X
Entra
Accedi
Ho dimenticato la password
X
Se il tuo indirizzo è presente nel nostro database riceverai una mail con le istruzioni per recuperare la tua password

Chiudi
Reset password
Inserisci il tuo indirizzo email nella casella sottostante e ti invieremo la procedura per resettare la password
Invia
X
Grazie per esserti registrato!

Accedi ora
Registrati
Registrati
Ho dimenticato la password
Fotografia.it
fotopuntoit_sony_fe-20-70-g_prod_5

Sony FE 20-70mm F4 G

Anteprima: FE 20-70mm F4 G, Sony rompe gli schemi

Sony decide di rompere gli schemi “classici” con quello che potrebbe diventare un nuovo standard. Un vero tuttofare adatto a fotografi e videomaker, non tanto per le sue proprietà di contenimento del focus breath quanto per la focale di partenza più ampia: FE 20-70mm F4 G.

Francesco Carlini | 17 Gennaio 2023

Sony presenta oggi il nuovo FE 20-70mm F4 G, un nuovo concetto di obiettivo tuttofare che punta a diventare il nuovo standard di riferimento per fotografi e videomaker.

The new normal. Dal classico 24mm ad un più “fresco” 20mm. Nominalmente sembra poca cosa, in realtà è una bella rivoluzione per tutto il settore. Perché mai? La risposta è da ricercare nel mestiere del fotografo al quale, oggi ancora più di ieri, viene richiesto di essere sempre più versatile e spaziare in generi differenti. Un’ottica moderna che amplia le prospettive di scatto e di ripresa. Il 24-70mm F4 è sempre stato considerato il tuttofare per eccellenza: permette di coprire inquadrature dal medio grandangolo al medio tele, comprende le focali solitamente più utilizzate per il lavoro o anche solo per passione (24mm, 35mm, 50mm e 70mm), ha una luminosità soddisfacente che gli permette di essere utilizzato sia di giorno che di notte con buona soddisfazione. Almeno fino a ieri. Oggi cambia qualcosa, oggi si perdono 4mm e si guadagna un maggiore angolo di campo andando ad ampliare i generi di utilizzo; partendo da un 20mm si ha infatti tra le mani un vero grandangolo che sblocca quindi anche la fotografia di paesaggio, di architettura e creativa.

Ma non solo. Se è vero che il 24-70mm è sempre stato cucito addosso al fotografo, questo nuovo 20-70mm sorride anche anche ai videomaker, dandogli la “focale di partenza” più utilizzata in ambito video soprattutto se ci si riprende in prima persona. Si parla sempre di macchine ibride, meno spesso di ottiche ibride. Quelle ora a listino sono considerate tali perché correggono il focus breathe internamente o perché hanno il pulsante de-click. Cose utili ovviamente ma che non possono bastare. Qui entriamo nel concetto di “focale ibrida”, uno zoom davvero all-in-one adatto a chi scatta e a chi riprende e che può anche essere l’unico che domani metteremo in borsa.

Soluzioni alternative ce ne sono state in questi ultimi anni ma erano incentrate a strizzare la massima luminosità possibile all’interno di un barilotto compatto, penso al Sigma 28-70mm F2.8 C e al Tamron 28-75mm F2.8. Proprio un paio di anni fa provai il Sigma Contemporary e lo paragonai, impropriamente, ad FE 24-70mm F2.8 GM: in quel caso, al netto delle buone prestazioni del Sigma, mi interessava dimostrare le differenze tra un’ottica professionale e una consumer e come i circa € 1500 di differenza tra una e l’altra fossero giustificati. Infatti in generale i punti critici di uno zoom sono da ricercare nell’effettiva costanza del segnale della risoluzione ad ogni escursione più che ad ogni apertura. In quell’occasione misi a confronto anche lo Zeiss Vario Tessar T* 24-70mm F4 ZA OSS, un obiettivo perfetto e molto sottovalutato di circa 10 anni fa, che con stupore fece segnare a F4 valori migliori del più recente Sigma.

