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Fotografia.it

Prime impressioni e primi scatti con la nuova Sony RX100 VI

Nei giorni scorsi vi sarete accorti che sono stati a Venezia, invitato questa volta per poter toccare con mano in anteprima la nuova compatta ad alte prestazioni di Sony, RX100 VI.

Francesco Carlini | 8 Giugno 2018

Come ho scritto proprio qui poco tempo fa non si tratta di un upgrade del modello precedente, ma una vera e propria nuova compatta: il tutto verte sul nuovo obiettivo Zeiss Vario-Tessar T* equivalente ad un 24-200mm che trasforma una macchina tuttofare in una vera e propria superzoom. La cosa più impressionante è che tutto questo è stato rinchiuso nella stessa “gabbia” di sempre; il corpo non ha subito variazioni, le dimensioni sono identiche a quelle dei modelli precedenti, anzi..è più sottile di circa 1 millimetro – ma ricordiamo che sulla gamma RX100 fino ad RX100 V si trovava uno zoom equivalente ad un 24-70mm.

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Ma come si è giunti a questo punto? Molto semplice, guardando il mercato. Facciamo più di un passo indietro: a conti fatti, dal 2011 in poi la domanda e il posizionamento delle fotocamere compatte di fascia premium è sempre stato incrementale, forte anche del fatto che le compatte “basic” come le intendevamo una decina di anni fa sono state fagocitate dal settore smartphone. In questo segmento Sony ci piazza le gamme RX1, RX100 ed RX10..anche se quest’ultima non è propriamente una compatta ma più che altro una bridge. Questa comparazione fatta tenendo conto di tutti i vari produttori, quindi la concorrenza; dal canto suo però Sony detiene una fetta maggioritaria di questo mercato, quantificabile in una fascia che va dal 35% al 40%. A questo punto si devono guardare i numeri: il comparto “premium”, nello stesso periodo sopra menzionato, è passato dal 5% al 30%, il “travel” si è andato sensibilmente a restringere così come l’”entry”e il “bridge” è rimasto pressoché stabile sul 20%. A conti fatti quindi, escludendo il settore “entry”, l’unione delle tre macroaree fa il 75% circa della domanda (fonte: GFK).

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Se, visti anche i recenti modelli RX10, releghiamo le bridge a focali che si spingono fino ai 600mm, logico pensare che le premium e le travel compact possano però essere riunite in un solo prodotto..anche perché una travel non deve per forza lesinare sulla qualità. E il mercato (inteso come utente finale) lo sa. In un recente sondaggio fatto dall’azienda sulla gamma RX100 si è chiesto quali fossero le aspettative circa un possibile nuovo modello: più del 50% degli interessati ha puntato il dito sulla vita della batteria considerata troppo risicata sui modelli precedenti ma la cosa più interessante è stato quel 35% che avrebbe preferito una maggiore escursione dello zoom.

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Personalmente sono sempre stato soddisfatto dai modelli di questa gamma, ma se avessi potuto partecipare alla ricerca di mercato avrei sicuramente risposto nello stesso modo. Il 24-70mm è sicuramente un obiettivo tuttofare e non comporta un degradamento dell’immagine significativo a tutta escursione, anzi è una comoda focale che preserva la qualità dello scatto..ma è anche vero che una macchina dagli ingombri così minimi, e che solitamente si porta in viaggio, avrebbe meritato uno zoom più lungo per poter essere utilizzata nelle più varie situazioni. Queste considerazioni le avevo fatte anche durante il lancio della RX100 V nel 2016, quando avevo inserito tra le “pecche” la ridotta focale e la mancanza di un display touch..

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E proprio per rispondere alla domanda del pubblico che quindi è stata presentata la nuova Sony RX100 VI, compatta che mantiene le stesse dimensioni delle precedenti ma che al suo interno cela uno zoom importante che si spinge a 200mm e che, appunto, la trasforma in una travel premium. A questo punto la domanda è: ma la qualità? Con un’escursione simile, e con un sensore molto tirato ma pur sempre da 1”, è logico pensare che la macchina soffra a tutta escursione. Per sopperire a ciò il lavoro ingegneristico è stato importante e si è pervenuti ad una soluzione attraverso due vie: la prima, l’aggiornato processore LSI che aiuta ad analizzare il file immagine cercando di fargli perdere meno dettagli possibili; la seconda, la costruzione interna dello zoom. Il nuovo Vario-Tessar T* dispone infatti di uno schema ottico composto da 15 elementi suddivisi in 12 gruppi, con 8 lenti asferiche, 4 lenti AA per minimizzare l’aberrazione cromatica e ben 2 nuove lenti ED che svolgono lo stesso lavoro alla focale di 200mm. Unico compromesso la luminosità: su RX100 V l’obiettivo 24-70mm era f/1.8-2.8 mentre su questa RX100 VI è f/2.8-4. La prima impressione è che il compromesso sia stato raggiunto. Nella foto qui sotto per esempio si può notare come lo stesso scatto fatto a 24mm e a 200mm non presenti particolari difetti, il contrasto non è eccessivo e il dettaglio non risente della minima sbavatura.

