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Dati di scatto: 1/1250s - F4 - ISO 3200

In prova Sony A9 III: l’impossibile diventa possibile

Quando un nuovo prodotto viene presentato ci si affretta sempre a sensazionalizzarlo, a volte anche in maniera immeritata. Qui però il discorso è diverso, questa nuova rivoluzione della fotografia è molto evidente. Ma attenzione, per ogni “pro” del Global Shutter c’è sempre un “contro” da tener presente.

Francesco Carlini | 17 Novembre 2023

Corsi e ricorsi storici. Sony presenta la nuova A9 III proprio ad Antalya, in Turchia, dove esattamente quattro anni orsono vedeva la luce Sony A9 II. Non a caso, dato che in questa cornice, precisamente alla Gloria Sports Arena, le delegazioni olimpiche sono solite mandare gli atleti a preparare i giochi. A9 III è quindi pensata per accompagnare il fotografo sportivo alle Olimpiadi di Parigi 2024 e, molto probabilmente, ad accompagnare tutti nel futuro che abbiamo sempre sognato di poter vedere. Il tutto grazie al Global Shutter.

Sony si evolve. Anzi, fa evolvere tutto il segmento ancora una volta. A9 III non è semplicemente l’ennesimo nuovo modello, è il secondo mattoncino di un inarrestabile progresso cominciato proprio dieci anni fa con la prima A7. Me la ricordo ancora con affetto quella macchina: era piena di difetti riguardanti la gestione del rumore, l’operatività, la velocità e l’affidabilità ma, al netto dei detrattori e di chi voleva a tutti i costi fare il bastian contrario, era lampante che sarebbe stato il futuro e che la tecnologia reflex sarebbe, prima o poi, inesorabilmente capitolata. A9 III ha la stessa importanza, anzi forse è addirittura più significativa: il Global Shutter, una prima in assoluto per il settore, va a risolvere alcuni annosi problemi della fotografia, come ad esempio la distorsione, rendendo possibili scatti che fino a ieri erano semplicemente impossibili. Evolutivamente parlando, volendo fare un’analogia, è come se stessimo passando dall’homo ergaster all’homo sapiens. Mai più racchette da tennis, mazze da golf ed eliche deformi, mai più alberi storti, mai più banding, mai più problemi di synchro flash. È così che dobbiamo vederla, non è una questione di mero prodotto ma di nuovi orizzonti creativi. Ovviamente non è solo merito del sensore, il doppio processore spinge la velocità di questa macchina a picchi abbastanza fantascientifici: tempi di scatto minimi di 1/80000s in scatto singolo e di 1/16000s in raffica con un burst fino a ben 120 fps a piena risoluzione in Raw + Jpeg.

Quando un nuovo prodotto viene presentato ci si affretta sempre a sensazionalizzarlo, a volte anche in maniera immeritata. Ma come avrete già capito qui il discorso è diverso. Non siamo davanti ad un semplice aggiornamento di una macchina con qualche nuova tecnologia al suo interno, siamo di fronte al primo vero cambio generazionale da una ventina di anni a questa parte. Il Global Shutter cambierà le abitudini di scatto di ogni fotografo e gli renderà la vita più semplice in quasi ogni ambito, non solo nello sport. Pensiamo al ritratto ad esempio: non ci sarà più bisogno di portarsi in giro enormi kit di illuminazione e filtri ND per abbattere la luce del sole, basterà utilizzare un piccolo flash ed un tempo di scatto di 1/80000s. Caso limite? Sicuramente, ma perché no!?

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Il sensore Global Shutter ed il doppio processore Bionz XR di Sony A9 III

Insomma, l’entusiasmo c’è ed è giustificato soprattutto pensando alle applicazioni future. Ora vediamo nel dettaglio, per quanto possibile per un prodotto “beta” che verrà commercializzato a gennaio 2024 e che subirà ancora svariati aggiornamenti prima di diventare perfetto, le varie caratteristiche di Sony A9 III. La nuova regina della velocità.

