Dati di scatto: 1/120s - F3 - ISO 50
A metà mese Xiaomi ha presentato a Monaco di Baviera la nuova Serie T composta da 15T e 15T Pro andando ad innovare non solo il design ma anche la fotocamera con obiettivo tele, raddoppiandone la focale e la qualità grazie ad una struttura periscopica. In particolare Xiaomi 15T Pro è molto più di un medio gamma: è uno smartphone che può competere ad armi pari con i top di gamma su un palcoscenico importante.
Lo scorso anno 14T Pro è andato a migliorare alcuni aspetti critici di 13T Pro trasformando una sua difficoltà in opportunità: la fotografia notturna, vista fino a quel momento come un limite, diventava una certezza ed i risultati si sono visti sul campo. Forte di questo miglioramento, il nuovo Xiaomi 15T Pro può spingere un po’ sull’acceleratore delle specifiche e della qualità fotografica, dolcemente quanto basta per non andare ad insidiare pericolosamente la posizione di Xiaomi 15..anche se, a conti fatti, ancora una volta il modello Pro della Serie T mi sembra molto più completo e fotograficamente performante. Come? Soprattutto grazie alla nuova focale tele che passa dai 60mm ai 115mm equivalenti con all’interno la stessa struttura periscopica composta da 7 microlenti che ad ora è montata su Xiaomi 15 Ultra. Un cambio di passo davvero importante.
Come sul modello precedente anche qui la dicitura Leica presente sulla scocca è quindi ampiamente meritata. Ma non è solo la fotocamera a fare un salto di qualità bensì anche il processore, un Mediatek Dimensity 9400+ che solitamente è montato su alcuni top di gamma..come Oppo Find X8 Pro ad esempio. Ho avuto tra le mani 15T Pro per circa due settimane, sia con HyperOS 2 sia con HyperOS 3 anche se l’aggiornamento non ha impattato sull’esperienza fotografica: in ogni caso è un device che stupisce per il suo equilibrio tra prestazioni e prezzo – contando anche che al momento del lancio erano attive promozioni che lo facevano scendere dai 799 euro di partenza ai circa 549 euro con i vari sconti.
L’innovazione parte dal design. Nonostante il peso non sia cambiato, 15T Pro è leggermente più grande del predecessore: 162.7 x 77.9 x 7.96 mm in 210 grammi. Ciò che cambia è però la scelta dei materiali: la back cover passa dall’alluminio alla fibra di vetro spazzolata compatibile con la ricarica wireless. Impossibile non notare le differenze con il passato: 15T Pro è più squadrato e piatto. Ciò che invece stranamente si ingentilisce è l’isola, il bump fotocamera posteriore, che ora è un blocco unico senza sporgenze e scalini. Il pannello frontale è invece un display con tecnologia Lipo – Low-Injection Pressure Over-molding: una nuova tecnica di confezionamento per display che prevede l’incapsulamento di liquidi utilizzando materiali polimerici che vengono poi solidificati. In questo modo si garantiscono una cornice più sottile, che infatti è solo di 1.5mm, ed una maggior protezione della componentistica interna. Questo Amoled misura 6.8″ (2772 x 1280 pixel) e 447 ppi, garantisce il 100% della riproduzione colore DCI-P3, una luminosità di picco di 3200 nits e un refresh rate variabile fino a 144 Hz con supporto HDR10+ e Dolby Vision.
Sotto la scocca una batteria Xiaomi Surge da 5500 mAh con HyperCharge a 90 W e HyperCharge wireless a 50 W. Come sempre in questa fascia media il processore è un MediaTek, l’ultimo Dimensity 9400+ a 3 nm con una GPU Immortalis-G925 MC12 e una NPU 890 che gestisce efficacemente le funzioni di intelligenza artificiale. Quali? Scrittura AI, Riconoscimento vocale AI, Interprete AI, Ricerca AI, Sfondi dinamici AI, Assistente Creatività AI, Circle to Search e Google Gemini. Per garantire che le prestazioni siano sempre fluide entra in gioco il sistema di raffreddamento proprietario 3D IceLoop che separa liquidi e gas in due canali separati tramite una pompa a circuito LHP e include una texture 3D dedicata ad una miglior dissipazione del calore della sola CPU.
