Un viaggio emozionante nelle opere del maestro della fotografia. La mostra “Steve McCurry. Orizzonti Lontani”, a cura di Biba Giacchetti, è visitabile dal fino al 12 aprile 2026 al Palazzo Pigorini di Parma.

La mostra “Steve McCurry. Orizzonti Lontani” è un viaggio emozionante nelle opere del maestro della fotografia .
Steve McCurry nasce nei sobborghi di Philadelphia, studia cinema e storia alla Pennsylvania State University prima di iniziare una collaborazione con un giornale locale. Due anni dopo compie, come freelance, un viaggio in India che sarà il primo di una lunga serie; con lo zaino per i vestiti e un altro per i rullini, esplora il paese con la sua macchina fotografica.
Dopo molti mesi di viaggio, attraversa il confine con il Pakistan e incontra un gruppo di rifugiati dell’Afghanistan che lo aiutano a entrare clandestinamente nel loro paese proprio quando l’invasione russa chiudeva i confini a tutti i giornalisti occidentali.
Ne riemerge con i vestiti tradizionali afgani e una folta barba dopo aver trascorso molte settimane con i Mujahideen; McCurry sarà il primo in grado di mostrare al mondo le immagini del conflitto afgano. I suoi scatti saranno il volto umano dei titoli dei giornali.

Da allora McCurry ha continuato a scattare fotografie mozzafiato in tutti i continenti; i suoi lavori raccontano di conflitti, di culture in via di estinzione, di tradizioni antiche e di tendenze contemporanee.
Nella sua fotografia l’elemento umano resta centrale e lo dimostra, in tutta la sua potenza, l’immagine più famosa: la “ragazza afgana”.
Steve McCurry è stato insignito di alcuni tra i più importanti premi della fotografia, inclusa la Robert Capa Gold Medal, il premio della National Press Photographers e i quattro World Press Photo. Nel 2019, McCurry è stato inserito nella International Photography Hall of Fame.

Immagini iconiche e un palazzo incantevole
Credevo di avere visto tutto di Steve McCurry e in tutte le forme possibili, ma questa esposizione parmense mi ha lasciato a bocca aperta. Le opere di Steve McCurry, grazie al lavoro svolto da Biba Giacchetti, ARTIKA (produzione), Orion57 e comune di Parma, si lasciano vivere in modo diverso, direi sognante e inedito.

Di primo acchito lo spettatore viene colpito dalle immagini più iconiche che prendono lo stomaco, come quella del bambino peruviano che piange mentre si punta il revolver alla tempia. Oppure il famosissimo ritratto di ragazza afgana (forse la sua foto più conosciuta che a guardarla fa sempre venire la pelle d´oca). Ma, come per incanto, lungo il percorso espositivo, affiorano immagini ricche di afflato umano, opere che accarezzano l´anima e fanno venire voglia di andare alla più vicina agenzia viaggi per volare a esplorare il mondo. Tra queste spiccano certamente la fotografia della mucca di famiglia (in Nepal non le mangiano, le venerano) accovacciata di fianco il suo giovane padrone, mentre dormono beatamente, a fargli da placido cuscino. E i ritratti intimi di madre e figlio ripresi da un finestrino di un taxi.

Sicuramente importante elemento della curatela è il luogo dove sono esposte le opere: gli incantevoli ambienti dai soffitti con intonaci rococò e pareti a colori pastello delle sale del Palazzo Pigorini: un edificio di fine settecento situato nel centro della città definita “l´Atene d´Italia”.
Il mio viaggio con Steve McCurry
La curatrice della mostra è Biba Giacchetti, profonda conoscitrice del lavoro di McCurry:
“Il mio viaggio con Steve inizia 15 anni fa, nella stagione dei monsoni a Angkor Wat, in Cambogia. Un bambinetto lacero e sveglio mi vede sola che fotografo a Ta Prohm e si offre di mostrarmi le inquadrature fatte da un fotografo famoso che ha passato lì tanto tempo. Il fotografo era Steve McCurry, che all’epoca non avevo mai incontrato, ma con cui avrei iniziato da lì a poco la straordinaria avventura umana che ha prodotto queste pagine.
Con Steve abbiamo viaggiato davvero nel corso dei tanti progetti realizzati insieme, ma abbiamo soprattutto sperimentato, con coraggio, forme diverse di presentare il suo immenso lavoro. Le sue immagini e la mia passione hanno coinvolto un girone di architetti, designer, responsabili di musei e art-director. Il viaggio umano e professionale ha portato alla realizzazione di mostre che si sono proposte all’impatto dei visitatori in modo inconsueto, talvolta teatrale. Delle vere installazioni. Ambasciatrice designata è sempre Sharbat Gula, la ormai mitica ragazza afghana di Steve. Ho passato ore nelle sedi delle mostre a Milano, Roma, Perugia, Conegliano incredula della portata del successo, e ho parlato con le persone, con i ragazzi che prendevano appunti, con l’alto dirigente culturale del comune, con gli uscieri, con l’ex ambasciatore, con il grande imprenditore. Tutti, proprio tutti, dicevano la stessa cosa: vogliamo saperne di più, vogliamo capire chi sono le persone di questi ritratti fulminanti, sapere le loro storie, identificare i luoghi, sapere come Steve abbia potuto ottenere certe immagini. Steve scatena passione e curiosità. La verità è che Steve è un fotografo eccelso con la capacità di piacere a tutti. Una pop star. E noi, mi ci metto anch’io, desideriamo immedesimarci. Vogliamo visitare quei posti, oppure sederci in poltrona e viaggiare con lui, conoscere e capire. Steve ama raccontare, che si tratti dei suoi viaggi o dei soggetti delle sue foto. È molto raro che parli di sé. Dei rischi che ha corso, degli incidenti quasi mortali che ha avuto, e soprattutto delle sue emozioni.

Le sue biografie sono un elenco di riconoscimenti, di premi, di mostre, di libri ricchi di testi critici. Con questo catalogo mi proponevo altro. Volevo invitare Steve a raccontare le sue immagini e dedicare ai suoi estimatori un viaggio privato, volevo riuscire a sollevare il velo delle sue emozioni, andare oltre la descrizione. Volevo il racconto. E volevo la sintesi. Ho scelto con Steve le sue immagini preferite. Ne abbiamo parlato a lungo e ho redatto il testo che le accompagna, copia fedele del nostro conversare. E adesso buon viaggio, con Steve vi aspettiamo alle prossime tappe”.

Una mostra che affascina
E’ una mostra che consiglio di vedere perchè parla a noi tutti e delle cose che hanno un vero valore. Forse è meglio dire: “una mostra che vi consiglio di andare a vivere”.
Steve McCurry “Orizzonti lontani”
A cura di Biba Giacchetti
Palazzo Pigorini, Parma
Fino al 12 aprile 2026
Giuseppe Ferraina