Carrie Mae Weems è un’artista concettuale che analizza e affronta i temi di razza e femminilità alla ricerca di nuovi modelli di vita. La sua pratica artistica è principalmente fotografica, ma incorpora anche testi, tessuti, audio, installazioni e video e trae ispirazione dalla specificità della sua esperienza di donna nera, ma è universale nelle esplorazioni delle relazioni familiari, dell’identità culturale, delle strutture di potere e della gerarchia sociale. Attenta alle tradizioni e alle scienze sociali, nelle sue creazioni adatta anche immagini d’archivio ed etnografiche.
Carrie Mae ha acquisito notorietà ai primi anni Novanta con la serie Kitchen Table Series. Il suo lavoro esamina in modo critico questioni relative a razza, genere, classe sociale e identità negli Stati Uniti.
Carrie Mae combina spesso testo e immagini fondendo tecniche documentarie, autobiografiche e narrative. La sua arte approfondisce temi quali il potere, l’ingiustizia sociale e la rappresentazione storica (spesso distorta) delle comunità nere, in particolare delle donne.
Carrie Mae Weems ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti e le sue opere sono state esposte dai principali musei di tutto il mondo; nel 2014 è stata la prima donna afroamericana ad avere una mostra retrospettiva al Guggenheim Museum.
Il progetto Preach
Al centro della mostra c’è il nuovo progetto Preach, commissionato da Intesa Sanpaolo, un’ambiziosa installazione che ripercorre la religione e spiritualità dei discendenti afro-americani attraverso le generazioni. La serie celebra le forme di culto e al tempo stesso denuncia la violenza e l’oppressione che sono elementi inseparabili di questa storia.
Carrie Mae scrive nel testo che accompagna questa installazione:
“Nelle fiamme e tra le bombe, prega dove e quando puoi, nei porti e nelle capanne, nei palazzi e nei seminterrati, nei teatri e nei club. Dal tuo nascondiglio segreto hai scoperto nuove forme di culto…”
Preach intreccia le prime immagini di Harlem, San Diego, e Sea Island, Georgia con nuovi lavori che evocano la realtà trascendente dell’espressione religiosa per gli americani neri di oggi.
La retrospettiva comprende anche molti dei primi lavori di Weems, come la storica Kitchen Table Series (1990) e Museums (2006 ma ancora in corso); una selezione di progetti più recenti, come Scenes and Takes (2016) e Painting the Town (2021); e importanti installazioni video tra cui The Shape of Things (2021) e Leave Now! (2022).
Queste opere accompagnano i visitatori in un viaggio che abbraccia l’intero arco della carriera dell’artista, mostrando la profondità e la varietà del suo linguaggio artistico.
La mostra
La mostra rientra nel programma della Fondazione Compagnia di San Paolo sui temi dell’inclusione e della valorizzazione delle differenze come fonte di ricchezza, temi che vengono sollecitati dai contenuti in mostra. La fotografia è strumento di racconto, di documentazione, ma anche di costruzione di identità capace di contribuire al processo di inclusione e creazione di comunità.
L’esposizione “Carrie Mae Weems: The Heart of the Matter” è accompagnata da un catalogo co-edito da Società Editrice Allemandi e Aperture; oltre a numerose immagini delle opere dell’artista americana contiene contributi di studiosi appartenenti a generazioni diverse
La mostra è realizzata in collaborazione con Aperture, con la curatela di Sarah Meister, già curatrice del dipartimento di fotografia del MoMA di New York. La mostra è parte del programma principale della seconda edizione di EXPOSED Torino Foto Festival dal titolo Beneath The Surface, a cura di Menno Liauw e Salvatore Vitale.
Fino al 7 settembre alle Gallerie d’Italia – Torino
https://gallerieditalia.com/it/torino/