Scomodo nuovamente anche qui il Vario Tessar per due ragioni. La prima è per dimostrarvi che non sempre si deve fare ciecamente affidamento sulla luminosità dichiarata; un F4 è considerato da molti “amatoriale” ma non è sempre così, bisogna tener conto anche della cura e delle specificità di chi lo produce e lo assembla. Nel caso specifico è talmente ben fatto da tener testa ad ottiche moderne uscite dieci anni dopo. Dieci. La seconda è che Zeiss è un cliente scomodo per Sony, dato che a listino copre focali che l’azienda giapponese fino a poco tempo fa non aveva; ed è per questo che ultimamente sono stati prodotti FE 16-35mm F4 G ed ora FE 20-70mm G. Non si sa se e quando mai Zeiss, che da anni ormai è silente, tornerà a fare ottiche per fotocamere dato che sta concentrando tutte le sue soluzioni ingegneristiche sulle microlenti degli smartphone (vedi la collaborazione con vivo per X80 Pro). Quello che è certo è che Sony sta correndo ai ripari.

Ma la scomodità dell’azienda tedesca è anche visibile nella qualità, ovviamente. Andare sopra alle ottiche Zeiss non è facile ma Sony si sta impegnando davvero bene e le costruzioni complesse degli ingegneri, come l’elevato utilizzo di lenti speciali, lo dimostrano. Ben fatto.

FE 20-70mm F4 G: costruzione

Per arrivare ad offrire una qualità “degna di Zeiss” e uno sfocato addirittura migliore, gli ingegneri Sony non si sono risparmiati: è composto da ben 16 elementi suddivisi in 13 gruppi con tre lenti AA (Advanced Aspherical), una lente Asferica, tre lenti ED (Extra-low Dispersion), due lenti ED Asferiche e un diaframma arrotondato a 9 lamelle. Non è stabilizzato internamente ma si affida al corpo macchina per compensare i movimenti indesiderati, la distanza minima di messa a fuoco è di 30cm a 20mm e di 25cm a 70mm.

La parte più interessante credo però siano le differenze con Zeiss Vario Tessar T* 24-70mm F4 ZA OSS. Nello specifico due: le dimensioni e i motori AF. Le prime pendono a favore dell’ottica tedesca anche se di molto poco: 73 x 94.5mm in 426 grammi contro i 78.7 x 99mm in 488 grammi. Tutto sommato sono ottimi valori dato che la costruzione interna del modello Sony vede ben 4 elementi e 2 gruppi in più e una lente frontale dalla più ampia superficie. Il sistema AF è invece avviato da un motore XD Linear che garantisce il 60% di velocità in più in rilevamento e il doppio della precisione in tracking; anche qui la cosa non deve stupire dato che questo nuovo modello è figlio del suo tempo.

Il barilotto è a prova di spruzzi e polvere, quindi può essere utilizzato in svariate situazioni di scatto. Rispetto al design minimal e austero del suo quasi omonimo Zeiss, qui si possono trovare una ghiera dell’apertura con relativi pulsanti di blocco e De-cick, un doppio tasto personalizzabile, uno in posizione orizzontale e l’altro in verticale, e il selettore AF/MF.

FE 20-70mm F4 G: sul campo

Non tolgo mai il 24-70mm dalla macchina. So che può sembrare un’eresia ma, per quanto mi riguarda, mi permette di coprire circa il 70% della mia produzione se non di più; per lavori specifici ovviamente porto sempre con me un grandangolare e all’occorrenza un tele. Tralasciando le opzioni fisse, contate che con una triade zoom composta da un 16-35mm e un 70-200mm si coprono tutte le focali maggiormente utilizzate (sì vero, anche un lungo tele per lo sport ma non accade spessissimo). A questa equazione aggiungiamo però una mia visione personale: non sono un grande appassionato di grandangolari. Li ho riscoperti e ne ho apprezzato la versatilità quando ho provato FE 16-35mm F4 G, soprattutto in veste creativa, ma se posso ne faccio volentieri a meno se non mi sono necessari anche per risparmiare peso nella borsa.

