Isola di Koh Samet, Thailandia
Ho provato la Sony ZV-E10 in Thailandia, prima tra le vie di Bangkok, in particolare del quartiere di China Town, poi sull’isola di Ko Samet e nel complesso non ha tradito le mie attese.
Sony ZV-E10 è una mirrorless APS-C pensata quasi esclusivamente per chi produce contenuti, come vlogger e creator, ma che in realtà nasconde un cuore da vera camera per fotografi e videomaker alle prime armi.
All’accensione si capisce subito che l’ergonomia e i comandi sono stati ottimizzati per l’auto-ripresa: lo schermo completamente articolato che si ribalta in avanti, il pulsante dedicato REC, il tasto per ottenere subito il bokeh (Bockeh Switch) e la modalità Product Showcase sono aspetti che rendono la vita più facile quando si parla davanti all’obiettivo, o si mostra un prodotto. Il microfono integrato e la slitta Multi-Interface chiudono il cerchio per chi non ha a disposizione un fonico o attrezzature complesse.
Sul piano tecnico la ZV-E10 monta un sensore Exmor APS-C da circa 24 Mpxl e registra internamente in XAVC-S (MP4, codec AVC/H.264): in pratica si può filmare in 4K fino a 30p (la 4K è sovra-campionata da una porzione più ampia del sensore) e in Full HD fino a 120p per lo slow-motion.
La compressione video
La compressione 4:2:0, 4:2:2 e 4:4:4 sono schemi di sottocampionamento della crominanza, che è una tecnica per ridurre le dimensioni dei dati video. Sfrutta la minore sensibilità dell’occhio umano ai dettagli del colore (crominanza) rispetto alla luminosità (luminanza). In pratica, si riducono le informazioni sul colore per risparmiare spazio, pur mantenendo quasi intatta la percezione visiva.
I profili immagine includono anche S-Log2/S-Log3 e HLG, il che rende la ZV-E10 teoricamente adatta anche a chi vuole fare un po’ di Color Grading, ma occorre tenere ben presente che la registrazione interna è a 8-bit 4:2:0. Questo significa che, sebbene sia possibile operare per ottenere un look cinematografico, il margine per correzioni cromatiche invasive è limitato e il rischio di banding aumenta se si spinge troppo la post-produzione. Per molti creator che pubblicano su social o YouTube, però, i profili HLG o lo spazio colore standard sono un compromesso pratico e veloce da gestire.
Tipologie di compressione
4:4:4: Questo è uno schema senza compressione del colore. Ogni pixel mantiene tutte le sue informazioni di luminosità e colore. La qualità è massima, ma anche la dimensione del file è molto grande. È utilizzato nella post-produzione cinematografica di alta gamma, in alcuni formati Raw e per la grafica computerizzata.
4:2:2: La crominanza viene campionata a metà risoluzione orizzontale, mentre rimane a risoluzione piena in verticale. Questo significa che per ogni blocco di 4 pixel orizzontali, il colore viene campionato solo 2 volte (una volta ogni due pixel). È un ottimo compromesso tra qualità e dimensione del file, comunemente utilizzato nelle riprese professionali per video editing, come nei codec ProRes.
4:2:0: La crominanza viene campionata a metà risoluzione sia in orizzontale che in verticale. Il colore viene campionato solo nella prima riga del blocco, e la riga sottostante non ha dati di colore propri, ma prende i valori da quella superiore. È lo schema più comune per la distribuzione di video online, come YouTube e Netflix, poiché offre un’elevata compressione.
C’è da dire che oggi il mercato offre soluzioni che consentono di limitare, e di molto, le ore spese in fase di editing, soprattutto in relazione al video che andiamo a realizzare.
La maneggevolezza è uno dei degli aspetti che ho più apprezzato della ZV-E10: il corpo è leggero, compatto e comodo da montare su un gimbal, e ben si presta per riprese “talking head” (inquadratura a mezzo busto del soggetto che parla), o per brevi clip. Non ci si può certo aspettare il coinvolgimento consentito da macchine di gamma superiore, ma non è per questo che la ZV-E10 è stata pensata.
Un limite di questo corpo è nell’assenza dell’IBIS per cui si dipende dalla stabilizzazione ottica dell’obiettivo (OSS), da quella elettronica (la modalità Active però comporta un crop dell’immagine) o dall’uso di un gimbal. Se la maggior parte delle riprese prevede camminate o movimenti dinamici servirà quindi un accessorio in più o ottiche stabilizzate per ottenere immagini fluide. In realtà la macchina facilita i movimenti dell’operatore e lascia quel senso di “camera a mano” che, soprattutto per certi video, molti videomaker ricercano.
