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Oppo Find X8 Ultra

Oppo Find X8 Ultra, un nuovo algoritmo per un ritratto perfetto

Due giorni nella città natale di Victor Hasselblad per parlare di storia della fotografia, conquiste spaziali e del nuovo Oppo Find X8 Ultra: uno dei migliori cameraphone del 2025.

Francesco Carlini | 31 Luglio 2025

A dicembre dello scorso anno sono stato in Norvegia per partecipare ad un viaggio fotografico e provare Find X8 Pro, non il top di gamma della linea Find X ma di sicuro il miglior dispositivo fotografico che Oppo ha distribuito in Italia dopo anni di silenzio. A qualche mese di distanza sono però volato anche in Svezia, nella città natale di Victor Hasselblad, e Oppo mi ha messo tra le mani il suo vero flagship, quel Find X8 Ultra che purtroppo nel nostro Paese non si può acquistare attraverso i canali ufficiali in quanto destinato unicamente al mercato asiatico. Una grande mancanza per ogni appassionato di fotografia soprattutto perché questo dispositivo è, e lo dico in maniera molto onesta, davvero stupefacente.



Ma perché quindi spingersi fino a Göteborg per provare un dispositivo che manca dagli scaffali di ogni negozio nostrano? La risposta è da ricercare nel rinnovamento della partnership tra Oppo ed Hasselblad, un rapporto siglato per ulteriori due anni nei quali verranno presentate molte novità. Metterci in mano un Find X8 Ultra aveva un significato ben preciso: darci la possibilità di valutare il lavoro fatto in questi anni attraverso lo smartphone non plus ultra del loro grimorio. Perché se è vero che il Pro era già un dispositivo di altissimo profilo, con l’Ultra si ha tra le mani tutto ciò che si ricerca da un vero flagship: connettività veloce, resistenza, batteria infinita, display eccellente, produttività AI ed una fotocamera da primo della classe con un sensore da 1″. È il primo in grado di contendere la corona dei cameraphone a Xiaomi 15 Ultra.

Da questo punto di vista Oppo è stata da sempre trainante soprattutto lato hardware, una strada che si è snodata attraverso innovazioni come sensori da 1″ e strutture interne a periscopio e doppio periscopio per giungere ai sensori spettrali a 9 canali di nuova generazione. Il tutto per perseguire una filosofia che fa della qualità imaging il centro del progetto mobile ed in cui Hasselblad, arrivata quattro anni fa, è stata la ciliegina sulla torta andando a completare un hardware così avanzato con una gestione software di alto profilo. Se è vero che Leica e Zeiss danno le basi e successivamente certificano i progetti ottici, Hasselblad si occupa unicamente della color correction e delle risultanze dello sfocato concentrandosi principalmente sul jpeg. Find X8 Ultra vuole rendere più accessibile e più semplice la fotografia, lasciando all’utente il solo dubbio sul cosa scattare e non sul come. Ma di questo vi parlerò più avanti anche attraverso le immagini.

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La vista su Fjällbacka, Svezia – Dati di scatto: 1/2700s – F1.8 – ISO 64

Oppo Find X8 Ultra: design

La costruzione generale di questo dispositivo è eccellente. Con le sue dimensioni di 163 × 76.80 x 8.78mm in un peso di soli 226 grammi, non solo è leggermente più leggero e sottile di Xiaomi 15 Ultra ma anche dello stesso Find X8 Pro..che però non ha un sensore da 1″. Questo risultato è ottenuto grazie a molteplici innovazioni interne, tra cui una scheda madre riprogettata e una tecnologia di nuova generazione per la batteria al silicio-carbonio che fa segnare i 6100 mAh (con 100 W di ricarica rapida cablata, 50 W di ricarica rapida wireless e 10 W di reverse charge). Sul fronte un display AMOLED QHD+ completamente piatto da 6.82″ (3168 x 1440 pixel) da 510 PPI, refresh rate variabile da 1 a 120 Hz, luminosità di picco che oscillano tra i 1600 ed i 2500 nits e con una cornice di soli 1.4mm. A dominare il retro è il classico Cosmos Ring, perfettamente simmetrico, che cela al suo interno ben cinque fotocamere. Sul lato destro oltre al classico bilanciere per il volume ed il tasto di accensione/spegnimento, c’è lo slider Quick Button che con un doppio tocco permette di avviare la fotocamera in soli 0.4 secondi: con una singola pressione si può scattare una foto, con una prolungata pressione fa partire una raffica continua e sfiorandolo verso destra o sinistra da accesso allo zoom. Sul lato sinistro il cursore Alert Slider di Find X8 Pro viene abbandonato per il nuovo Shortcut Button a cui destinare diverse funzioni e scorciatoie, come cambiare la modalità audio, azionare la fotocamera, attivare la torcia, scattare uno screenshot o aggiungere memo clip all’assistente virtuale Breeno..che però purtroppo non parla né inglese né tantomeno italiano. Parentesi doverosa in questo caso: questo modello ha una ROM cinese ma l’APK del Play Store è incluso, per cui ho potuto installare i Google Mobile Services. Possibile usare anche Gemini ma non potrà essere posizionato nell’Alert Slider al posto di Breeno.