Xiaomi 14T Pro | Xiaomi 15 | Xiaomi 15T Pro | ||||
Fotocamera Wide | — | Light Fusion 900 1/1.3″, 50 Mpxl, 23mm F1.6 | — | Light Fusion 900 1/1.3″, 50 Mpxl, 23mm F1.6 | — | Light Fusion 900 1/1.3″, 50 Mpxl, 23mm F1.6 |
Fotocamera tele | — | 50 Mpxl, 60mm F2 | — | 50 Mpxl, 60mm F2 | — | 50 Mpxl, 115mm F3 |
Fotocamera ultrawide | — | 12 Mpxl, 15mm F2.2 | — | 50 Mpxl, 15mm F2.2 | — | 12 Mpxl, 15mm F2.2 |
Processore | — | MediaTek Dimensity 9300+, NPU | — | Qualcomm Snapdragon 8 Elite, NPU | — | MediaTek Dimensity 9400+, NPU |
Display | — | Amoled, 6.67″, 100% DCI-P3, 4000 nits | — | Amoled LTPO, 6.36″, 100% DCI-P3, 3200 nits | — | Amoled LIPO, 6.86″, 100% DCI-P3, 3200 nits |
Video | — | 8K/24p | — | 8K/24p | — | 8K/24p |
Dimensioni | — | 160.4 x 75.1 x 8.39 mm | — | 152.3 x 71.2 x 8.08 mm | — | 162.7 x 77.9 x 7.96 mm |
Peso | — | 209 g | — | 191 g | — | 210 g |
La grande novità che però fa da apripista a ciò che ci riserverà il futuro è Xiaomi Offline Communication, funzione che permette al dispositivo di essere utilizzato come un vero e proprio walkie talkie indipendentemente dalla presenza o meno della rete cellulare (2G/3G/4G/5G) o dal wi-fi..e tutto senza copertura satellitare. Sulla Serie T sono state infatti potenziate le tecnologie di comunicazione wireless, una su tutte il Bluetooth che offre una copertura in campo aperto e crea un ponte fino a 1.9 Km di distanza su 15T Pro e fino a 1.3 Km su 15T. Ad ora la compatibilità è garantita solo su questi due modelli ma tutti i prossimi Xiaomi ne saranno dotati.
Squadra che vince non si cambia..o perlomeno non del tutto. Rispetto a Xiaomi 13T Pro e a Xiaomi 14T Pro, le fotocamere wide e ultrawide sono rimaste le stesse. A cambiare è quella tele. Xiaomi 15T Pro monta quindi il classico sensore principale Light Fusion 900 da 1/1.3″ e 50 Mpxl che lavora in Pixel Binning 4 in 1 creando immagini equivalenti ad un 12 Mpxl con pixel da 2.4μm ed una tecnologia Dual Native ISO in grado di offrire una gamma dinamica da più di 13 stop; a lui è abbinata un’ottica Vario-Summilux equivalente ad un 23mm con apertura F1.6 stabilizzata OIS. Identico anche il sensore da 12 Mpxl (probabilmente un Samsung ISOCELL JN5) con obiettivo ultragrandangolare equivalente ad un 15mm F2.2 con angolo di campo di 120°. La vera, grande, novità che rende questo dispositivo un “quasi” top di gamma è l’obiettivo posto davanti al secondo sensore da 50 Mpxl (probabilmente un Sony IMX858), un 115mm F3 equivalenti con struttura interna periscopica composta da 7 microlenti di cui una asferica. La stessa di Xiaomi 15 Ultra, tanto per intenderci.
L’interfaccia fotocamera è quella vista su tutti i modelli precedenti, con modalità come Pro, Video, Foto, Ritratto e Scatto Rapido posizionati di default sulla barra in fondo al display e Ultra HD, Slowmo, Time Lapse, Lunga Esposizione, Panorama, Superluna e Documenti nel cassetto a scomparsa. Rispetto a 14T Pro e ai 15 mancano Doppio Video (doppia acquisizione da fotocamere posteriori e frontale) e Film (video con possibilità di personalizzazione dello sfocato con funzione Master Cinema); il perché è forse da ricercare nel loro poco utilizzo da parte del target di riferimento di questo device, altrimenti sarebbe una scelta abbastanza incomprensibile. Barra e cassetto si possono comunque riordinare, aggiungendo e togliendo funzioni per poter avere sottomano solo quelle che si utilizzano di più. L’esperienza è quindi personalizzabile a 360°, si può scegliere persino il colore dell’interfaccia. In modalità Ritratto Master ci sono le stesse simulazioni sfocato, in tutto cinque con possibilità di variare l’effetto da F0.95 a F16; a differenza del modello precedente però, qui le simulazioni si possono utilizzare con ogni distanza focale e non solo a 35mm, 50mm, 75mm e 90mm. L’introduzione più utile è sicuramente la “memoria” ovvero la possibilità di impostare manualmente dei parametri, come quelli di scatto o la risoluzione video, e ritrovarseli con soluzione di continuità ad ogni cambio di “fotocamera”. Ad esempio, in parole povere: se settiamo la massima risoluzione video questa si rincorrerà sia sulla fotocamera wide che su quella tele che su quella ultrawide, una cosa che prima non accadeva.
Un aspetto che andava assolutamente migliorato era lo stile dell’editor foto a cui ora è stato finalmente fatto un restyling importante: è molto più intuitivo ed organizzato, diviso in sezioni come Tono, Colori e Dettagli, e con icone molto più visibili e leggibili per poter velocizzare la postproduzione. Nella sostanza le funzioni sono ovviamente le stesse, soprattutto quelle AI: Espandi (l’unica generativa), Elimina, Cielo, Bokeh e Ritaglio, tutte molto precise.
