MEET Digital Culture Center è il primo Centro Internazionale per l’Arte e la Cultura Digitale in Italia, fondato da Maria Grazia Mattei nel 2020 a Milano con il supporto di Fondazione Cariplo.
È un luogo fisico e virtuale che si propone come punto di riferimento per la cultura digitale osservando le tendenze internazionali e promuovendole in Italia.
La sua sede milanese offre spazi come la Sala Immersiva (dotata di 15 proiettori per proiezioni continue a 270 gradi) e il Theatre; il suo archivio permanente “Le Radici del Nuovo” è a disposizione del pubblico.
La missione principale del MEET è ridurre il divario digitale italiano e sviluppare nuove opportunità attraverso la tecnologia creativa, promuovendo la cultura digitale applicata all’arte, al design, alla scienza e all’educazione. Lo fa attraverso un ricco palinsesto di iniziative.
Jean-Michel Jarre: tra musica e arti visive: fino al 7 settembre
Jean-Michel Jarre, pioniere della musica elettronica e precursore dei grandi spettacoli multimediali, continua la sua esplorazione artistica nel campo visivo con Promptitude, la sua prima mostra di arti visive. Un’evoluzione che è anche un’estensione naturale del suo lavoro di compositore e performer multimediale. Jarre ha sempre dato un ruolo centrale alla parte visiva delle sue performance, considerandole parte integrante della sua espressione artistica, che siano scenografie reali o virtuali.
“Promptitude”: un dialogo Uomo-Macchina
Con “Promptitude” Jarre approfondisce la collaborazione creativa tra l’essere umano e la macchina. Il “prompt” diventa un “haiku”: haiku è una forma di poesia tradizionale giapponese, caratterizzata da una struttura specifica e dalla capacità di evocare immagini e sensazioni profonde in pochissime parole.
Promptitude genera figure sospese in uno spazio condiviso dall’uomo e dalla macchina, figure che incarnano la tensione e la possibile armonia di questa relazione. Il dialogo tra l’intenzione umana e l’esecuzione algoritmica diventa il cuore del processo artistico, sottolineando il ruolo fondamentale del linguaggio umano, nelle sue espressioni più alte, nell’orientare gli algoritmi di IA verso risultati artistici significativi.
L’uomo contribuisce con la sua creatività, l’intenzione e la sensibilità estetica, mentre la macchina offre possibilità di esecuzione e nuove prospettive.
Il processo di generazione della mostra si è svolto in due fasi: la prima creativa, durante la quale l’artista ha affinato i propri prompt fino a vedere emergere gli esseri che aveva immaginato. È questo prompt finale, una sorta di haiku 3.0, che viene presentato qui. Poi, in un gioco di specchi invertito, è stato chiesto all’IA di generare un prompt dall’immagine.
“Promptitude” è arricchita da EŌN, una creazione sonora generativa progettata dallo stesso Jarre; vera opera in continua evoluzione, EŌN si dispiega all’infinito senza mai ripetersi esattamente, creando un’esperienza immersiva e fluida dove ogni istante sonoro è unico. Come un’eco alle creazioni visive dell’esposizione, questa composizione in costante mutazione accompagna e amplifica la riflessione sul dialogo tra l’uomo, la macchina e l’imprevedibile, estendendo il concetto di generatività dal visivo all’acustico in un’esperienza sensoriale completa.
The Golden Key: fino al 31 Agosto 2025
E’ uno studio immersivo sui miti globali. Al centro della costruzione di The Golden Key c’è un database accademico centenario che cataloga e struttura fiabe provenienti da tutto il mondo. Questo progetto storico richiama sorprendentemente gli attuali sforzi dei modelli linguistici come ChatGPT, che tentano di organizzare e identificare i modelli profondi dell’informazione disponibile online.
Molti di questi racconti hanno origini antichissime, risalenti a migliaia di anni fa, sebbene siano stati trascritti solo a partire dal XVI-XVII secolo. Prima di allora, queste storie venivano trasmesse oralmente di generazione in generazione, superando barriere geografiche e temporali immense.
The Golden Key è un’opera creata da Marc Da Costa e Matthew Niederhauser.
Marc Da Costa è un artista e antropologo il cui lavoro esplora la relazione tra le tecnologie emergenti e l’esperienza vissuta.
Matthew Niederhauser è un artista ed educatore. Il suo lavoro spinge i limiti delle tecnologie emergenti di intelligenza artificiale e realtà estesa (XR) all’interno di una vasta gamma di medium, esplorando concetti che sfumano il confine tra il digitale e il fisico.
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