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Oppo Find X8 Ultra

Proprio come il Pro, anche l’Ultra è certificato IP68 ed IP69, quindi garantito per l’immersione in acqua dolce fino ad una profondità di 1.5 metri per un tempo di massimo mezz’ora e a prova di getti fino ad una temperatura di 80°. Differente invece il processore, si passa da un Mediatek Dimensity 9400 ad un Qualcomm Snapdragon 8 Elite con 12 GB di RAM, partizionabile con la memoria interna per arrivare fino a 28 GB di RAM se servisse, e nel mio caso 256 GB di ROM. Sotto la scocca c’è anche una nuova camera di raffreddamento a vapore, il 28% circa più grande di quella del modello precedente, che dissipa il calore dal basso e dall’alto. È una soluzione necessaria per supportare il chip ma che comunque non impedisce il surriscaldamento del device; non è una difficolta di Find X8 Ultra, tutti gli smartphone con l’Elite tendono a scaldarsi rapidamente pur non andando ad inficiare le prestazioni.

Oppo Find X8 Ultra: fotocamera e software

Il comparto fotocamera sviluppato assieme ad Hasselblad in un paio di casi ripercorre quanto già visto anche su Find X8 Pro andando però a migliorarne la luminosità su tutta l’escursione focale 15-135mm F1.8-3.1 equivalenti. Sotto al Cosmos Ring, così è chiamato il gruppo ottico, ci sono ben quattro sensori fotografici da 50 Mpxl e altrettanti obiettivi con una graditissima aggiunta: un sensore spettrale a 48 zone True Chroma da 2 Mpxl.

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Le fotocamere di Oppo Find X8 Ultra

La fotocamera principale è dotata di un sensore Sony Lyt900 da 1″ con risoluzione da 50 Mpxl, tecnologia pixel binning 4-in-1 e 14 stop di gamma dinamica posto dietro ad un obiettivo grandangolare da 23mm F1.8 equivalenti, composto da 8 microlenti di cui una HRI (High Refractive Index) e stabilizzato OIS. Seconda novità è il sensore di grandi dimensioni Sony Lyt700 da 1/1.56″ con risoluzione 50 Mpxl, tecnologia pixel binning 4-in-1 con un obiettivo tele 3x equivalente ad un 70mm F2.1 con struttura a periscopio con al suo interno una lente chiamata “Super Blue Glass” in grado di minimizzare le luci infrarosse, bagliori e ghosting e stabilizzato OIS. Grazie ad un sistema interno flottante, con questa fotocamera si sblocca anche la modalità Macro con cui avvicinarsi ai soggetti fino ad una distanza minima di 10 cm.

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Dati di scatto: 1/200s – F2 – ISO 100

Ed eccoci arrivati alle similitudini. Il sensore che su Find X8 Pro si trovava sulla focale tele 3x è qui posto dietro quella tele 6x: lo stesso Sony Lyt600 da 1/1.95″ con risoluzione 50 Mpxl con obiettivo equivalente ad un 135mm F3.1 stabilizzato OIS. Al suo interno la riuscitissima tecnologia periscopica a triplo prisma dicroico che fa rimbalzare la luce ben tre volte sulle 6 microlenti di cui è composto prima di arrivare alla superficie sensibile; nonostante questo percorso sia “più lungo”, il fascio non perde informazioni e le dimensioni della struttura sono del 33% più piccole di quelle standard a parità di qualità del file ottenuto. Infine identico anche il sensore Samsung ISOCELL JN5 da 1/2.75″ con una focale ultragrandangolare equivalente ad un 15mm F2.

