Con il ritorno al potere dei talebani nell’agosto 2021, le donne afghane hanno visto la loro situazione peggiorare drasticamente. Il reportage di Sandra Calligaro la mette a fuoco
Sonia Niazaï, conduttrice dell'emittente televisiva privata Tolo News, si aggiusta il velo tra due notiziari. Le donne sono ora obbligate a coprirsi il viso quando escono e quando appaiono sullo schermo. Il governo ha ordinato agli uomini di far rispettare questa regola all'interno delle loro famiglie, pena sanzioni. Kabul, 26 maggio 2022. © Sandra Calligaro
Con il mondo in condizioni ancora peggiori del solito, Visa pour l’Image è oggi più necessario che mai. Ancor più che 37 anni fa, quando abbiamo lanciato questo progetto in cui nessuno credeva. Per molto tempo, la critica principale mossa al festival è stata quella di essere troppo cupo, troppo violento, troppo pessimista. Purtroppo, eravamo solo un po’ troppo avanti rispetto ai nostri tempi. Il mondo sta andando male, ma ora lo dicono tutti . Ovunque. Sempre. Il giornalismo è in prima linea su tutte le cattive notizie che circolano nel pianeta. Alcuni sono tentati di essere allarmisti, di sfruttare le tragedie, diffondere voci e incitare al panico. Noi no. Durante le proiezioni serali a Campo Santo e nelle mostre, continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto: mostrare il meglio del fotogiornalismo. Informazioni sfumate e verificate sul campo, non dai social network; immagini realizzate da esseri umani, non dall’intelligenza artificiale generativa. Dopo quasi quarant’anni di preziosa collaborazione con la città di Perpignan e i nostri altri fedeli partner, insieme al mio team guidato da Delphine Lelu, siamo più determinati che mai a garantire che il festival e il meraviglioso lavoro dei fotografi possano continuare a esistere, evolversi e raggiungere sempre più persone. Non vedo l’ora di annunciare nuovi progetti nei prossimi mesi e anni. Jean-François Leroy
Sandra Calligaro: vincitrice della borsa di studio Françoise Demulder
Afghanistan: In the shadow of the white flags
Da quattro anni i talebani sono tornati al potere in Afghanistan. Dopo vent’anni di democrazia e relativa apertura al mondo le donne sono costrette a rimanere in casa, private dell’istruzione secondaria ed escluse dalla maggior parte dei luoghi di lavoro e di socializzazione.
Tra rassegnazione e resistenza, speranza e disperazione, cercano di strappare qualche momento di libertà, sfidando la legge talebana.
La fotografa francese Sandra Calligaro si è dedicata a lungo a documentare la vita in Afghanistan, concentrandosi in particolare sulle donne e sulle nuove generazioni; il suo lavoro offre una prospettiva approfondita di questa realtà, immagini spesso in contrasto con quelle stereotipate che spesso raggiungono i media occidentali.
Il Lavoro di Sandra Calligaro
Sandra Calligaro ha iniziato a lavorare in Afghanistan nel 2007 e si è concentrata sulla società civile, sulle speranze e sulle difficoltà della popolazione.
Il progetto “Afghan Dream, The NATO Generation”
E’ questo il progetto più noto: si concentra sull’emergere di una nuova classe urbana a Kabul, una generazione cresciuta dopo la caduta dei talebani nel 2001. Attraverso i suoi ritratti, Calligaro mostra giovani donne e uomini che, nonostante l’instabilità, frequentano l’università, usano i social media e sognano una vita moderna, simile a quella dei loro coetanei in occidente.
Il suo obiettivo era documentare una speranza che rischiava di svanire con il ritiro delle truppe NATO.
Il progetto “Afghan Stories: Waiting for Hope”
In questo progetto, la fotografa ha dato voce a donne sfollate, mostrando le loro storie di sofferenza, ma anche la loro resilienza e dignità. Le immagini sono spesso accompagnate da testimonianze dirette che raccontano le difficoltà di una vita segnata dalla guerra e dalla povertà.
La Situazione delle donne in Afghanistan oggi
Dopo il ritorno al potere dei talebani nell’agosto 2021, la situazione per le donne afghane è drasticamente peggiorata. I progressi compiuti nei due decenni precedenti, seppur fragili, sono stati cancellati.
Le donne sono obbligate a indossare il burqa o abiti che coprano completamente il corpo e il volto, e non possono viaggiare su lunghe distanze senza essere accompagnate da un mahram (un parente stretto maschio).
Le ragazze e le donne sono state escluse dall’istruzione secondaria e universitaria. Sono state anche licenziate da molti lavori pubblici e private, e il divieto di lavorare si è esteso anche a molte organizzazioni non governative (ONG), rendendo impossibile per molte donne l’accesso a servizi essenziali.
Le restrizioni e la crisi economica hanno portato a un aumento dei casi di violenza di genere, di matrimoni precoci e forzati, e anche di suicidi tra le donne. La mancanza di un sistema legale funzionante per proteggerle le rende ancora più vulnerabili.
Il lavoro di Sandra Calligaro, con le sue immagini di speranza e desiderio di libertà, acquista oggi un significato ancora più forte e doloroso, ricordando un futuro che per molte donne afghane è stato rubato.
Il lavoro è stato realizzato con il sostegno del Centre national des arts plastiques, e di La Scam “Brouillon d’un rêve” e “La Culture avec la Copie Privée”.
Visa pour l’Image Perpignan 2025
26 mostre, letture portfolio, premio Visa d’or Awards, incontri ed eventi
www.visapourlimage.com