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Fujifilm X-Half

Fujifilm X-Half: una via di mezzo più che un mezzo formato

Fujifilm X-Half non è solo in grado di unire i frame ma anche di dividere il pubblico come mai prima d’ora: non è nata per mettere tutti d’accordo.

Francesco Carlini | 6 Giugno 2025

Fujifilm presenta nuovamente un progetto fuori dagli schemi: dopo GFX100RF ecco che fa la sua comparsa anche X-Half, due concezioni di fotocamera uno agli antipodi dell’altro. Ma questa volta, come mai accaduto in passato, il pubblico si è equamente diviso in due tronconi: da una parte chi l’ha subito eletta “idea dell’anno”, dall’altra chi invece l’ha vista come un prodotto poco significativo e decisamente troppo costoso. Ma come sempre gli estremismi non sono mai portatori di verità assoluta.

Quello che X-Half vuole richiamare, portandole nell’era digitale, sono le mezzo formato analogiche, macchine che hanno contribuito in maniera sostanziale alla popolarità della fotografia: permettevano infatti di impressionare con due pose verticali un singolo frame 24×36, raddoppiando così la longevità del rullino (che da 24 pose passava a 48 e da 36 pose a 72) e facendo anche salvo il portafoglio. Ed è per questo motivo che gli ingegneri hanno pensato di girare il sensore al suo interno in posizione verticale. In realtà però non si sono limitati a questo. Hanno creato un corpo macchina “senza troppe pretese” che rimanda alla basica costruzione delle compatte di un tempo, senza materiali ricercati o funzioni da prima della classe come siamo soliti vedere oggi. Non è una fotocamera premium, non è un progetto che si basa su un foglio di specifiche tecniche..anzi, tutto il contrario. X-Half, o X-HF1 che dir si voglia, è una macchina volutamente imperfetta e proprio per questo è in grado di riprodurre fedelmente sensazioni provate tanto tempo fa.

Bisogna quindi dare l’onore delle armi a Fujifilm per essere andata controtendenza, cosa insolita in epoca moderna. Purtroppo però non è tutto perfetto. In linea teorica in questo progetto vintage sono state fatte alcune scelte “moderne” difficilmente comprensibili viste le intenzioni di partenza. Ma la discriminante maggiore, inutile girarci attorno, rimane indiscutibilmente l’elevato prezzo di listino.

Fujifilm X-Half: specifiche, design e app

Come anticipato X-Half non è la classica fotocamera compatta con specifiche semiprofessionali, anzi è tutto il contrario. Il cuore di questo modello, sicuramente la sua caratteristica di punta, è un sensore BSI-CMOS da 1″ e 18 Mpxl posizionato verticalmente: è una classica superficie a matrice di Bayer, un X-Trans sarebbe stato pressoché inutile visto che ogni immagine è filtrata dalle Film Simulation. La superficie è quindi un classico 2:3 ma il formato scattato è un 3:4, va da sé che in foto la risoluzione massima è 3648 x 4864 pixel mentre in video è di 1080 x 1440 pixel 24p, una via di mezzo tra l’HD ed il Full HD. Il sistema AF si basa unicamente su 9 punti a rilevamento di contrasto con rilevamento del volto. L’obiettivo a focale fissa è equivalente ad un 32mm F2.8 anche se in realtà sarebbe un 28mm circa senza il “crop” dato dal formato.

Anche il design è volutamente semplice: interamente in plastica, ottica compresa, in un peso di circa 240 grammi. I comandi sono ridotti al minimo, questo per avvantaggiare la UI che passa obbligatoriamente attraverso i due display posteriori verticali, entrambi touch. Il primo da 2.4″ e 920 mila punti funge da Live View e per accedere al menù fotocamera che si rivela facendo swipe con il dito verso destra, verso sinistra e verso il basso: in poche parole, ha una UI simile a quella di uno smartphone. Il secondo, oblungo e stretto, permette invece di navigare tra le voci di menù e, quando si è in modalità foto o video, mostra la Film Simulation utilizzata: una sorta di trasposizione digitale della finestrella che si utilizzava sulle 35mm per inserire il talloncino della pellicola. Per questo motivo sul retro della fotocamera non compaiono una ghiera funzioni e un joystick, solo due pulsanti: il primo lo switch Still/Movie, il secondo Play per accedere alla galleria. Sulla calotta una ghiera per la staratura dell’esposimetro, con incastonato il pulsante di scatto e coassiali lo switch ON/OFF con la leva di avanzamento e una slitta porta accessori senza contatti; sul fondello lo sportellino che dà accesso a batteria e scheda SD. Infine sul lato sinistro un pulsante per accendere il Led ed un unico connettore USB-C che serve per ricaricare la macchina e per collegare delle cuffie.