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Dati di scatto: 1/540s – F3.1 – ISO 80

Ma a chiudere il cerchio è il nuovo sensore spettrale a 9 canali da 2 Mpxl con obiettivo equivalente a 23mm True Chroma che supporta tre delle quattro le fotocamere (non quella ultrawide): il sistema divide la scena in una griglia 6×8, un totale di 48 zone in cui la temperatura colore viene analizzata singolarmente. Quando i toni caldi e freddi si contrastano a vicenda il tradizionale bilanciamento del bianco ponderato causa imprecisioni cromatiche in condizioni di illuminazione mista poiché regola la temperatura colore in base all’intera scena. Molto banalmente: i colori di un abito o la tonalità della pelle di una persona sono riprodotti diversamente a seconda della luce che li illumina. L’analisi di ogni singola zona permette quindi di preservare sia i toni caldi che quelli freddi e di processare ognuno di loro in maniera indipendente, per ottenere la temperatura di colore più accurata in tutto il fotogramma.

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Il funzionamento della True Chroma Camera

Torniamo un attimo ad Hasselblad e apriamo una parentesi necessaria per capire meglio qual è l’intento di questo smartphone: fulcro di tutto, o quasi, il file Jpeg. Smartphone di questo tipo solitamente vengono acquistati per le impostazioni manuali della fotocamera e per la qualità del file Raw. Find X8 Ultra rispetta questa premessa, anzi ha un file grezzo di altissimo profilo, ma percorre anche la strada della semplicità con lo scopo di aiutare le persone a scattare senza dover pensare ad altro. Per questo motivo Oppo e Hasselblad hanno lavorato così tanto sul software. La modalità Ritratto sfrutta le tre fotocamere principali dello smartphone ed i loro crop per ottenere la stessa identica resa delle ottiche XCD svedesi in termini di sfocato; il bokeh non si può “scegliere” come sui vivo, si ottiene una simulazione automatica di XCD 30mm F3.5 (1x 23mm), XCD 65mm F2.8 (2x 46mm), XCD 80mm F1.9 (3x 70mm) ed XCD 135mm F2.8 (6x 135mm). Il Jpeg ottenuto inoltre ha una riproduzione cromatica studiata sulle risultanze di X2D 100C.

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Le ottiche XCD di riferimento per la simulazione bokeh

Lato software la fotocamera ha la classica impostazione che troviamo su tutti gli altri smartphone. Di default nella barra ci sono Master, Video, Foto, Ritratto e Altro, sotto cui sono organizzate modalità come Notte, Hi-Res, Panoramica, Video Pro, Slow Motion, Time Lapse ed X-Pan oltre che altre funzioni di servizio. In Master, ovvero in manuale, ci sono però alcune novità degne di nota. Oltre ad accedere ai parametri manuali come ISO, tempi, EV, messa a fuoco e bilanciamento del bianco si possono utilizzare dei filtri; in tutto sono 15 e ognuno è modificabile per tonalità, saturazione, temperatura, temperatura colore e vignettatura dando la possibilità di avere a disposizione delle “ricette”. Come sul Pro non c’è modo di avere la doppia cattura, ovvero salvare il file in Jpeg e Raw contemporaneamente, ma qui compaiono anche il formato Jpeg Max e Raw Max.

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Dati di scatto: 1/2200 – F1.8 – ISO 50 – Xpan

Anche la suite di editing è molto classica. Oltre ad agire manualmente su un file si potrà lasciare l’analisi alla AI per ricomporla tramite AI generativa, rimuovere soggetti, oggetti e riflessi, aumentare la nitidezza e rimettere a fuoco. Come sul Pro, anche qui c’è la modalità AI Telescope Zoom che entra in azione ai 60x di ingrandimento. Menzione a parte merita la possibile applicazione della filigrana, di solito abbastanza inutile, che qui diventa interessante: tralasciando i vari marchi Hasselblad o i parametri di scatto applicabili, c’è una modalità Privacy per posizionare un copyright all’immagine, utile se si deve condividere una preview sui siti di stock. L’elaborazione dell’immagine ha una solida base che si chiama Hyper Tone Image Engine un software ideato per migliorare la chiarezza, la gamma dinamica e gestire la riduzione del rumore; grazie all’AI Tone Mapping, offre una maggiore profondità di campo e dettaglio, in particolare nelle immagini con forti luci in secondo piano.

