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Fotografia.it

Foto & Bit: l’incantesimo del faraone

Redazione fotografia.it | 1 Giugno 2024

Un racconto fantastico di Guido Alberto Rossi accompagnato dalle immagini di Carlo Alberto Mari generate con l’intelligenza artificiale. Il libro Foto & Bit è un’iniziativa a sostegno della Onlus Pane Quotidiano.

La luce del mattino filtrava a stento attraverso l’entrata della Grande Piramide, illuminando il corridoio che mi portava alla tomba appena scoperta. Io e un team di archeologi, guidati dallo stimato Professor Jonathan Hale, eravamo sul punto di varcare la soglia di una camera sepolcrale che aveva eluso gli sguardi per millenni.
“Il Faraone Mai Svelato” era il nome che già circolava tra noi, un titolo che suonava tanto promettente quanto misterioso.

L’interno della tomba era uno spettacolo che superava ogni immaginazione: al centro della camera, un sarcofago completamente d’oro massiccio attirava tutti gli sguardi, circondato da oggetti di inestimabile valore. Pugnali con manici rivestiti di gemme, gioielli che brillavano sotto la luce delle torce e affreschi di una bellezza mozzafiato adornavano le pareti, narrando la vita di un faraone di cui non vi era alcuna traccia nei libri di storia.

Il Professor Hale, con un misto di eccitazione e reverenza, si avvicinò al sarcofago. Noi lo seguivamo, trattenendo il respiro in attesa del momento storico. Con estrema cautela, iniziammo a sollevare il coperchio dorato. Un silenzio carico di attesa avvolgeva la stanza, spezzato solo dal lieve strofinarsi delle nostre attrezzature contro l’oro.

Ma nel momento in cui il coperchio fu sollevato, si levò improvvisamente nella camera un vento gelido che spense le torce lasciandoci nella completa oscurità. Un sibilo, simile al respiro affannoso di una creatura antica, echeggiò tra le pareti della tomba e un’ombra sembrò danzare tra noi trasmettendoci una sensazione gelida.

Il Professor Hale, cercando di mantenere la calma e accese nuovamente la sua torcia: stranamente nulla sembrava essere cambiato. Tuttavia, ora l’aria era carica di un’energia. Ci guardammo intorno, cercando una spiegazione logica, ma la certezza era che avevamo risvegliato un antico incantesimo, una maledizione che il faraone aveva posto a guardia della sua eterna dimora.

Nei giorni seguenti, strani avvenimenti cominciarono a verificarsi all’interno del campo base: attrezzature perfettamente funzionanti iniziarono a guastarsi senza motivo, sogni inquietanti tormentavano il sonno degli archeologi e alcuni membri della squadra iniziarono a sentire voci sussurrate nelle ombre. Il Professor Hale, pur non volendo cedere al  panico, non  poteva ignorare  l’evidenza: avevamo scatenato qualcosa che  andava oltre  la  nostra comprensione.

Determinato a trovare una soluzione, Hale si immerse nello studio degli affreschi e dei manufatti sperando di scoprire un modo per placare lo spirito del faraone. Tra antichi testi funerari e geroglifici dimenticati cercò la chiave per svelare il mistero de “Il Faraone Mai Svelato” e porre fine all’incantesimo che ora pesava su di noi. Ma il tempo non era a nostro favore e mentre gli eventi si susseguivano con una velocità sempre maggiore, Hale si rese conto che stavamo giocando una partita pericolosa con le forze dell’aldilà. La scoperta della tomba era stata solo l’inizio di un’avventura che avrebbe messo alla prova il nostro coraggio, le nostre conoscenze e la nostra volontà di fronteggiare l’ignoto.
Mentre gli eventi misteriosi si intensificavano e la tensione tra i membri della squadra cresceva, Hale dovette prendere una decisione senza precedenti nella sua carriera.

Dopo lunghe notti insonni, trascorse a riflettere sulla nostra scoperta e sulle conseguenze dell’incantesimo che sembrava essersi abbattuto su di noi, convocò una riunione d’emergenza con il team.
“Abbiamo risvegliato qualcosa che non avremmo dovuto disturbare,” ammise con voce grave, osservando i volti preoccupati dei suoi colleghi. “Questo luogo, e tutto ciò che contiene, è protetto da forze che vanno oltre la nostra comprensione. Forze che, temo, non siamo in grado di controllare o contrastare.”

La nostra decisione fu difficile, ma unanime e rapida: alcuni segreti sono destinati a rimanere tali.
Così, con rispetto reverenziale e una certa dose di timore, decidemmo di richiudere la tomba del “Faraone Mai Svelato”, restituendo il sarcofago d’oro e gli inestimabili oggetti al loro eterno riposo. Lavorammo insieme in silenzio ripristinando ogni pietra e ogni sigillo, ultimo omaggio al sovrano e alla sua volontà. Una volta completato il lavoro, Hale fece un’ultima registrazione nel suo diario di bordo, poi cancellò ogni traccia della nostra presenza.

Decidemmo di non divulgare la scoperta, un segreto che avremmo portato con noi per il resto dei nostri giorni. La Grande Piramide aveva rivelato uno dei suoi misteri, ma noi scegliemmo di rispettare il riposo eterno del faraone.

Nel tempo, la vita riprese il suo corso normale per il Professor Hale e il suo team, ma la memoria di ciò che avevamo vissuto all’interno di quelle antiche mura ci segnò profondamente. L’avventura nella tomba del “Faraone Mai Svelato” divenne una leggenda sussurrata tra gli archeologi, un racconto di rispetto, mistero e una saggezza ritrovata nell’oscurità di una tomba che, per scelta, rimase inviolata, custode silenziosa di un segreto millenario.

Io, presente come fotografo per documentare la scoperta, ero diventato il testimone di una vicenda sovrannaturale. Le mie immagini, mai pubblicate, catturarono l’ultima luce su un mondo misterioso, raccontando quello che le parole non potevano esprimere. Questa esperienza ha trasformato il mio modo di pensare, insegnandomi che questi misteri sono troppo potenti per essere condivisi, destinati a rimanere sepolti sotto il peso della storia e del tempo.

Un libro a sostegno della Onlus milanese Pane Quotidiano

Foto & Bit è il primo libro di una serie con immagini A.I. Realizzato da Carlo Alberto Mari e Guido Alberto Rossi, è una raccolta di 14 storie fantastiche, illustrate da immagini generate da computer con software A.I
Lo scopo di questo volume è di raccogliere fondi per la Onlus Pane Quotidiano, che l’anno scorso ha distribuito oltre un milione e trecentomila pasti. L’edizione cartacea non è in commercio, ma acquistabile direttamente sul sito di Pane Quotidiano.

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