Sony A9 III: pro e contro del Global Shutter

Affrontiamo subito il tema principale: il Global Shutter. Credo che ormai tutti bene o male sappiano come funziona, ma forse è utile parlarne ancora anche perché per ogni vantaggio che regala c’è sempre il rovescio della medaglia da considerare. Il classico sensore CMOS che abbiamo utilizzato fino ad ora, il Rolling Shutter, ha un funzionamento “a tapparella”: alla loro accensione, i pixel vengono letti riga per riga verticalmente dall’alto verso il basso. Tenendo sempre a mente che la velocità della luce è di gran lunga superiore a quella di lettura di qualunque accoppiata sensore/processore esistente, è a causa di questo tipo di analisi che molte delle immagini scattate in velocità soffrono di problemi di distorsione che vengono riprodotti con linee spesso trasversali; in poche parole manca la contemporaneità di analisi, l’azione non viene mai congelata per il semplice fatto che viene esposta in momenti differenti. Con il Global Shutter tutto questo non accade: i pixel si accendono e si spengono tutti nello stesso momento per cui tutti i dati prodotti dal sensore vengono letti contemporaneamente dal processore.

RollingshuttervsGlobalShutter
Rolling shutter vs Global shutter

Un otturatore globale spinge il corpo macchina a valori prima impensabili in termini di velocità di picco, ovviamente se supportato da un ottimo processore (che in questo caso è doppio). I tempi di scatto sono portati ad un massimo di 1/80000s (sì, un ottantamillesimo, non è un refuso) ma soprattutto la raffica raggiunge i 120 fps. Certo, anche Nikon Z9 riusciva in questa incredibile impresa ma solo andando in downgrade con la risoluzione, scendendo dai 45 Mpxl agli 11 Mpxl e solo in formato Jpeg; Sony A9 III invece riesce nell’impresa di arrivare a questo frame rate alla massima risoluzione di 24 Mpxl in Raw + Jpeg. Grazie a questa incredibile velocità i vantaggi sono molteplici. Il primo è indiscutibilmente l’eliminazione della distorsione dalle immagini: mai più righe storte ed oblique, mai più “effetto Rolling Shutter” sia in foto che in video. Di pari importanza il discorso synchro flash. Già A1 aveva ammortizzato i limiti del corpo macchina portando il synchro flash ad 1/400s (prima era circa di 1/250s), ma con A9 III sulla carta si può arrivare a coprire ogni tempo di scatto fino ad 1/80000s dato che il Global Shutter non ha bisogno di otturatore; in questo caso quindi bisognerà preoccuparsi solo della durata e della potenza del lampo e non più della velocità di sincronizzazione. In ambito soprattutto sportivo vengono eliminati anche il banding ed il flickering: le luci LED si accendono e si spengono molto velocemente per cui è facile catturare questo tipo di sfarfallio dato che l’otturatore progressivo immortala l’immagine con tempi leggermente diversi. Grazie al Global Shutter anche questo diventa un problema del passato: sulle foto non ci saranno più fastidiose bande, al limite giusto un lieve cambio di esposizione tra uno scatto e l’altro.

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Schema del Global Shutter

Veniamo ora al rovescio della medaglia: la cattura luce. Il Global Shutter, data la sua velocità, viene esposto alla luce per un minor tempo rispetto ad un Rolling Shutter; l’efficienza del sensore viene quindi ridimensionata e la perdita si attesta in circa un 15/20% del segnale originario. Va da se che questo valore va ad impattare il funzionamento generale. La cosa si nota indiscutibilmente sotto due aspetti. Il primo è il valore ISO: su A9 II la gamma ISO nativa era compresa tra 100 ISO e 51200 ISO, su A9 III è compresa tra i 250 ISO ed i 25600 ISO. Uno stop secco di luminosità in meno in condizioni normali. Il secondo è il rilevamento in condizioni di luce scarsa: siamo abituati a vedere sistemi AF funzionare anche a -10 EV con ottiche molto luminose, questo modello si ferma invece a -5 EV ad F1.8. Attenzione, non sono valori terribili anzi si può benissimo lavorare in queste condizioni ma sono aspetti da non sottovalutare. Discorso invece più serio quello della perdita di gamma dinamica. In molte recensioni si legge che sia di 14 stop ma questo dato non trova riscontro da nessuna parte. Durante la conferenza di lancio ho espressamente chiesto ad un ingegnere a quanto si riuscisse ad arrivare ma la risposta è stata un secco: “No comment, non possiamo dirlo”. Per cui, a rigor di logica, dato che un Global Shutter non può raggiungere la gamma dinamica di un classico BSI CMOS Stacked, è logico pensare che non riesca a raggiungere i 14 stop, figuriamoci i 16 stop a cui molti modelli già arrivano; di più, se la differenza fosse davvero irrisoria non ci sarebbero stati problemi a comunicarla, pararsi dietro ad un “no comment” sta a significare che siano sensibilmente inferiori. Ultimo aspetto, il rumore. Al netto che ad ora non si possono aprire i Raw per fare una disamina più precisa (e questo vale anche per il discorso della gamma dinamica), la grana risulta visibile già ad un valore di qualche migliaio di ISO,

