Helmut Newton iniziò la sua formazione a 16 anni, affiancando la famosa fotografa berlinese Elsie Neulander Simon (conosciuta come Yva) e specializzata in moda, ritratto e nudo.
Essendo di famiglia ebrea nel 1938 fu costretto a lasciare la Germania a causa delle persecuzioni naziste e trovò rifugio a Singapore, dove cercò di continuare la sua attività di fotografo; successivamente si trasferì in Australia, dove ottenne la cittadinanza.
Alla fine della guerra aprì il suo primo studio fotografico e conobbe l’attrice e modella June Browne, che sposò nel 1948. Trasferitosi a Parigi, visse e lavorò tra Montecarlo e Los Angeles.
La Fondazione Helmut Newton, presieduta della moglie June, aprì a Berlino pochi mesi dopo la sua morte, nel 2004.
Uno stile inconfondibile
Lo stile di Helmut Newton si caratterizza per l’erotismo e la provocazione: famosi sono i suoi studi sul nudo femminile e l’erotismo patinato che sfidano le convenzioni; la sua estetica mostra spesso tratti di sadomasochismo, feticismo e voyeurismo.
Alcuni critici hanno interpretato le sue opere come una forma di satira e di critica della società borghese.
Nelle sue foto le donne sono spesso rappresentate come dominanti, padrone del proprio corpo, con un rovesciamento delle regole dell’erotismo convenzionale.
Con il suo approccio ha rivoluzionato l’immagine femminile nella fotografia di moda e d’autore: le donne sono riprese in ambienti lussuosi e con accessori che ne esaltano la femminilità, come tacchi a spillo, camicie sbottonate o abiti maschili dal taglio severo.
Sono immagini cariche di tensione erotica, mistero, ambiguità e spesso sono espressione di feticismo o sadomasochismo.
La Serie “Big Nudes”, realizzata tra il 1979 e il 1981, presenta senza fronzoli o vezzi donne nude e potenti spesso in posa come statue antiche.
La scelta del bianconero
Helmut Newton lavorava molto in bianconero e le sue immagini si caratterizzano per i forti contrasti e l’illuminazione audace che conferiscono un’atmosfera intensa.
I suoi scatti raccontano storie, spesso influenzate dai film noir e dall’espressionismo; sono immagini progettate senza lasciare nulla al caso, spesso ambientate in contesti di grande lusso.
Successi e collaborazioni editoriali
I suoi scatti sono apparsi su riviste di moda prestigiose come Vogue nelle varie edizioni inglese, francese, americana, italiana, in L’Uomo Vogue, Harper’s Bazaar, Elle, GQ, Vanity Fair, Max e Marie Claire.
Il suo primo libro White Women è uscito nel 1976; nel 1999 Taschen ha pubblicato Sumo, all’epoca il libro d’arte di maggiori dimensioni mai pubblicato.
La mostra “Helmut Newton. Intrecci”
E’ un progetto della Fondazione Artea, realizzato in collaborazione con il Comune di Caraglio e curato da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation di Berlino.
L’esposizione riunisce oltre 100 fotografie, tra cui diversi scatti inediti, ed è il frutto della collaborazione con brand come Yves Saint Laurent, Wolford, Ca’ del Bosco, Blumarine, Absolut Vodka e Lavazza.
Da 23 ottobre 2025 a 1 marzo 2026
Il Filatoio, via Matteotti 40, Caraglio (Cuneo),
www.fondazioneartea.org