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Una composizione che guida la lettura dell’immagine.

La Regina degli Scacchi: i segreti della composizione

Nel fascicolo di Progresso Fotografico #67: la composizione 1, abbiamo intervistato i curatori della pagina Facebook @LogLineCinema per approfondire il modo in cui il direttore della fotografia della serie La Regina degli Scacchi ha gestito gli elementi della composizione, dai soggetti all’illuminazione, ai colori.

Redazione fotografia.it | 31 Maggio 2021

Gli autori di Log Line Cinema analizzano gli elementi della composizione delle singole scene di The Queen’s Gambit, La Regina degli Scacchi (tracciando anche delle linee di composizione direttamente sui frame), così come gli attributi cromatici che identificano ben precise palette di colore (in linea  per altro con le tendenze dell’editing fotografico contemporaneo). A completare l’analisi vengono riportate citazioni dai dialoghi più caratterizzanti dei protagonisti.


Come avete selezionato scene e fotogrammi da commentare?

Per iniziare abbia guardato la miniserie due volte. La prima, che è anche stata la “prima” su Netflix, ci ha permesso di metabolizzare le storie e i personaggi; poi, riguardandola una seconda volta, abbiamo cercato i dettagli, in particolare per quello che riguarda le inquadrature, l’uso del colore, della luce e la composizione.

A questo punto è iniziata l’opera di analisi dello stile e abbiamo calcolato le ore, i minuti e i secondi dedicati ai singoli elementi.

Per analizzare la composizione abbiamo selezionato le diverse tecniche utilizzate: regola dei terzi, inquadrature, equilibrio asimmetrico, linee guida, tutti schemi compositivi ben noti a chi si occupa di fotografia.

Ma l’efficacia di un film dipende anche dalle inquadrature “forti”, quelle che il pubblico ricorda con maggiore facilità, ad esempio la ripresa frontale Asimmetrica e Centrale del viso di Beth (Anya Taylor-Joy) e la scena della partita di scacchi tra Beth e Benny (Thomas Brodie-Sangster), inquadratura esplicitamente costruita sulla regola dei terzi.

La Regina degli Scacchi: composizione – La disposizione dei personaggi comunica la loro distanza; li divide anche la scacchiera al centro. Il punto di contatto tra loto è costituito dagli sguardi.

Il look “vintage” di The Queen’s Gambit si accompagna a luoghi, abbigliamento e stili di vita coerenti. Viene fatto uso dei colori per accentuare gli stati d’animo?

Abbiamo scoperto che The Queen’s Gambit utilizza uno schema di colori molto interessante per rappresentare eventi e stati d’animo. Per esempio quando Beth (Anya Taylor-Joy) è all’orfanotrofio, le tonalità di colore, come i costumi o gli oggetti di scena, sono per lo più monocromatiche e cariche per comunicare le difficoltà che Beth deve sopportare; la stessa tecnica è usata per rappresentare gli eventi precedenti la morte di sua madre.

Al contrario, quando Beth lascia l’istituto ed entra nel mondo della competizione degli scacchi le tonalità di colore si arricchiscono. Ad esempio quando Beth entra nella casa della madre adottiva, Alma (Marielle Heller), si possono notare le tonalità verde, rosa, arancione e blu delle le stanze e delle decorazioni, in forte contrasto con le scene dell’orfanotrofio.

Il colore rimarca il nuovo mondo in cui Beth sta per entrare.

L’uso delle tonalità di colore e dell’illuminazione accompagna anche i vari momenti della narrazione e permette una migliore rappresentazione delle emozioni delle situazioni: il rosso per il desiderio di vittoria, il verde scuro per la confusione e l’esitazione, il blu scuro per la tristezza e il dolore, il rosa per le emozioni nell’immaturità.

Foto 1
Le tonalità verdi fanno risaltare Beth e contemporaneamente comunicano il suo stato di incertezza, pieno di dubbi.
Foto 2
Le sfumature di blu e grigio descrivono uno stato d’animo cupo e un senso di ambiguità.
Foto 3
L’uso di tonalità rosse nelle ombre sottolinea lo stato d’animo di Beth e della sua nuova madre.

Gli sguardi sono molto importanti quando si tratta di esprimere sentimenti ed emozioni; come sono usati in termini di composizione?