Sony A9 III: specifiche

Il sensore di cui ho parlato fino ad ora è di tipo CMOS Stacked da 24 Mpxl ed è letto da un doppio processore Bionz XR con una potenza di elaborazione ben otto volte superiore rispetto al singolo Bionz X montato su A9 II. Questa accoppiata rende la macchina una specie di scheggia: 1/80000s in scatto singolo, 1/16000s in scatto continuo e raffica selezionabile tra 10 fps, 20 fps, 30 fps, 60 fps e 120 fps in Raw + Jpeg tutti a piena risoluzione. Lato video è in grado di registrare filmati in formato 4K a 120 fps 4:2:2 10 bit con registrazione interna. Il sistema AF si basa su 759 punti che coprono il 95% del sensore solo a rilevamento di fase (no, non è ibrido come molti dicono) con Real Time Tracking e motore di elaborazione AI in grado di riconoscere la postura umana (Human Pose Estimation), lo stesso chip che muove anche Sony A7R V; in condizioni di luce scarsa, come prima menzionato, il sistema è in grado di rilevare ed inseguire il soggetto in condizioni pari a fino -5 EV con obiettivo F1.8 ed un valore ISO pari a 100, quindi in modalità extended dato che di default la gamma va da 250 ISO a 25600 ISO. Rimanendo in tema messa a fuoco, le aree utilizzabili sono aumentate: non si limitano più a S (Small), M (Medium) e L (Large) ma guadagnano i tagli XS ed XL.


Sony A9 IIISony A9 IISony A1
Sensore
CMOS Stacked
BSI CMOS Stacked
BSI CMOS
Risoluzione
24 Mpxl
24 Mpxl
50 Mpxl
Processore
Dual Bionz XR + AI
Bionz X
Dual Bionz XR
AF
PDAF 759 punti
PDAF 693 punti
PDAF 759 punti
Raffica
120 fps
20 fps
30 fps
Stabilizzazione
IBIS 8 Stop
IBIS 5 Stop
IBIS 5 Stop
Video
4K @ 120p
4K @ 30p
8K @ 30p
EVF
9.44 Mpxl
3.69 Mpxl
9.44 Mpxl
Display3.2″ articolato3″ orientabile3″ orientabile
MemoriaDual SD UHS-II + CFexpress Type ADual SD UHS-IIDual SD UHS-II + CFexpress Type A
Dimensioni136 x 97 x 83 mm 129 x 96 x 76 mm 129 x 97 x 81 mm
Peso617 grammi678 grammi737 grammi
Prezzo al lancio€ 7000€ 5500€ 7300

Tre sono le grandi novità in dote ad A9 III. La prima è Continuous Shooting Speed Boost, modalità nella quale verrà potenziato automaticamente lo scatto continuo per passare da una velocità di scatto “ridotta” (10 fps, 20 fps, 30 fps o 60 fps) ad una velocità di scatto di 120 fps alla pressione continua di un tasto C personalizzabile e del pulsante di scatto contemporaneamente; le nostre macchine ad esempio erano settate con questa modalità sul tasto C5. La seconda è Pre Capture, funzione che era appannaggio della linea RX100 e che viene rispolverata per l’occasione: all’attivazione della mezza corsa del pulsante di scatto la macchina terrà in memoria nel buffer fino ad un secondo di scena che verrà poi salvata all’effettiva pressione completa. Dato che però un secondo di registrato può essere anche troppo, si pensi a sport con “azioni lente” come il pugilato o le arti marziali, a menù si potrà settare il tempo in soglie comprese tra 0.05s ed 1s. Infine la terza, il Composite Raw Shooting: per sopperire ai problemi di rumore che potrebbe dare il Global Shutter, si potranno acquisire da un minimo di 4 ad un massimo di 32 immagini contemporaneamente in formato Raw che potranno essere unite in un unico scatto tramite software Imaging Edge e contenere così la grana in condizioni di luce difficile. Un ulteriore passo in avanti, che non possiamo chiamare novità perché lo abbiamo già visto su Sony A7C II, è anche quello relativo alla stabilizzazione interna che passa a compensare dai 5 stop di A9 II agli 8 stop di A9 III.