Però appena ho visto questa focale zoom nella pre-disclosure online fatta Sony mi sono detto: “Con un obiettivo così, è la volta buona che mi porto a casa anche quelle dieci foto che non scatto mai”. Con un 20mm anziché un 24mm la vita si semplifica. Diventando parte integrante del tuttofare, anche quegli scatti ai quali solitamente rinuncio (perché non voglio portarmi dietro un obiettivo fisso in più che il più delle volte neanche uso) risultano possibili siano essi creativi, di architettura o di paesaggio. Insomma, apprezzato fin da subito. Tra l’altro è più “democratico” di un classico 24-70mm dato che può essere una buona soluzione per i videomaker. Il discorso “dell’ottica in più nella borsa” appena fatto vale anche per loro e per i fotografi che sono anche content creator (ma chi non lo è oggi?): il 20mm è ideale per riprendersi in prima persona.

fotopuntoit_sony_fe-20-70-g_street_17
Dati di scatto: 1/250s – F4 – ISO 100

La cosa più apprezzabile di questo 20-70mm è sicuramente la qualità, questo anche il motivo per cui mi è stato spedito con una A7R pur essendo forse più un’ottica da A7: tenendo bene anche i 61 Mxpl, i 24 Mpxl o i 33 Mpxl diventano una passeggiata. Linee cadenti non pervenute neanche a 20mm, ottima la risoluzione sia al centro che ai bordi del fotogramma.

fotopuntoit_sony_fe-20-70-g_street_03
Dati di scatto: 1/250s – F4 – ISO 2000

I punti luce sono ben gestiti e l’effetto stella dato dal diaframma a 9 lamelle è davvero ben realizzato, merito anche della costruzione complessa e delle lenti speciali utilizzate. Al netto dell’essere “solo” un F4, detrattori e scettici avvisati, la luminosità fa salva anche la notte: insomma, si utilizza bene in qualsiasi condizione, non solo di giorno. Ed in effetti è proprio in condizioni di luce scarsa che l’ho utilizzato maggiormente, anche per metterlo un po’ alla corda, ma i risultati sono sempre stati eccellenti per quanto mi riguarda.

La differenza con il Vario Tessar 24-70mm F4 si sente e non si sente. Si sente in termini di velocità generale ed affidabilità: i motori XD Linear permettono un rilevamento e un aggancio del soggetto fulmineo. Essendo lineari sono adatti sia a corpi moderni come Sony A7 IV e Sony A7R V ma riusciranno a supportare anche raffiche più importanti come, ad esempio, i 30 fps di Sony A1.

Non si sente invece in termini di peso ed ingombri che sono praticamente identici, così come il bilanciamento in mano con il corpo. Questo, come detto, è molto più versatile. Apprezzabile poi il design: rispetto al minimale Zeiss, qui troviamo una ghiera dell’apertura sfrizionabile e soprattutto due pulsanti programmabili a portata di dita, sia che si utilizzi la macchina in orizzontale che in verticale.

FE 20-70mm F4 G: conclusioni

Conclusioni abbastanza facili questa volta. Come avrete capito non a caso ho scomodato il suo quasi equivalente Zeiss in questa disamina. A parità di prestazioni ottiche, l’escursione focale maggiorata permette a questo FE 20-70mm F4 G di essere davvero un nuovo concetto di tuttofare: questi 4mm in meno (o in più) permettono di spaziare tra più generi fotografici, come l’architettura ad esempio, di ampliare le possibilità di scatto, di essere più creativi. Il tutto senza doversi per forza portare nella borsa un’ottica in più. Un grande classico in salsa moderna, cucito sul fotografo di oggi che non si limita a produrre immagini ma anche, all’occorrenza, video. Un perfetto compgno di viaggio che può essere utilizzato anche per scopi professionali. Parafrasando, come in quella pubblicità dei fustini: “Scambieresti il tuo 24-70mm F4 per questo?” La mia risposta sarebbe: “Sì”.

Sony FE 20-70mm F4 G sarà disponibile ai primi di marzo ad un prezzo di € 1600. Proibitivo? Sicuramente non economico, però qui bisogna aprire una parentesi. La fotografia sta tornando una passione, oltre che una professione, costosa; le aziende non producono più, per fortuna, prodotti economici di dubbia qualità come accadeva una decina di anni orsono e questa scelta mi trova molto d’accordo. Anche per questo motivo le apparecchiature tengono il prezzo nel tempo. Pensate che il Vario Tessar nuovo ha un prezzo di € 1000 (ha dieci anni tondi tondi), usato in buone condizioni non si trova per meno di € 800. Se tanto mi dà tanto, per come è costruito e per le sue prestazioni, anche questo FE avrà lo stesso futuro. È un buon investimento.


Tutte le foto in questa gallery sono state scattate con Sony A7R IV ed FE 20-70mm F4 G


Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
  • Cerca

  •