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Fotografia.it

L’esperto risponde – Nitidezza e plasticità dell’immagine

In che modo la nitidezza può aumentare la separazione dei piani?

Redazione fotografia.it | 19 Marzo 2022
esperto-risponde-pratica

Ho trovato che con la nitidezza di default vanno apparentemente a fuoco, credo per l’effetto bordo, anche piani dell’immagine in realtà fuori fuoco rendendo piatta l’immagine. Se in postproduzione si diminuisce la nitidezza vanno a fuoco meno piani e l’immagine diviene più plastica, quasi come se fosse fotografia analogica. Mi pare di aver sentito dire era questo un accorgimento addirittura di Rembrandt, il quale, differenziando la nitidezza nella raffigurazione dei vari piani, riusciva a dare maggior plasticità e rilievo ai suoi soggetti. Credo anche che la qualità del risultato dipenda in gran parte dalle dimensioni del piano immagine-sensore e dalla focale e conseguente profondità di campo degli obiettivi usati, ancor prima che dalla loro qualità.
– Renato

Giustissima osservazione! Capita più volte (anche in epoca analogica) di notare aspetti che confermano quanto dice; obiettivi a minore risoluzione periferica danno a colpo d’occhio una maggiore plasticità con un soggetto al centro. È ancora il fenomeno che riporta lei di staccare maggiormente la parte nitida (che appare vicina) da quella appena più confusa; per questo viene percepita come più lontana, su un altro piano di messa a fuoco. Lo stesso si può fare agendo sulla nitidezza.

Anche il riferimento a Rembrandt è graditissimo. C’è addirittura chi ritiene che il grande fiammingo utilizzasse un sistema costituito da un obiettivo e uno specchio per proiettare sulla tela l’immagine della persona da ritrarre e in particolare se stesso nei celebri autoritratti. Fu proprio in quell’epoca e in quel luogo che si diffuse la prima capacità artigianale di produrre lenti. C’era un gran fermento al riguardo, ben prima che si arrivasse alla fotografia. Rembrandt era certamente al corrente di questi sviluppi e di queste nuove possibilità tecniche.

I fotografi hanno sempre da imparare dai grandi pittori del passato. Sono loro che per primi si trovarono ad affrontare le stesse problematiche dell’immagine e della luce pur in assenza di supporti di registrazione. Così studiarono i fenomeni, cercando le tecniche e le accortezze migliori per rendere nel modo più realistico le scene da rappresentare. Fossero esse reali o di fantasia.


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