Sony A9 III: design

Anche a livello esteriore ci sono alcune modifiche, poche ma significative, che rendoneranno il fotografo più veloce in fase di scatto e quindi più produttivo. Leggermente più grande ma anche più leggera delle sorelle di riferimento, 136 x 97 x 83 mm in 617 grammi (contro i 129 x 96 x 76 mm in 678 grammi di A9 II ed i 129 x 97 x 81 mm in 737 grammi di A1), ha un’impugnatura più profonda e comoda ma soprattutto un pulsante di scatto leggermente più prominente. Aggiunta significativa quella di un ulteriore quanto utilissimo pulsante C5, proprio sul fronte del corpo poco sopra quello di rilascio dell’obiettivo: inizialmente questa vicinanza tra i due genera confusione, poi ci si prende la mano.

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Sony A9 III

Per il resto lo schema austero e classico delle macchine giapponesi si ripete, i comandi non sono differenti da quelli posti sugli altri modelli Sony. Sulla calotta, da sinistra a destra: ghiera del Drive con coassiale ghiera delle modalità AF, mirino EVF, ghiera PASM delle modalità con coassiale switch Foto/Video/Slow & Quick, doppia ghiera per l’utilizzo in Manuale s subito sopra i pulsanti C1, C2 e di scatto con coassiale switch ON/OFF. Sul retro la fila di tasti sopra il display mostra il C3, il Menù e i tasti REC (video), AF-On e AEL. Subito sotto il joystick AF e i pulsanti Fn, Play e Cestino/C4 a contornare la ghiera multifunzione.

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Sony A9 III

Il pannello del mirino EVF è lo stesso di A1: 9.44 milioni di punti con refresh rate da 120 fps che si può spingere fino ai 240 fps con un downgrade di risoluzione, il tutto per risolvere i problemi di blackout. Il display posteriore è invece quello di A7R V da 3.2″ e 2.1 milioni di punti con angolazione variabile a 4 assi che permette di estrarlo ed inclinarlo verso l’alto a 98°, verso il basso a 40° e di lato a 180°. Lateralmente a destra il doppio Dual Slot che accetta sia schede SD UHS-II sia CFExpress Type A, a sinistra gli sportellini che nascondono jack per le cuffie, jack per microfono, connessione USB 3.2 Gen 2 (10 GBit/sec) con Power Delivery, connettore cablato Ethernet 100BASE-T per trasferimenti fino ad 1 Gbps e porta HDMI di tipo A. Come su A1 il Wi-Fi 802.11ac è anche 2×2 MIMO (Multiple Input, Multiple Output), quindi gestito con due antenne e due distinti flussi che lavorano in contemporanea per la comunicazione dei dati. Sul fondello il vano batteria per una NP-FZ100 con autonomia di 400 scatti (standard CIPA) a cui si può agganciare il vertical grip VG-C5 opzionale.

Sony A9 III: sul campo (con qualche limitazione)

Per provare in anteprima il tutto, compreso il nuovo FE 300mm F2.8 GM OSS, siamo stati in Turchia alla Gloria Sports Arena di Antalya, una specie di “enorme parco giochi” dove le delegazioni olimpiche mandano gli atleti per preparare le prove a cui saranno sottoposti: piscine, palestre, campi regolamentari dove potersi allenare con cura e dedizione al meglio delle possibilità. Questa è stata la seconda volta che ho avuto questa opportunità di scatto, la prima giusto 4 anni fa per la presentazione di A9 II che avrebbe dovuto debuttare alle Olimpiadi poi posticipate causa Covid. In questo caso però non è stata solo la velocità a farla da padrona: a tener banco anche la tipica illuminazione da gara, la più difficile, quella artificiale.

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Dati di scatto: 1/1600s – F4 – ISO 2500

C’è sempre quello più “sveglio” della cucciolata e questa volta ero io. A dire il vero non proprio io ma il modello di macchina che avevo io: la A9 III con sopra il mio nome aveva un difetto in tracciamento del soggetto, non proprio il massimo della vita se devi fare una prova di scatto sportivo. Occorre però spezzare una lancia a favore di Sony e spiegare un attimo le condizioni in cui tutto questo è accaduto. Solitamente un’azienda porta un tot di prodotti per le prove in anteprima, di regola si contano tra le cinque e sei unità: su un numero così esiguo trovare un modello difettoso è praticamente impossibile. Ma quando di modelli ce ne sono circa una cinquantina il discorso cambia, è statisticamente impossibile che siano tutti perfetti..almeno uno che abbia un problemino ci deve essere. Ed infatti c’era. Ed era quello destinato a me. Voi direte: “Ma non è che magari è colpa tua?” Ci ho pensato anche io all’inizio ma quando l’errore si ripresenta sempre vuol dire che c’è qualcosa che non va.