Assieme ad X-Half Fujifilm ha anche rilasciato l’omonima app per iOS e Android. È fatta decisamente molto bene ed è fulminea sia in accoppiamento che in download con il plus che, una volta scaricate immagini e video, questi non rimaranno solo lì ma verranno anche salvati automaticamente in una cartella della galleria dello smartphone..quindi si elimina il doppio passaggio. Tramite app si potranno rivedere le immagini, montare i file in modalità 2-in-1 per creare dittici, regolare colore e dimensione delle cornici, condividere direttamente sui social media, stampare su instax Link e, soprattutto, sviluppare il rullino digitale della modalità Film Camera.

Fujifilm X-Half: prova sul campo

Ho trascorso circa una settimana con questa leggerissima compatta e non posso negare il divertimento “nostalgico” che regala. Di sicuro le sensazioni di una classica mezzo formato ci sono sia guardando nel mirino, che ha due bande che impediscono la visione periferica, sia grazie alla modalità 2-in-1 che monta automaticamente due file verticali nello stesso frame orizzontale. Sull’orientamento del sensore ho invece sensazioni discordanti: pur capendo che ha assolutamente senso posizionarlo in questo modo per non sconfessare l’idea di half frame, continuo a credere che questo risultato potesse essere raggiunto anche solo tramite software non essendoci gli obblighi di formato della pellicola con un file digitale. È una macchina estremamente basilare e semplice da utilizzare e proprio qui sta la sua bellezza; ci sono sì modalità di scatto manuali e con priorità di tempi e apertura ma non mi vergogno di dire che io l’ho utilizzata solo in Program Auto perché credo sia l’unico modo giusto se si vuole massimizzarne l’esperienza. Il piccolo display posteriore non è infatti reattivo come quello di uno smartphone ed è frustrante dover andare a modificare i parametri perché non sempre al tocco del dito corrisponde un’azione; non avendo poi alcuna ghiera per poter velocizzare le operazioni, perdere uno scatto è davvero molto facile.

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Dati di scatto: 1/340s – F4.5 – ISO 200 – Velvia

Fondamentalmente questa piccola compatta si può utilizzare in due modi: quello comune da punta e scatta ed in modalità Film Camera. In entrambi i casi se ne apprezzano la leggerezza e la portabilità, tanto che sta facilmente in una tasca e si riesce ad utilizzare in praticamente qualunque contesto senza dare troppo nell’occhio. Io me la sono portata anche allo stadio, praticamente è come non averla. Delle 13 Film Simulation presenti ne ho sfruttate pienamente solo tre, le mie preferite: Velvia, Classic Chrome e Acros, sempre tutto in automatico. L’accensione non è fulminea ma consuma pochissimo, quindi la si può tenere anche sempre accesa per lunghi periodi senza grossi patemi, pronta all’uso. Dato il corpo davvero piccolo guardare nel mirino può portare a qualche errore di composizione se non si è perfettamente centrati per cui molto spesso gli ho preferito il display con Live View. Oltre alla simulazione pellicola si può anche decidere il livello di grana che si vuole dare al file: assente, media e forte.

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Dati di scatto: 1/320s – F4.5 – ISO 200 – Velvia

X-Half richiama le mezzo formato anche in operatività, va da sé che per fare una foto orizzontale è necessario girare la macchina..in verticale; in ogni caso però, se si vuole condividere uno scatto in questo modo, bisogna necessariamente passare dalla galleria dello smartphone per poterlo girare dato che sia in camera che nell’app l’immagine sarà sempre proposta in verticale. Lato software questa idea è molto coerente con gli intenti della macchina ma avrei preferito fosse appannaggio solo delle modalità Film Camera e 2-in-1. Al dittico si accede attraverso la leva di avanzamento sulla calotta: se non si tocca la macchina funzionerà normalmente ma basterà azionarla tra uno scatto e l’altro per far sì che entri in modalità 2-in-1. A questo punto il software monterà del due immagini verticali in un unico frame orizzontale. All’utente rimane solo scegliere le dimensioni ed il colore del separatore inserito.

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Dati di scatto: 1/125s – F2.8 – ISO 800 – Velvia (2-in-1)

Ma il vero potenziale della macchina si sblocca in Film Camera perché la trasforma in una vera fotocamera a pellicola..anche se digitale. Una volta entrati in questa modalità si potranno scegliere solo la simulazione pellicola preferita, che non si potrà più cambiare fino alla fine del “rullino virtuale” perché ovviamente vorrebbe dire perdere ogni scatto rimanente, il bilanciamento del bianco ed il numero degli scatti possibili: 36, 54 o 72. Da questo momento il display posteriore principale diventa un comune contascatti e mostra quelli eseguiti e quelli rimanenti, oltre che la possibilità di passare da messa a fuoco automatica a manuale e di inserire lo stamp della data sulla foto. Per passare da una posa all’altra si usa la leva di avanzamento. Per uscire da Film Camera i modi sono due: o si finisce il rullino oppure si tocca due volte il piccolo display laterale che indica la Film Simulation e se ne conferma l’uscita. Le immagini non saranno disponibili in camera o visibili a display ma solo tramite l’app, dove per rivelarle verrà eseguito una sorta di “processo di sviluppo” della durata di pochi secondi. A quel punto saranno organizzate in un provino e pronte per essere condivise..o meglio ancora stampate da una instax Link. Con questa modalità l’esperienza analogica è quasi totale, davvero non manca nulla: dallo scatto, allo sviluppo, alla stampa. Se devo essere sincero quello che X-Half mi ha trasmesso sono soprattutto le emozioni di una punta e scatta analogica, ricaricabile o usa e getta, più che quelle di una mezzo formato..in questo, è davvero imbattibile.

