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Fotografia.it

Apollo 11: Hasselbllad e Zeiss festeggiano lo sbarco sulla Luna

Quello che potrebbe essere considerato uno dei momenti più iconici per la storia di Hasselblad e Zeiss è stato quando la missione Apollo 11 è riuscita a far atterrare il modulo Eagle sulla Luna il 20 luglio 1969, a significare i primi passi dell’umanità sul nostro pianeta. Una Silver Hasselblad Data Camera (HDC) argento, dotata di un obiettivo […]

Francesco Carlini | 20 Luglio 2019

Quello che potrebbe essere considerato uno dei momenti più iconici per la storia di Hasselblad e Zeiss è stato quando la missione Apollo 11 è riuscita a far atterrare il modulo Eagle sulla Luna il 20 luglio 1969, a significare i primi passi dell’umanità sul nostro pianeta. Una Silver Hasselblad Data Camera (HDC) argento, dotata di un obiettivo Zeiss Biogon 60mm f/5.6, è stata scelta per documentare la superficie lunare e attaccata al petto dell’astronauta Armstrong. Una seconda Hasselblad Electric Camera (HEC) nera con un obiettivo Zeiss Planar 80mm f/2.8 è stata utilizzata per fotografare l’interno del modulo lunare Eagle.

Walter Schirra con la Hasselblad 500C

Walter Schirra con la Hasselblad 500C

Sono passati 50 anni da quel momento, ma la collaborazione tra la NASA e Hasselblad cominciò 7 anni prima quando ancora il programma sperimentale si chiamava Mercury. Fu Walter Schirra – futuro astronauta e appassionato di fotografia, che già possedeva una Hasselblad 500C con un obiettivo Planar 80mm f/2.8 – che suggerì alla NASA di utilizzare una Hasselblad conoscendone la qualità e le potenzialità. Ma i modelli disponibili sul mercato in quel momento andavano migliorati e modificati per i viaggi spaziali, soprattutto per quanto riguardava il loro peso..insomma, avevano bisogno di un lifting: furono rimossi il rivestimento in pelle, l’otturatore ausiliario, lo specchio reflex e il mirino. Inoltre fu realizzato un nuovo caricatore che permettesse 70 pose, contro le solite 12. Il tutto venne completato con una nuova verniciatura nera opaca, in modo che la macchina riducesse al minimo i riflessi. Questo per quanto riguarda la missione Mercury 8 nella quale fu proprio Schirra a testare le potenzialità di questa soluzione.

Hasselblad 500C naked

Hasselblad 500C naked

Ma appunto, torniamo al programma Apollo, come detto in questo caso venne impiegata una Hasselblad 500EL con obiettivo Zeiss Biogon da 60 mm f/5.6. Zeiss venne coinvolta dalla NASA nel 1968 per la realizzazione di un obiettivo fotografico che doveva essere utilizzato durante l’allunaggio.  “Il tempo per lo sviluppo è stato estremamente breve” – afferma il dott. Vladan Blahnik, che lavora nel reparto di R&S Zeiss. I dati ottici per il modello di obiettivo precedente, Zeiss Biogon 38mm f/4.5, venivano ancora calcolati manualmente: un processo estremamente dispendioso in termini di tempo. Tuttavia, un server centrale, ha contribuito a determinare, in sole due settimane, i parametri matematici per l’obiettivo appositamente progettato per l’allunaggio: Zeiss Biogon 60mm f/5.6. La pressione era al massimo dato che questo modello non era mai stato nello spazio, per cui anche qui vennero utilizzati alcuni accorgimenti: macchina e obiettivo furono dipinti di color argento per cercare di contenere lo sbalzo termico (compreso tra -65°C e 120°C) – venne equipaggiata con una pellicola da 70mm realizzata ad hoc direttamente da Kodak ed in grado di immagazzinare 200 pose. Per gli interni del modulo Eagle venne invece utilizzata una Hasselblad 500EL con obiettivo Zeiss Planar 80mm f/2.8.

Hasselblad Data Camera utilizzata per le missioni Apollo8, 9, 10, 11

Hasselblad Data Camera utilizzata per le missioni Apollo8, 9, 10, 11

Al fine di soddisfare i ristretti margini di peso previsti per il ritorno, entrambe le fotocamere furono lasciate sulla superficie lunare. Ma non furono le uniche: dall’Apollo 11 all’Apollo 17, un totale di dodici corpi macchina sono stati lasciati sulla Luna.

GEMINI-11 SPACECRAFT ORBITING EARTH, 26TH REVOLUTION INDIA AND CEYLON IN VIEW, 1966 © NASA

GEMINI-11 SPACECRAFT ORBITING EARTH, 26TH REVOLUTION
INDIA AND CEYLON IN VIEW, 1966
© NASA

ASTRONAUT EDWARD H. WHITE FLOATING IN ZERO GRAVITY WITH EARTH BEHIND HIM, JUNE 1965 © NASA

ASTRONAUT EDWARD H. WHITE FLOATING IN ZERO GRAVITY WITH EARTH BEHIND HIM, JUNE 1965
© NASA

Ma quei crocini sulle immagini? “Si decise di optare per una fotocamera dotata di un Resau plate, un vetrino sul quale erano incise delle crocette, detti marcatori fiduciali, oggi visibili nelle fotografie lunari. Queste crocette hanno permesso di calcolare le proporzioni e le distanze tra i singoli oggetti sulla luna”, spiega Blahnik. “Lo speciale design simmetrico dell’obiettivo della telecamera ha fornito un’eccellente correzione per le distorsioni e tutti gli altri errori d’immagine”.

ASTRONAUT BUZZ ALDRIN APOLLO 11 MISSION © NASA

ASTRONAUT BUZZ ALDRIN
APOLLO 11 MISSION
© NASA

EDWIN "BUZZ" ALDRIN ON THE MOON'S SURFACE APOLLO 11 MISSION © NASA

EDWIN “BUZZ” ALDRIN ON THE MOON’S SURFACE
APOLLO 11 MISSION
© NASA

ASTRONAUT'S FOOTPRINT IN THE LUNAR SOIL APOLLO 11 MISSION © NASA

ASTRONAUT’S FOOTPRINT IN THE LUNAR SOIL
APOLLO 11 MISSION
© NASA

Nel complesso, durante la missione Apollo 11 sono state scattate 1.407 fotografie: 857 delle immagini sono state scattate in bianco e nero e 550 a colori. Durante tutte le missioni Apollo, sono state scattate oltre 30.000 foto con fotocamere Hasselblad dotate di obiettivi Zeiss.

Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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