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Fotografia.it
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Dati di scatto: 1/5000s - F2 - ISO 400

Sigma BF, meravigliosa creatura

Beautiful Foolishness, questo significa BF. Bella pazzia quella di pensare che una fotocamera possa essere realizzata con la stessa cura e passione di un abito confezionato su misura. Ma su misura per chi? Per chi è alla ricerca di un qualcosa di completamente diverso.

Francesco Carlini | 4 Luglio 2025

“E ora qualcosa di completamente diverso” è la frase con cui John Cleese annunciava ogni nuovo sketch della show britannico “Monty Python’s Flying Circus”, una piegatura grottesca che è diventata il titolo dell’omonimo film degli anni ’70 con cui i Phyton si sono introdotti nel mercato USA. Ma qui il grottesco, inteso come strano, bizzarro e ridicolo, lascia spazio al suo esatto contrario: armonioso, aggraziato, ben fatto. Perché è proprio così che dobbiamo guardare a Sigma BF, un modello completamente diverso.



Sigma BF fa del design, nel suo significato più puro, il suo centro gravitazionale: gli ingegneri non hanno progettato un corpo macchina valorizzandone unicamente il suo aspetto estetico, ma hanno puntato sull’esperienza utente valorizzandone anche quello funzionale. D’altronde uno dei ruoli del design è proprio questo: rispondere ai bisogni, risolvere problemi, proporre soluzioni esplorando nuove possibilità per migliorare la qualità della vita degli esseri umani. Una fotocamera che potrebbe sembrare il risultato di una collaborazione tra Jonathan Ive e Franz von Holzhausen ma che in realtà è stata concepita e sviluppata interamente ad Aizu, nella prefettura di Fukushima, in Giappone.

BF sta per Beautiful Foolishness ed è una citazione di un testo molto antico chiamato “Il libro del the” in cui Okakura Tenshin descrive la vita quotidiana come piena di gioia e momenti di relax, quando si lasciano andare i momenti negativi e di difficoltà per assaporare la semplicità di ciò che rimane: “Godiamoci il tempo e la beautiful foolishness con una tazza di the”. Bella pazzia quella di progettare una fotocamera in totale controtendenza rispetto a quello che siamo soliti vedere oggi. Bella pazzia quella di puntare più sulla semplicità d’uso che sulla complessità delle funzioni. Bella pazzia quella di pensare che una fotocamera possa essere realizzata con la stessa cura e passione di un abito confezionato su misura. Ma Sigma non è nuova a queste pazzie, è sempre stata un’azienda capace di pensare fuori dagli schemi..penso se le ricorderanno tutti le serie DP Merrill, DP Quattro, SD ed FP, non c’è molto da aggiungere. Modelli mai banali, con un design votato alla funzionalità. Ma se per alcuni di quei modelli si parlava più che altro al professionista con BF si sussurra a chi brama ad un prodotto per l’uso quotidiano, a chi ama il bello e semplice, a chi è alla ricerca di un prodotto unico nel suo genere.

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Il logo Sigma è inciso sul retro della calotta

“Perché?” La domanda più corretta da porsi dovrebbe essere “Perché no?” BF è un’idea diventata realtà, audace come il suo CEO Kazuto Yamaki. Non vuole scompigliare il mercato in termini di volume di vendite, il processo che porta alla realizzazione di un singolo modello è molto lungo e laborioso e di conseguenza i pezzi prodotti giornalmente sono pochi. Vuole invece essere qualcosa di impossibile da dimenticare, qualcosa che ti rimanga dentro, qualcosa che ti faccia scoprire quanto di bello c’è nell’uscire dalla strada tracciata da altri.

Sigma BF: specifiche e design

Sigma BF ha delle specifiche minimaliste quanto il suo design. Il sensore è un BSI-CMOS Full Frame da 24 Mpxl con una gamma dinamica di 14 stop, range ISO da 100-102400 in grado di registrare filmati fino al 6K/30p (6016 x 3384 pixel) e 4K 24/25/30p (3840 x 2160 pixel) con profilo L-Log ed in Full HD a 120 fps. La raffica si ferma agli 8 fps e non ha otturatore meccanico. Il sistema AF, che tecnicamente si dovrebbe basare su 779 punti, è a rilevamento di fase e contrasto con riconoscimento sempre attivo di umani e animali a partire dal rilevamento dell’occhio; le opzioni possibili qui sono unicamente due: full area o punto singolo.

