Questa misura riconosce all’arte un ruolo strategico non tanto come bene di lusso, ma come elemento fondamentale per la crescita culturale e l’identità del Paese.
Per l’Italia è una decisione importante perchè la precedente situazione con l’IVA al 22% ci penalizzava nei confronti di paesi concorrenti come Francia (IVA al 5,5%) e Germania (IVA al 7%).
La riduzione fiscale si traduce in un costo finale inferiore per chi acquista un’opera d’arte, il che rende l’investimento in arte più accessibile e attraente.
Ora gli operatori si aspettanoun significativo aumento delle vendite di gallerie, antiquari e case d’asta che stimolerà gli scambi e la circolazione delle opere d’arte.
Della riduzione dell’IVA non beneficiano solo i collezionisti, ma l’intero ecosistema dell’arte, inclusi artisti, i restauratori, gli assicuratori e tutti i professionisti che gravitano intorno a questo settore.
È importante notare che per le opere su cui si applica l’IVA ridotta, non sarà più possibile utilizzare il “regime del margine” che calcolava l’IVA solo sul guadagno effettivo. Nonostante ciò, l’impatto complessivo è considerato nettamente positivo per il settore.
In sintesi, la riduzione dell’IVA al 5% sulle opere d’arte è una mossa strategica che mira a rilanciare il mercato dell’arte italiano e a renderlo più competitivo a livello europeo, valorizzando il settore culturale in tutte le sue sfaccettature