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Dati di scatto: 1/125s – F6.3 – ISO 1000 – Acros (Film Camera)

Ma questa esperienza poteva essere ancora più completa se Fujifilm fosse stata più conservatrice. Per cercare di abbracciare un pubblico maggiore in questa piccola compatta dal sapore vintage è stata fatta una scelta incomprensibile: la modalità video (ovviamente verticale), il primo errore. Come fosse il cavallo di Troia, entra nel progetto e porta scompiglio. Dati alla mano, dato il formato 3:4 prescelto per l’inquadratura, non è un vero 1080 x 1920 ma un 1080 x 1440 per giunta a 24p: una via di mezzo tra HD e Full HD insomma. Ciò lo porta ad essere poco utilizzabile ma soprattutto non in linea con le richieste del target individuato: se è vero che le immagini “imperfette” e “vintage” sono molto ricercate al giorno d’oggi, ciò non si può dire anche per il video..a meno che non sia una simulazione di un Super 8 probabilmente. Ed arriviamo al secondo errore. Per poterlo supportare Fujifilm ha scelto di dotare X-Half di un illuminatore Led, necessario per illuminare la scena durante le riprese..ma totalmente inutile se invece lo vogliamo utilizzare in foto dato che non congela i soggetti ma fornisce solo una leggera schiarita che comunque non basta in situazioni di scarsa illuminazione. Su macchina come questa, che fa l’eco alle compatte analogiche, era un obbligo morale, oltre che ingegneristico, non solo escludere il video ma mettere un vero e proprio flash anche perché tutte le fotocamere di questo tipo, analogiche o digitali, ne hanno uno. Persino le instax.

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Dati di scatto: 1/250s – F3.5 – ISO 200 – Velvia

Ma a tutto poteva esserci un rimedio, ad esempio si poteva inserire nella confezione un piccolo flash esterno: un’appendice in più da portarsi in giro, per cui in fin dei conti scomodo, ma pur sempre una soluzione. Ma eccoci al terzo errore: la mancanza di contatti sulla slitta. Che senso ha? L’unico accessorio possibile e utile per questa piccola compatta non può quindi essere utilizzato..altre possibilità non ne vedo, non è certo un modello che ha bisogno di altro se non di un flash.

Fujifilm X-Half: conclusioni

Fujifilm ha individuato un target di riferimento: appassionati e creator che vogliono passare dallo smartphone e che condividono principalmente su piattaforme social come Instagram e TikTok. Passi per il formato 3:4, ora accettato anche da Instagram con il nuovo aggiornamento, ma chi fa questo mestiere e si appoggia solo alle immagini ha bisogno di un video di qualità e di un prodotto flessibile, non solo vintage. A loro, consigliare X-Half risulta davvero difficile: per circa € 70 in più la stessa Fujifilm ha creato X-M5, una fotocamera completa con un sensore più grande, incomparabile per qualità foto e video, con un processore con AI, un sistema AF ibrido da oltre 700 punti con rilevamento dei soggetti, un display estraibile ed orientabile ed un sistema di ottiche a supporto. Credo invece che il target più adatto sia quello dei “pigri” (passatemi il termine) ovvero tutti coloro che vogliono le “vibe” dell’analogico ma in digitale, che non vogliono spendere soldi in rullini e sviluppo nonché tempo e conoscenze per imparare a digitalizzare un negativo in positivo per la scansione. Un pubblico enorme che vuole divertirsi fotografando amici e feste. Anche a loro X-Half è però difficile da consigliare: per 1/5 circa si trovano ancora macchine come CyberShot, Coolpix e Ixus (modelli con sensori CCD e ottiche imperfette che regalano risultati vintage..per giunta dotate tutte di flash) oppure compatte digitali senza display posteriore che “sviluppano” tramite app e che costano addirittura ancora meno.

X-Half è una macchina che si dovrebbe usare per metà delle sue funzioni: solo in foto, solo in Film Camera e solo in automatico. Tutto il resto si potrebbe comodamente non considerare: la filosofia è settare meno, pensare meno, creare di più. In tal senso trovo giustissime le scelte di non dotarla di un file Raw ma di un Jpeg sempre e solo filtrato dalle Film Simulation, dà le stesse sensazioni di scattare con una pellicola. Per questo motivo più che ad una mezzo formato mi piace paragonarla ad una compatta analogica usa e getta o ricaricabile. Il problema però è uno solo: il prezzo.


In questa gallery tutte le immagini scattate con Fujifilm X-Half


Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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