sul campo in quel momento. Robinson, pressato dai sensi di colpa, contattò nel 2010 Gary Knight, co-fondatore della VII Agency e le indagini che si sono susseguite hanno portato al documentario The Stringer.
Il film, realizzato dalla VII Foundation, ha scatenato una lunga inchiesta da parte dell’Associated Press (AP), per la quale Nick Ut lavorava durante la guerra del Vietnam, che si è conclusa in un nulla di fatto: le prove non sarebbero sufficienti per modificare l’attribuzione del famosissimo scatto.
Potete leggere qui tutta l’inchiesta dell’Associated Press.
“L’unico interesse dell’AP nel condurre un’indagine sulla famosa ‘The Terror of War’, comunemente nota come ‘Napalm Girl’, è garantire che la paternità dell’immagine iconica sia registrata in modo equo e accurato. L’AP storicamente non si è mai tirata indietro dall’analizzare il proprio passato, ed è proprio ciò che l’Associated Press ha fatto in questo caso”, si legge nel rapporto.
L’AP ha minuziosamente cercato di ricostruire i fatti di quel giorno pur sapendo che sarebbe stato quasi impossibile, spingendosi anche a delle ricostruzioni 3D. Molto è ruotato attorno alla fotocamera utilizzata: Ut quel giorno aveva due Leica e due Nikon. Di sicuro non è stata usata una Leica, forse una Nikon ma anche qui la certezza è poca – “Era anche probabile, anche se non certo, che l’immagine fosse stata scattata con una macchina fotografica Pentax, sebbene alcune fotocamere Nikon presentassero caratteristiche simili ad alcune fotocamere Pentax della stessa epoca”.
Di diverso piglio è invece il World Press Photo, che quello scatto lo ha premiato nel 1973. Le analisi investigative hanno un “livello di dubbio troppo elevato per poter mantenere l’attribuzione attuale” come ha dichiarato il direttore esecutivo Joumana El Zein Khoury. Il concorso si è basato principalmente su immagini e video dell’epoca e ha stabilito che sulla scena erano presenti ben 16 giornalisti, inclusi fotografi e troupe. Inoltre sono state analizzate le posizioni di Ut e Nghe e sembrerebbe che Nghe fosse più vicino al momento della cattura. Anche la fotocamera utilizzata è stata attenzionata e quella dell’autista vietnamita era proprio una Pentax come si vede anche nelle immagini del documentario. Ma c’è di più: sarebbe emersa la figura di un terzo fotografo, Huynh Cong Phuc, che potrebbe aver contribuito allo scatto o averlo realizzato.
Potete leggere qui tutta l’inchiesta del World Press Photo.
La situazione è quindi in fase di stallo. Nessuno dubita che quella immagine sia di proprietà di Associated Press ma probabilmente non avremo mai la certezza su chi ha davvero premuto l’otturatore.