X
Entra
Accedi
Ho dimenticato la password
X
Se il tuo indirizzo è presente nel nostro database riceverai una mail con le istruzioni per recuperare la tua password

Chiudi
Reset password
Inserisci il tuo indirizzo email nella casella sottostante e ti invieremo la procedura per resettare la password
Invia
X
Grazie per esserti registrato!

Accedi ora
Registrati
Registrati
Ho dimenticato la password
Fotografia.it

Al via la quarta edizione di Italian Sustainability Photo Award

Redazione fotografia.it | 24 Gennaio 2023

Ufficialmente lanciata la quarta edizione di ISPA (Italian Sustainability Photo Award), il primo premio fotografico italiano dedicato alla Sostenibilità.

fotopuntoit_©valeria-scrilatti
© Valeria Scrilatti – Roma, Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU. Barbagianni in cura e riabilitazione presso il centro.

La LIPU ha come obiettivi principali la conservazione della natura e la protezione degli ani-mali selvatici e dei loro habitat. Ogni anno nel centro di Roma si curano oltre 500 tra falchi, gufi, rondini, volpi, pipistrelli e altri animali. L’attuale tasso di estinzione delle specie è stimato essere tra le 100 e le 1.000 volte più alto rispetto al tasso naturale di estinzione. L’Italia ospita circa un terzo della fauna presente in Europa, stimando oltre 60.000 specie. I principali fattori che minacciano la biodiversità sono il cambiamento climatico, l’inquinamento, l’agricoltura intensiva, l’erosione dei suoli e la desertificazione.

La quarta edizione di ISPA prosegue il racconto fotografico delle storie positive italiane di progresso ed evoluzione, di soluzioni coraggiose e scelte ispirate al mondo della sostenibilità; storie di un Paese che si evolve e si trasforma, sempre in cammino verso un futuro fatto di crescita consapevole e innovazione. Obiettivo puntato sulla sostenibilità intesa non solo come salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità ma anche come sviluppo sostenibile, soluzioni innovative, diritti e doveri, inclusione; politiche di diversità, attenzione agli aspetti sociali e di benessere accessibile.

fotopuntoit_©elisabetta-zavoli-antichi-mestieri-e-nuove-generazioni
© Elisabetta Zavoli – I gabbiani si affollano intorno al peschereccio Levriero II.

Secondo un recente studio pubblicato dall’IUCN – International Union for Conservation of Nature nel luglio 2021, si stima che la quantità di rifiuti presente nel Mar Mediterraneo sia di 1,178 milioni di tonnellate. Tomas Parenti, 25 anni, il più giovane capitano di peschereccio della flotta di Rimini, ha progettato e sperimentato una rete da pesca più efficiente e sostenibile che raccoglie anche rifiuti. Sotto la guida del padre, un pescatore originario di Pantelleria, Tomas ha imparato a pescare. Dopo aver partecipato a CleanSea LIFE, un progetto europeo che mira a sensibilizzare i vari stakeholder sul tema dei rifiuti marini, ha modificato la sua rete a strascico con un terminale a due sacche: quella superiore per la cattura dei pe- sci e quella inferiore per la raccolta dei rifiuti dal fondale marino. Se attuata a livello nazionale, questa soluzione potrebbe contribuire alla pulizia del mare, salvare le risorse marine e rendere la pesca più sostenibile.

Tre le categorie di premio: Foto Singola, Storia Fotografica e Grant così come tre le aree tematiche entro le quali i fotografi sono chiamati a rappresentare visivamente i temi e i concetti chiave dello sviluppo sostenibile: sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale e governance sostenibile.

“Have you ever heard the sound of falling rocks?” è un viaggio di sei mesi lungo l’arco alpino, tra Italia, Francia, Svizzera e Austria. Un’indagine visiva su un fenomeno tanto importante quanto poco noto: il degrado del permafrost. Il progetto è il racconto di un ecosistema che sta cambiando e dell’attività di chi ha dedicato buona parte della propria vita a cercare possibili soluzioni. Emergono resilienza, spirito di adattabilità e un impegno nel campo della ricerca scientifica che mette in luce qualità umane e professionali: testimonianze importanti e modelli per le generazioni future. Nel corso del Ventesimo secolo le temperature sulle Alpi sono aumentate di 2 gradi Celsius, il doppio della media dell’intero pianeta. Inverni più brevi, innevamento ridotto, scioglimento dei ghiacciai sono solo alcuni degli effetti del riscaldamento globale sull’arco alpino. Vi sono però effetti meno visibili, dei quali è difficile avere una chiara percezione ma che hanno un impatto drammatico sulla salute di uno degli ecosistemi più importanti, e allo stesso tempo più fragili, della Terra. Fra questi C’è il degrado del permafrost, la parte superficiale della crosta terrestre più a contatto con tutti i fenomeni che si verificano nell’atmosfera. Il suo degrado, dovuto allo scioglimento del ghiaccio in esso contenuto, è fonte di instabilità dei versanti e di modificazioni del circuito idrogeologico con gravi ripercussioni sul territorio. Il ghiaccio all’interno delle fessure rocciose agisce come cemento, tenendo insieme parti della montagna, ma con l’aumento della temperatura e del livello di congelamento la stabilità diminuisce con un potenziale aumento di frane e crolli, eventi che si registrano sempre più spesso in tutte le Alpi. Gli effetti di questi cambiamenti non si riflettono solo sull’ambiente ma anche sulle comunità alpine che da secoli vivono in questo delicato ecosistema. “Le montagne, e le Alpi in modo particolare – spiega l’autore – hanno sempre avuto un peso rilevante nella mia vita. A piedi, con gli sci, con ramponi e picozza o appeso ad una corda, le ho attraversate in lungo e in largo per anni. La solitudine che vi si può respirare, la sensazione di essere impotente di fronte alla loro grandezza, ma anche la loro nascosta fragilità, sono alcune delle cose che mi hanno affascinato dell’ambiente alpino fin da quando ero un bambino. Negli anni le ho viste cambiare. Ho visto i versanti crollare, i torrenti gonfiarsi ferocemente, le nevicate cambiare drasticamente, i ghiacciai ritirarsi, la roccia diventare più instabile, gli animali modificare le loro abitudini, gli uomini doversi adattare a condizioni climatiche diverse e a eventi atmosferici sempre più estremi”. “Have you ever heard the sound of falling rocks?” è stato sviluppato in collaborazione con enti e istituzioni quali, tra gli altri: ARPA Piemonte, Università di Bolzano, Fondazione Edmund Mach, Universitè Savoie Mont Blanc, Provincia di Trento, Museo di Scienze Naturali di Verona, SLF Suisse, Università Milano Bicocca.

L’ultima edizione ha premiato Valeria Scrilatti e la sua iconica figura di un barbagianni nella categoria miglior foto singola; il progetto “Antichi mestieri e nuove generazioni” di Elisabetta Zavoli, come miglior storia fotografica; Tomaso Clavarino, vincitore del Grant per “Have you ever heard the sound of falling rocks?”, progetto fotografico sviluppato nel corso di sei mesi lungo l’arco alpino, per testimoniare gli effetti dell’aumento delle temperature e lo scioglimento del permafrost.

Il concorso è gratuito e aperto a tutti i fotografi, italiani e stranieri, senza limiti di età. Informazioni e iscrizioni sul sito di Italian Sustainability Photo Award.

Redazione fotografia.it
  • Cerca

  •  

  • Ultime News