In condizioni di luce difficile, ma con un firmware talmente “beta” che subirà vari aggiornamenti da qui a gennaio, la mia A9 III ha stentato parecchio in inseguimento. Nonostante il soggetto fosse in partenza completamente a fuoco, in avvicinamento l’area di rilevamento si è il più delle volte bloccata non seguendolo mentre questo si avvicinava o si spostava all’interno dell’inquadratura. Le mie raffiche sono state quindi azzoppate da questa problematica non consentendomi di portare a casa ogni singolo frame. Lo potete vedere nelle due immagini qui sotto che fanno parte della stessa raffica.

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Dati di scatto: 1/1000s – F5.6 – ISO 12800
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Dati di scatto: 1/1000s – F5.6 – ISO 12800

Cosa che però non è successa ai miei colleghi, nelle cui sequenze non sono riuscito a trovare frame fuori fuoco: per cui nonostante il mio inghippo non posso parlare male di questo sistema AF neanche quando sollecitato ad una velocità di 60 fps e oltre. Al netto di quanto successo a me, il comparto AF ed il chip AI riescono a sopportare un flusso di dati enorme. La situazione è migliorata in interni con luce continua e controllata: in questo caso la percentuale degli scatti è notevolmente salita e, sia a 60 fps che a 120 fps, la macchina ha mostrato meno tentennamenti.

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Dati di scatto: 1/1250s – F4 – ISO 5000
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Dati di scatto: 1/1600s – F2.8 – ISO 2500

Al netto di queste sbavature, che come ho detto possono essere lecite in un modello pre produzione come questo, la sensazione è quella di essere di fronte ad un prodotto che gli anglofoni chiamerebbero “game changer”. Il banding diventa un ricordo del passato ed il synchro flash una certezza. A livello ergonomico poi è davvero comoda: il pulsante di scatto si raggiunge più facilmente ed il tasto C5, che con la pressione continua fa passare la raffica direttamente a 120 fps, è semplicemente geniale. Con particolare attenzione bisogna però guardare alla sensibilità: con il Global Shutter si ha infatti un automatico incremento della gamma ISO, il che in questo specifico caso vuol dire anche un aumento del rumore che risulta già visibile a qualche migliaio di ISO (diciamo dai 3000 in su). Ecco, questo penso sia l’aspetto più critico di questo modello e sul quale ogni professionista probabilmente baserà le sue valutazioni al momento di pensare o meno ad un cambio rispetto alla sua A9 II.

Sony A9 III: conclusioni

Sembra che Sony stia riuscendo a rivoluzionare il settore ancora una volta. Molto probabilmente anche il segmento degli accessori come quello dei flash e delle schede di memoria si aggiorneranno per riuscire a tenere il passo di un corpo macchina come questo. A9 III non è importante in quanto modello in sé, è importante per il suo significato: non cambia il mezzo con cui fare fotografia, cambia il modo in cui fare fotografia. Molti fotografi sportivi saranno attirati come una calamita dalla possibilità di avere immagini finalmente “dritte” in ogni condizione e senza banding come chi lavora da bordo campo o bordo pista, altri dalla versatilità della raffica fino a 120 fps, altri ancora dalla certezza di poter lavorare in sincro con il flash ad ogni tempo. Molti invece saranno forse spaventati dalla perdita di luminosità o dalla minor gamma dinamica, soprattutto quelli che lavorano in condizioni di luce scarsa come durante gli sport motoristici notturni o i concerti. Saranno anche pensierosi circa il rumore che questa produce. Credo che A9 III sia una macchina per davvero pochissimi, per una nicchia nella nicchia: se ne dovranno considerarne bene non solo i vantaggi ma anche i limiti. Insomma, i professionisti saranno messi di fronte ad una scelta abbastanza ardua. Insomma, non sarà così automatico passare da A9 II ad A9 III.

Resta che spero di riprovarne una a gennaio, quando sarà in commercio e priva di difetti: devo recuperare ciò che ho lasciato per strada ad Antalya ma soprattutto mi piacerebbe sperimentarla altri contesti.

Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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