Ovviamente, tutto ruota attorno al design. BF è unica nel suo genere e ne vengono prodotte solamente 9 unità al giorno: il corpo è ricavato da un singolo blocco di alluminio attraverso un processo di intaglio e lavorazione della durata di circa 7 ore. Successivamente la componentistica è, letteralmente, infilata al suo interno un pezzo alla volta. La scocca presenta un mix di angoli smussati (esterni) ed affilati (interni) e prevede un unico componente esterno e removibile: la batteria stick, sviluppata appositamente per questo modello, con una risicata autonomia di 260 scatti. Non esiste neanche uno slot SD al quale è stata preferita un’archiviazione interna di 230 GB che garantisce supporto per circa 14000 Jpeg o 4500 DNG. Sui lati praticamente nulla: a sinistra una porta USB 3.2 Gen 2 (10 GBit/sec) che funge da ricarica, uscita cuffie, uscita microfono e da trasferimento file (BF è riconosciuta sia da PC che da smartphone come memoria di massa), a destra un occhiello per collegare uno strap, sul fondello la filettatura per un treppiede ed il tasto di rilascio della batteria, sulla calotta il pulsante di scatto e due piccoli fori per la registrazione audio.

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La zigrinatura frontale

Anche i comandi sono essenziali. Sulla calotta il pulsante di scatto e sul retro quattro tasti ed una ghiera di controllo. Dal basso verso l’alto, vediamoli uno ad uno. Il primo è il tasto ON/OFF: premuto a fondo accende e spegne la fotocamera, con una leggera pressione la manda invece in ibernazione. Qui troviamo subito la “prima chicca”, quella che fa capire l’attenzione maniacale con cui è stata costruita BF: se la macchina è spenta, tutti i tasti sono muti e non possono essere premuti, forse per preservare dall’usura nel tempo. Subito sopra il tasto Play che ovviamente serve solo a rivedere le immagini in galleria. A lato il tasto funzione (quello con tre pallini) che dà accesso a 10 impostazioni secondarie che sono: informazioni sullo scatto, contrassegno, griglia, livella, focale, distanza di messa a fuoco, luminosità del display, impostazioni audio, impostazioni microfono ed USB. In fondo a questo elenco troviamo anche la possibilità di accedere al menù di sistema della fotocamera con ulteriori 10 impostazioni come aggiornamento firmware, data, copyright, lingua ecc ecc. “Seconda chicca”: Play e tasto funzione rispondono non solo alla pressione ma anche allo sfioramento, per un poter avere un colpo d’occhio rapido senza per forza entrare ed uscire o dalla galleria o dalle impostazioni.

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Anche i comandi sono essenziali. Sulla calotta il pulsante di scatto e sul retro quattro tasti ed una ghiera di controllo.

Punto cardine è la ghiera. Il tasto al suo interno serve per accedere alle uniche impostazioni importanti, quelle di scatto, mostrandole a display. Anche qui, sono in tutto 10 disposte su due file: modalità di scatto, formato file, formato immagini, messa a fuoco, bilanciamento del bianco, tempo, diaframma, esposizione, ISO e Picture Profile. Questi sono in tutto 13: standard, ricca, calma, blu cipria, dorato caldo, verde petrolio e arancione, FOV blu classico, FOV giallo classico, verde foresta, rosso tramonto, cinema e Look 709. Traduzioni italiane a parte, che non suonano mai bene, queste simulazioni sono davvero interessanti e modificabili a piacimento per luci, ombre, dissolvenza e vignettatura. Inoltre, sono richiamabili anche in post dal file DNG.

DriveFormatoAspectMessa a fuocoWhite Balance

Tempo Apertura Esposizione ISO Simulation

Questo menù semplificato viene mostrato sul monitor principale premendo il tasto centrale..ma non è l’unico modo. Accanto al pannello principale touch da 3″ c’è infatti un piccolo display di servizio che serve a mostrare l’ultimo parametro a cui si ha avuto accesso. Premendo la ghiera si passerà tra un parametro e l’altro mentre ruotandola si modificherà quello prescelto, lasciando così il monitor grande quasi unicamente a strumento per comporre e per selezionare il punto di messa a fuoco.

Sigma BF: considerazioni

È una macchina stimolante che mantiene le promesse. Passeggiare con una BF tra le mani attirerà l’attenzione di chiunque, che sia o meno un appassionato di fotografia. Mi è capitato spesso in passato di girare con modelli ancora sotto embargo o appena presentati e di notare la curiosità che generavano; ma principalmente erano tutte persone che sapevano cosa stavano guardando, riconoscendo il brand dalle forme e ipotizzando il modello che avevo tra le mani. Con BF questa cosa accade all’ennesima potenza: non occorre essere un esperto di fotografia per apprezzare un oggetto dal design così raffinato.