Questo modello monta un sensore custom, una garanzia che Xiaomi conferma ogni anno da circa tre anni: un Light Fusion 900 da 1/1.3″, 50 Mpxl di risoluzione, che lavora in Pixel Binning con pixel da 2.4μm, tecnologia Dual Native ISO e una gamma dinamica da più di 13 stop. Davanti un obiettivo equivalente ad un 23mm F1.6. Il sensore è incredibilmente capacitivo, con una lettura di oltre 4000 linee per millimetro a 100 ISO, il rapporto migliore per scattare. In ogni caso ci si può spingere fino al massimo valore di 6400 ISO senza incorrere in pericolo di rumore, anzi ottenendo un file dall’ottimo dettaglio.
Il sensore secondario non è dato sapere da chi è prodotto (forse Sony, forse Omnivision, forse Samsung): 50 Mpxl con obiettivo equivalente ad un 115mm F3. La particolarità è che la struttura interna è periscopica, composta da 7 microlenti di cui una asferica. Questa tecnologia massimizza l’alta risoluzione rilevata che, ad ogni incremento ISO, va a calare in maniera progressiva e senza picchi. Qui a ISO 6400 comincia a vedersi il rumore, quindi meglio non spingersi oltre ad un valore di ISO 3200.
A dire il vero quando mi è stato recapitato non avevo aspettative circa grandi cambiamenti, anche perché il modello precedente mi aveva già molto convinto. Ma 15T Pro è davvero un device che non ti aspetti, non si può più considerare solamente un medio gamma, se non per il prezzo, ma qualcosa di più. I punti di forza visti l’anno scorso sono diventati uno standard per cui Xiaomi ha deciso di portare avanti lo sviluppo facendogli fare un salto di qualità per quanto riguarda “lo zoom” – che zoom poi non è, ricordiamolo sempre. Poter contare su un 115mm anziché su un 60mm vuol dire avere tra le mani uno smartphone più completo in grado di fotografare a più grandi distanze ma soprattutto portare a casa un’immagine migliore sotto ogni aspetto.
Come su 14T Pro la modalità notturna entra in automatico (a meno che non si scatti in Pro) però la notte è “davvero notte”: non ci sono fastidiose schiarite a giorno, i neri sono profondi e la gamma dinamica permette di andare a trovare dettagli dove non sembrava potessero essercene. In più: i punti luci mi sembrano salvi in ogni condizione senza flare o cattiva gestione dei raggi diretti, i colori sono carichi, vividi ma sicuramente reali.
Se è vero che il MediaTek Dimensity 9400+ stenta un po’ in rapidità di scatto, rispetto al 9300+ va a correggere alcune sbavature: i dettagli dell’immagine sono più marcati quindi la maschera di contrasto utilizzata è meno invasiva inoltre la gestione dell’esposizione è corretta anche in condizioni difficili.
La scienza colore approntata da Leica, Authentic e Vivid, è sempre eccellente: con la fotocamera principale scattare è un piacere ed il risultato è sempre quello che ci si aspetta. In questo senso Xiaomi è molto coerente da anni: nessun ribaltone, l’accoppiata sensore e color è una garanzia. Unico appunto non soddisfacente è lo shutter lag molto marcato, anche rispetto al modello precedente, che con soggetti in movimento diventa un limite a meno che non si usi la modalità “Street”, dove si abbatte un po’ la latenza, o, ovviamente, la raffica.
Detto questo ciò che traspare è la fiducia di Xiaomi riposta nel suo sensore Light Fusion a cui affida praticamente più del 70% delle immagini: è impressionante pensare che dai 23mm equivalenti ai 115mm equivalenti ogni fotografia scattata sia ricavata da un crop..tra l’altro con ottimi risultati.
In ogni caso la focale 5x è sicuramente la miglior sorpresa di questo modello (che ricordiamocelo ancora una volta è un medio gamma e non un top): stabilizzata, affidabile e dalla buona resa cromatica. Sulla carta non è un obiettivo luminoso ma il software fa un gran lavoro soprattutto in termini di sfocato: non sarà perfettamente circolare come quello della focale principale ma è morbido e piacevole. Inoltre, anche se non specificato apertamente, è la fotocamera più adatta per eseguire scatti ravvicinati senza per forza dover attivare la funzione Macro ogni volta.
La serie T si rivela ancora una volta estremamente completa per prestazioni e funzionalità. Fotograficamente parlando è una scelta più che percorribile anche nei confronti di Xiaomi 15: non avrà una fotocamera ultrawide da 50 Mpxl ma dalla sua può contare su un obiettivo periscopico da 115mm che il 15 non ha. Risulta quindi molto più versatile per i primi piani come per gli scatti dalla distanza. Il prezzo è quello di un medio gamma ma il file immagine è quello che ci si aspetta da un vero top di gamma.