1/400s - f/4 - ISO 100 - 24mm

1/400s – f/4 – ISO 100 – 24mm

1/320s - f/4 - ISO 320 - 200mm

1/320s – f/4 – ISO 320 – 200mm

Non solo però. Anche in un contesto più da ritratto, la focale da 200mm risulta utile per non essere invasivi sul soggetto (come con il 70mm) ma soprattutto non presenta alcun tipo di aberrazione o distorsione. Anche lo sfocato ad f/4 è molto piacevole..chiaro, non avremo mai una vera e propria profondità di campo, ma ricordiamoci che siamo di fronte ad un sensore da 1” per cui non possiamo chiedere troppo. In aiuto in questo tipo di fotografia viene anche la nuova funzione Eye AF, davvero molto precisa: è selezionabile sia in AF-S che in AF-C solamente tenendo premuto il pulsante posto al centro della ghiera posteriore; una volta rilasciato si tornerà alla modalità AF impostata in origine sia essa Ampia o Zona o Multipla o Singola.

1/500s - f/4 - ISO 100

1/500s – f/4 – ISO 100

1/400s - f/4 - ISO 100 - 200mm

1/400s – f/4 – ISO 100 – 200mm

crop su Eye AF

crop su Eye AF

I 24 fps da soli non sono una vera e propria novità, già RX100 V – che ho provato in anteprima ad ottobre 2016 – aveva questa capacità di raffica; la novità è tutta nella velocità dell’autofocus che arriva a soli 0.03 secondi dichiarati (su RX100V erano “solo” 0.05 secondi) rendendola, oltre che velocissima, equiparabile ad RX10 IV in quanto a velocità. Come sul modello precedente poi il PDAF è su 315 punti e copre il 65% del sensore, ma la capacità di buffer è ora passata dalle 150 alle 233 immagini. L’AF è quindi sempre molto preciso e il processore LSI lo aiuta ancora di più. A discapito della bassa qualità della gif qui sotto, le 32 immagini da cui è composta sono tutte a fuoco e dettagliate..ma dovete fidarvi.

Il feeling in mano è sempre lo stesso, molto piacevole anche se, su un modello così contenuto, una piccola impugnatura (o uno “scalino”) non avrebbe sfigurato.

1/250s - f/4 - ISO 100

1/250s – f/4 – ISO 100

1/1000s - f/4 - ISO 100

1/1000s – f/4 – ISO 100

1/1000s - f/4 - ISO 100

1/1000s – f/4 – ISO 100

Come dicevo nel 2016 una delle pecche del modello era la mancanza del touch screen. Problema risolto: su RX100 VI è stato implementato e la cosa è piacevole soprattutto in ambito video. Il mirino a scomparsa è sempre presente, minuscolo ma effettivamente ben fatto e subito utilizzabile: su RX100 V infatti una volta estratto (attraverso la pressione sul pulsante posto a lato sulla scocca) andava ulteriormente tirato fuori con le dita per avere il giusto tiraggio e messa a fuoco, cosa non più necessaria. Per me che, ahimè, porto gli occhiali è effettivamente troppo piccolo e di difficile utilizzo..ma è una questione puramente personale dato che è un Oled XGA da 2.359.000 punti (e dato che soffro il mirino in molteplici modelli anche di fascia alta), in molti lo troveranno davvero utile soprattutto nelle giornate soleggiate quando il display posteriore non permette una buona visione dell’inquadratura..display che è ora ruotabile in più posizioni, anche di 45° verso il basso, per far felici tutti coloro che quando si siedono a tavola vogliono fotografare quello che mangiano senza doversi alzare dalla sedia. Tra le novità anche una batteria che dovrebbe permettere una maggiore durata; alla prova dei fatti dopo meno di 200 scatti avevo perso circa il 25-30% della carica, tutto sommato una percentuale accettabile e che, almeno sulla carta, potrebbe garantire un’autonomia di una giornata piena. Sempre che non si abbia intenzione di utilizzare la modalità video troppo a lungo, vero tallone d’achille sui modelli precedenti.

1/125s - f/3.2 - ISO 100

1/125s – f/3.2 – ISO 100

1/160s - f/4 - ISO 200

1/160s – f/4 – ISO 200

1/125s - f/4 - ISO 100

1/125s – f/4 – ISO 100

RX100 VI risponde quindi a tutti coloro (ed effettivamente erano in molti) che lamentavano un certo immobilismo di Sony riguardo a questa serie aggiungendo novità dove servivano davvero: un nuovo obiettivo più lungo e versatile che la trasforma in una macchina perfetta per viaggi, ritratti e scene in movimento, un display touch e una maggior durata della batteria, senza contare le sempreverdi connessioni Wi-Fi con NFC. Non solo: parlando tra di noi (quindi con gli altri giornalisti presenti alla presentazione) RX100 VI diventa un prodotto ideale anche per gli “addetti ai lavori”, per chi deve documentare redazionalmente eventi e deve fornire immagini qualitative in tempi molto stretti.

Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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