L’autofocus è sicuramente un altro punto di forza: il sistema di tracking volto/occhi è rapido e affidabile ed evita spesso la necessità di regolare continuamente la messa a fuoco. Questo, insieme alle funzioni dedicate (Bokeh Switch, Product Showcase), è il motivo per cui la ZV-E10 viene spesso raccomandata come macchina da vlogging economica ma performante.
Anche l’audio integrato sorprende per la sua qualità nelle clip veloci; per le produzioni più curate è comunque consigliabile usare un microfono esterno, collegato via jack o alla slitta.
Le opzioni di slow-motion in Full HD fino a 120 fps sono utili e spesso sfruttate dai creator, ma bisogna sapere che alcune modalità a frame-rate elevati o la stabilizzazione elettronica applicano un crop sensibile al campo visivo. Ancora una volta, va bene per i social media, ma non è l’ideale se le esigenze sono di un Color Grading pesante o un compositing video avanzato dove 10-bit e 4:2:2 fanno la differenza. Inoltre la velocità di lettura del sensore non è la più aggiornata: panoramiche molto veloci o soggetti estremamente rapidi possono presentare l’effetto Rolling Shutter.
In condizioni di luce scarsa la ZV-E10 è in linea con altre APS-C: è discreta fino a un certo punto, ma spingendo gli ISO il rumore diventa evidente e il dettaglio si perde, specialmente nel casi di una marcata post-produzione.
Anche l’autonomia merita attenzione; le giornate di riprese intense richiedono di tenere a portata di mano una batteria di riserva e, assolutamente, il kit Sony GP-VPT2BT che prevede una pratica impugnatura con alcuni comandi, ma soprattutto garantisce una presa salda per riprese che non fanno rimpiangere (quasi mai) il gimbal.
Ho provato la Sony ZV-E10 in Thailandia, prima tra le vie di Bangkok, in particolare del quartiere di China Town, poi sull’isola di Ko Samet e nel complesso la piccola Sony non ha tradito le mie attese. Piccola e discreta, mi ha permesso di riprendere in ogni condizione, alternando soggetti molto vicini ad ampie inquadrature e ha supportato rapidi cambi di illuminazione e di sorgente luminosa, con relativo cambio di temperatura colore.
E’ quel tipo di macchina che fa venire voglia di usarla tanto è piccola e rapida e che consente, tramite App, di avere velocemente su smartphone le proprie foto e i video.
Il 16-50mm f/3.5-5.6 in dotazione non può fare miracoli: per la sua scarsa luminosità non è l’ideale quando si riprende in illuminazione media e spesso si rimpiange di non avere un po’ di zoom in più, ma visto che questa macchina andrà probabilmente ad arricchire il corredo di un fotografo che già usa Sony sarà facile montare ottiche superiori. Con il 24-105mm f/4 la resa è molto buona e si apprezza la praticità di trasporto.
ZV-E10 è una macchina che offre molti vantaggi al moderno creator, tra cui un autofocus affidabile, comandi pensati per il vlogging, video 4K oversampled e una buona dotazione audio di base, tuttavia non è priva di compromessi. L’assenza di stabilizzatore IBIS, il Rolling Shutter non trascurabile, la compressione 4:2:0 a 8 bit e le prestazioni in luce scarsa sono aspetti da valutare con attenzione in funzione del tipo di produzione da realizzare.
Ma attenzione! Questa macchina non è solo per vlogger e influencer; anche un fotografo l’apprezzerà come secondo corpo per i servizi foto o come macchina dedicata al video quando non si vuole “scomodare” l’attrezzatura principale, pesante e ingombrante. ZV-E10 è una piccola, ma operosa compagna di lavoro, che si presta per lavori di backstage, vlogging e time-lapse, ma è adatta anche al fotoamatore che cerca qualcosa di pratico e comodo da trasportare anche con le ottiche intercambiabili. Personalmente l’ho provata anche con il 24-105mm f/4 e il 24-70mm f/2.8 e nel 90% dei casi non fa rimpiangere una Full Frame.
Difetti? Pochi i comandi esterni, davvero scomodo l’unico tasto per passare da foto a video a S&Q (slow motion/quick motion), ma sorprende in negativo lo zoom digitale, che andrebbe bandito per legge sia nelle mirrorless che negli smartphone.
Sony ZV-E10 è una macchina del 2021, ma è interessante per chi desidera un approccio “easy” al video; il prezzo poi è quasi la metà della più recente versione II.
Testo e foto: Stefano Michelin