Oppo Find X8 Ultra: lab test

Come anticipato la fotocamera principale è dotata di un sensore Sony Lyt900 da 1″ con risoluzione da 50 Mpxl, tecnologia pixel binning 4-in-1 e 14 stop di gamma dinamica posto dietro ad un obiettivo grandangolare da 23mm F1.8 equivalenti, composto da 8 microlenti di cui una HRI (High Refractive Index) e stabilizzato OIS. La risoluzione è subito eccellente ma è meno costante e scende più in fretta al variare dei valori ISO rispetto a quanto visto su Xiaomi 15 Ultra per cui, nonostante la gestione del rumore sia molto costante, questo tende a manifestarsi dai 6400 ISO in poi.

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Sony Lyt900 da 1″ con risoluzione da 50 Mpxl con obiettivo grandangolare da 23mm F1.8 equivalenti

La prima fotocamera tele ha un sensore Sony Lyt700 da 1/1.56″ con risoluzione 50 Mpxl, tecnologia pixel binning 4-in-1 con un obiettivo tele 3x equivalente ad un 70mm F2.1 con struttura a periscopio con al suo interno una lente chiamata “Super Blue Glass” in grado di minimizzare le luci infrarosse, bagliori e ghosting e stabilizzato OIS. Risoluzione e rumore vanno di pari passo ma i 1600 ISO sono il valore oltre al quale non spingersi.

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Sensore Sony Lyt700 da 1/1.56″ con risoluzione 50 Mpxl con obiettivo 70mm F2.1 equivalenti

Chiude il cerchio la seconda fotocamera tele con sensore Sony Lyt600 da 1/1.95″ con risoluzione 50 Mpxl con obiettivo equivalente ad un 135mm F3.1 stabilizzato OIS con struttura periscopica a triplo prisma dicroico. Anche qui i dati sono costanti ma il valore oltre il quale non spingersi per non far comparire il rumore è 1600 ISO.

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Sensore Sony Lyt600 da 1/1.95″ con risoluzione 50 Mpxl con obiettivo 135mm F3.1 equivalenti

Il confronto diretto è con Xiaomi 15 Ultra. Come si può notare il sensore principale, lo stesso per entrambi, regala valori molto alti di linee per millimetro ma su quel modello la costruzione ottica fa sì che risoluzione e rumore vengano meglio gestiti fino a valori ISO molto più alti. Discorso simile sulla focale tele più spinta, dove il sensore da quasi 1″ di Xiaomi si fa sentire e regala una risoluzione molto più alta, cosa del tutto normale essendo oltretutto da 200 Mpxl. A 70mm equivalenti invece, sulla focale tele standard, la partita la vince la costruzione di Oppo che fa registrare una più alta risoluzione ed un minor rumore.

Oppo Find X8 Ultra: sul campo

Anche se non si può acquistare in Italia, Find X8 Ultra ci dà l’idea di quanto Oppo stia innovando ma soprattutto ci dà una sorta di anticipazione su quello che arriverà un domani, perché ho ragione di credere che il prossimo Ultra sarà distribuito anche da noi. Questi due giorni a Göteborg sono bastati per poter apprezzare un vero flagship ideale per tutti, anche per chi non ha grandi conoscenze di fotografia e impostazioni manuali. Se è vero che Xiaomi 15 Ultra punta molto sui tecnicismi, Find X8 Ultra è molto più democratico tanto che per la prima volta ho provato una certa soddisfazione a scattare anche in Jpeg. La mancanza del doppio salvataggio Raw + Jpeg è però una scomodità inenarrabile perché ti obbliga ad una scelta: meglio avere un file ricco di informazioni da postprodurre a piacimento oppure un file di buona qualità e pronto sul quale però avere poco controllo? La doppia acquisizione, comune su ogni smartphone, è sempre la giusta soluzione. Questa è forse l’unica parentesi negativa di questa esperienza, per il resto è difficile trovare un difetto a questo prodotto anzi quasi impossibile per i canoni odierni.