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Dati di scatto: 1/8000s – F2 – ISO 400

Il file è lo stesso visto con Lumix S9: il sensore è il medesimo e la pasta colore che sforna è di altissimo livello. Inoltre qui si possono utilizzare anche 13 Picture Profile, o simulazioni, completamente personalizzabili che di primo acchito mi sono sembrati ben fatti (Teal and Orange e Monochrome sono sicuramente una spanna sopra gli altri). Cosa buona e giusta è che sono richiamabili anche in post su Lightroom ad esempio, permettendo una modifica maggiore del file DNG e andandosi a sommare ai classici profili Adobe. Qui i 14 stop di gamma dinamica fanno il loro consentendo di aprire e chiudere luci e ombre in tutta sicurezza.

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Dati di scatto: 1/6400s – F2 – ISO 400

La mancanza di stabilizzazione non l’ho trovata un impedimento: il corpo è leggero ma è il peso delle ottiche che crea uno sbilanciamento per cui questa è una macchina che va usata quasi obbligatoriamente con due mani. A suggerirlo sono anche due grandi incavi, uno sul retro in basso a destra e uno meno accennato sul fronte in basso a sinistra: è la posizione dove si vanno ad appoggiare i palmi delle mani. Trovo anche giusto che i bordi non siano tutti smussati altrimenti si sarebbe rischiato “l’effetto saponetta”: quelli interni sono abbastanza affilati ma permettono di fare una leva migliore sulle dita. Vero, se tenete la macchina sempre con una mano alla lunga si potrebbe formare un piccolo solco sull’anulare..ma non va portata così: l’occhiello è lì per ricordarci che va legata al poso e sorretta per l’innesto.

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Dati di scatto: 1/1250 – F2 – ISO 400
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Dati di scatto: 1/8000s – F2 – ISO 400

Il sistema di messa a fuoco automatica mi ha stupito, non pensavo che il sistema fosse così rapido. Ci sono tre opzioni: AF, AF+MF, MF. In AF il riconoscimento è verso umani e animali, parte dall’individuazione dell’occhio in entrambi i casi e si può inserire e disinserire a piacimento. Le aree possibili sono solamente due: Full Area (l’intero fotogramma) o Single Point, spostabile all’interno del frame agendo sul display touch. È ibrido, quindi a rilevamento di fase e contrasto e ipoteticamente, dato che Sigma non ha fornito dati ufficiali, ha gli stessi 779 punti di Lumix S9. Difficilmente si sbaglia un colpo.

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Dati di scatto: 1/4000s – F2 – ISO 400

Trovarle difetti non è semplice. Certo, ci sono dei limiti..ma sono così invalidanti rispetto ai benefici che comporta? Io non credo. Forse l’unico davvero importante, riguarda l’autonomia della batteria stick. Lo standard CIPA vuole che sia di circa 260 scatti; non li ho effettivamente contati durante le mie giornate di prova ma posso dire che, se si ha lo scatto compulsivo, difficilmente si arriverà a sera. Ovviamente, dato che non sempre si ha la possibilità di trovarsi a fianco di una presa di corrente, la soluzione è da ricercare nel portarsi dietro un power bank..o una seconda batteria stick di riserva. Proseguendo, possiamo anche dire che un display fisso non sia semplice da usare come mirino: non permette visuali differenti da quella frontale (per scattare bisogna infatti averlo sempre di fronte agli occhi quindi non si può scattare alla cieca dall’alto o dal basso) ed in giornate molto soleggiate comporre diventa difficoltoso. Questo però è il prezzo da pagare per un simile design..insomma, bisogna accettarlo.

Sigma BF: conclusioni

Durante la presentazione ufficiale Kazuto Yamaki ha detto una frase molto calzante: “Non abbiamo solo riprogettato una fotocamera, abbiamo ripensato l’approccio che si ha alla fotocamera e, di conseguenza, allo scatto.” Questa macchina è minimalista nelle forme ma soprattutto nelle funzioni: un menù semplice, al quale è stato tolto tutto ciò che non serve per lasciare solo i comandi intuitivi adatti alla vita di tutti i giorni. Ed è proprio così. Come altre forme d’arte, dalla scultura alla pittura, Sigma BF ci ricorda che bisogna togliere il superfluo per arrivare ad ottenere solo l’essenziale. Non è stata creata per il professionista ma per tutti coloro che vogliono divertirsi, per chi è alla ricerca di un momento in cui ritagliarsi la “propria cerimonia del the”, la propria beautiful foolishness quotidiana.


In questa gallery le foto scattate con Sigma BF e Sigma 35mm F2 DG DN | Contemporary



Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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