
Ancora un fotoreporter palestinese ucciso dall’esercito israeliano; si chiamava Mohammed Wadi; non posso che riconoscere il coraggio di questi fotografi (e giornalisti) che sfidano il governo israeliano e le sue armi con una semplice fotocamera.
Questa guerra vede morire fotografi come mai prima d’ora: è la conferma di quanto sia potente la comunicazione della fotografia e di quanto sia temuta da chi commette crimini di guerra: meglio eliminare i testimoni. E un testimone è stato Mohammed Wadi ucciso nell’ennesimo raid condotto dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) a Gaza.

La settimana scorsa i media italiani hanno dato ampio risalto anche alla storia di un’altra fotoreporter palestinese, Fatma Hassouna, uccisa nel corso di un attacco aereo; Fatma era una fotoreporter palestinese di 24-25 anni che è diventata un simbolo della resistenza e della testimonianza civile a Gaza; Fatma documentava la sofferenza e la resilienza del popolo palestinese e non solo le macerie, cercava di mostrare la dignità e le speranze della sua gente.

La storia di Fatma è al centro del film documentario “Put Your Soul on Your Hand and Walk” (Prendi in mano l’anima e cammina), diretto dalla regista iraniana Sepideh Farsi. Il film è costruito sulle videochiamate intercorse tra la regista e Fatma nel corso di circa un anno e propone un dialogo intimo tra le due donne, diventando un archivio visivo prezioso e toccante della vita di Fatma e della situazione a Gaza vista dall’interno.

Il documentario, uscito nelle sale italiane il 27 novembre 2025, è stato presentato a festival internazionali come Cannes e la Festa del Cinema di Roma.
Le immagini sono tratte da questo video