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Dati di scatto: 1 /1000s – F3.1 – ISO 80

Rispetto a Xiaomi 15 Ultra il file Raw è leggermente più “grezzo” e spento ma grazie ai 14 stop di gamma dinamica si può fare praticamente di tutto anche se comporta un lavoro lievemente maggiore in postproduzione, cosa che comunque preferisco. I dettagli, persino nelle trame più fitte, sono molto incisivi e con meno aberrazione cromatica anche ai bordi dell’immagine. I preset che si trovano nella modalità Master sono ben fatti e, in combinato con la possibilità di creare le proprie “ricette” personalizzate, offrono una buona alternativa al Jpeg per la condivisione istantanea. Purtroppo però una volta esportato il Raw, questi non sono ritrovabili come profili colore in Lightroom per cui si possono utilizzare solamente sullo smartphone.

Detto questo Find X8 Ultra vuole essere il più semplice cameraphone da utilizzare e questo intento lo si vede dal file Jpeg, sia in manuale che in automatico. I colori sono davvero naturali e l’intendo di replicare il Jpeg di Hasselblad X2D penso sia abbastanza riuscito. Sono anche file che non abbisognano di una postproduzione in quanto ben bilanciati e utilizzabili così come sono. Il merito, e questo discorso vale anche per il formato Raw, è tutto da ricercare nel sensore True Chroma che bilancia in maniera ottimale la temperatura lungo tutta l’immagine anche in condizioni di luce mista: sicuramente è il fiore all’occhiello di questo dispositivo, ciò che lo rende unico nel suo genere. L’unico aspetto sul quale sarei stato un po’ più conservativo è la gestione della pelle, un po’ troppo levigata e “piatta” dato che per me le imperfezioni sono un tratto distintivo e unico di ognuno di noi, ma capisco che la perfezione estrema sia l’aspetto maggiormente ricercato dalla massa. Nonostante questo la tridimensionalità e l’incarnato sono eccellenti.

Come anticipato poco sopra lo sfocato è digitale ma Oppo utilizza un nuovo algoritmo di rete neurale che, dopo aver mappato la profondità di campo, è in grado di separare il soggetto dallo sfondo, individuare le singole fonti di luce da sfocare e applicare le simulazioni degli obiettivi XCD 30mm F3.5 (1x 23mm), XCD 65mm F2.8 (2x 46mm), XCD 80mm F1.9 (3x 70mm) ed XCD 135mm F2.8 (6x 135mm). La cosa però più incredibile è la precisione dello scontorno del soggetto in primo piano: questo algoritmo riesce ad individuare ed isolare i più piccoli dettagli, come ad esempio i capelli fuori posto, e a non uniformarli allo sfondo.

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Dati di scatto: 1/100s – F3.1 – ISO 1000

A differenza del mio recente viaggio fotografico in Norvegia dove ho affrontato la notte polare, in questo periodo la Svezia è dominata dal sole. Insomma, è stata un po’ un’impresa fatta di uscite a mezzanotte per poter portare a casa qualche immagine scattata al buio. Ciò che rimane è un comportamento in linea con tutti i top di gamma, che non schiariscono le immagini a giorno; anche qui però il sensore spettrale fa la differenza, accendendo e bilanciando i colori singolarmente nella scena.

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Dati di scatto: 1/45s – F2.1 – ISO 400
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Dati di scatto: 1/35s – F2.1 – ISO 1600

Oppo Find X8 Ultra: conclusioni

Purtroppo questo modello non è acquistabile in Italia attraverso i canali ufficiali. Certo, lo si può sempre importare dalla Cina ma avrà sempre il limite della mancanza dei servizi Google, a meno di non installare un’apk (come nel mio caso) o di formattarlo con una ROM Global. Find X8 Ultra è un dispositivo completo in tutto, dotato delle migliori tecnologie che ad oggi sono disponibili: connettività veloce, certificazione IP68 e IP69, batteria infinita, display eccellente, produttività AI ed una fotocamera da primo della classe con un sensore da 1″ e tecnologie innovative come il periscopio a triplo prima ed nuovo sensore spettrale. Ad ora è forse il più completo nel panorama dei cameraphone, oltre che il più preciso nell’analisi dei soggetti, nella precisione dello stacco dei piani e nel bilanciamento cromatico delle scene. Ma questa breve trasferta secondo me è stata molto più che un annuncio di partnership, è stata un preludio a quello che potremo avere tra le mani fra un anno: un nuovo Find X9 Ultra commercializzato anche in Europa.


In questa gallery tutte le immagini scattate con Oppo Find X8 Ultra


Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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