E’ vero, gli sguardi hanno un peso rilevante in questa miniserie. Basta guardare come cambia l’inquadratura per evidenziare il punto di vista dei giocatori impegnati ad eseguire una mossa. Inoltre abbiamo notato l’uso della tecnica compositiva Center & Asymmetrical Balance, che dà al pubblico la sensazione di essere di fronte al proprio avversario, e della regola dei terzi in campo ampio, che consente di bilanciare la scena con i due avversari della partita di scacchi.

La Regina degli Scacchi: composizione – È interessante la scelta di suddividere in modo simmetrico il fotogramma: trasmette la differenza tra i due personaggi.

Abbiamo notato come la composizione cambi radicalmente nel passaggio di Beth dal periodo dell’infanzia all’età adulta.

L’infanzia di Beth è descritta solo con una manciata di schemi di composizione. Sia le immagini sia la composizione delle scene della giovane Beth non sono dettagliate e nitide come quelle del suo periodo adulto.

Dopo molte partite di scacchi, in cui ha dimostrato determinazione e concentrazione, Beth è cresciuta e anche gli schemi compositivi si sono adeguati diventando più vari e ordinati.

Ci puoi citare una scena in cui a tuo parere sia possibile apprezzare l’eccellenza della regia di Scott Frank?

Posso citare la scena del primo episodio in cui Beth partecipa alle partite di scacchi simultanee (episodio 1) con i membri del suo club. E li batte tutti.

La Regina degli Scacchi: composizione – Mi piace molto la gestione dei personaggi nello spazio, aiuta a far emergere la loro identità: al giocatore più anziano in primo piano si contrappone Beth, al centro dell’inquadratura. E’ lei che finirà per vincere la partita.

Scott Frank ha utilizzato molte composizioni differenti che seguono passo passo l’andamento narrativo del racconto. Ad esempio mettere Beth tra i ragazzi disposti attorno, con una giustapposizione di soggetti in posizioni adiacenti o opposte, suggerisce significati differenti. Queste composizioni riescono da un lato a sottolineare l’abilità di Beth negli scacchi, dall’altro evidenziano dinamiche dell’età (all’epoca aveva solo 9 anni) e dinamiche di genere che caratterizzano il mondo degli scacchi.

Torniamo alla tavolozza dei colori. L’intonazione viene gestita sul set, durante le riprese (ad esempio attraverso una scelta appropriata di arredi o capi di abbigliamento), oppure la correzione del colore rivela la sua magia in post-produzione?

A mio avviso entrambe le scelte hanno ragione di essere. Questo perché durante la produzione il colore deve essere gestito sul set a un certo livello in modo da rendere il film accattivante e in grado di trasmettere emozioni o significati.

Il lavoro di correzione colore in post-produzione interviene in un secondo tempo per rafforzare il lavoro fatto sul set; la loro coerenza accresce l’efficacia della comunicazione.

L’illuminazione progettata da Scott Frank e Steven Meizler è molto efficace; ritieni che la luce abbia un ruolo importante nel rafforzare la composizione?

Anch’io ritengo straordinaria la collaborazione tra Scott Frank e Steven Meizler! Come accennato in precedenza, l’illuminazione non è stata utilizzata solo per soddisfare il gusto di belle immagini, ma per trasmettere i sentimenti, desiderio, incertezza, dolore.

La Regina degli Scacchi: composizione – Ho molto apprezzato la prospettiva di questa inquadratura: permette di cogliere la grandiosità dell’ambiente in cui si svolge la competizione di scacchi. L’illuminazione rafforza la profondità della scena.

Ovviamente in cinematografia lo studio e la gestione delle luci gioca un ruolo importante anche sotto l’aspetto della composizione dal momento che, in genere, la luce naturale non è sufficiente; in ogni caso l’illuminazione va corretta in post-produzione.

Un classico schema di composizione che lavora sull’illuminazione è quello denominato “Figure to Ground” in cui si colloca il soggetto su uno sfondo contrastante, quello che chiamiamo “Scuro su Chiaro” (o viceversa). Maggiore è il contrasto che si riesce a creare, maggiore è l’efficacia della composizione.

L’illuminazione può essere utilizzata anche per aumentare la percezione della tridimensionalità della scena. Per esempio negli schemi di composizione Center o Depth & Distances, per illuminare i soggetti vengono usate le tecniche Key Light, Fill Lights o Back Light.

In molte scene il viso di Beth non era sempre pienamente illuminato, ma presentava parti scure o in chiaroscuro per esprimere la complessità delle strategie che Beth stava elaborando nella sua mente.

Da Progresso Fotografico #67: la composizione 1

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