Il Nepal è un piccolo paese dalle mille anime, dove Michele Dalla Palma conduce i partecipanti attraverso una full immersion dagli negli scenari esotici del Parco Naturale di Chitwan alle suggestioni dei templi della valle di Kathmandu
È l’incontro cercato per giorni: adesso l’unica mia preoccupazione è non tradire segni di vita. Il rinoceronte indiano ha una pessima vista e non riesce a distinguere le due sagome umane che lo osservano dal cassone aperto dello sgangherato Land Rover. >> Dati di scatto: 1/400s a f/10, ISO 1600. Focale 160mm
Michele Dalla Palma ci propone un foto-racconto che si sviluppa secondo i criteri di composizione e di organizzazione delle immagini in base ai quali ogni foto il compito di stimolare un pensiero, un’idea, una curiosità, che l’osservatore elaborerà in base al proprio vissuto.
Osservo l’alba seduto sull’argine del Rapti River. Sull’altra sponda un paio di elefanti, guidati dai loro còrnac appollaiati a gambe incrociate sul collo degli animali, stanno spostando alcuni tronchi, apparentemente senza troppa fatica.
Il fiume brulica di uomini e donne che, immersi nell’acqua fino all’inguine, strascicano con movimenti circolari una piccola rete conica in cui, ad ogni passata, rimangono impigliati minuscoli pesci.
Nonostante l’orario, l’atmosfera è già rovente e carica di umidità, preludio a un’altra giornata di calore soffocante… sarà per questo che qui tutto sembra rallentare, anche la corrente del fiume che indugia in lievi increspature dipinte d’oro dal sole mentre emerge dalla foschia dell’orizzonte.
Alle mie spalle, giovani contadine e ragazzini percorrono avanti e indietro gli stretti sentieri tra le risaie, soffermandosi spesso a strappare erbe e radici, e a tratti sembrano quasi accarezzare i sottili steli di cereale che brillano di un verde quasi irreale nella luce calda della mattina.
Nelle terre dei Tharu
Un mondo antico, ancora pregno di saggezza rurale che la frenesia occidentale ha da molto dimenticato, gravita sulla sponda del fiume e si alimenta della sua vitalità.
Per assaporarne in modo genuino le atmosfere, ho preso alloggio nella guest house di un piccolo villaggio di pescatori a pochi chilometri da Sauraha; voglio vivere per qualche giorno a contatto diretto con questa terra e con i suoi abitanti: i Tharu, un gruppo etnico di origine mongolica, da secoli oppresso dai nepalesi delle “terre alte” in una sorta di servitù coatta – chiamata Kamaiya – da cui gli abitanti del Terai sono riusciti ad affrancarsi soltanto da pochi anni, nel 2008.
Più vicini, culturalmente e linguisticamente, alle etnie indiane che agli abitanti delle vallate e delle montagne del nord del Nepal, i Tharu sono una minoranza etnica di lingua indo-ariana, organizzata in clan con caratteristiche culturali proprie, che conta circa due milioni di individui, in gran parte di religione induista ma con forti connotazioni animiste legate anche al culto degli antenati.
Contadini e pescatori, vantano una curiosa prerogativa: essendosi adattati alla vita nelle foreste umide e lungo i fiumi di quest’area subtropicale, hanno sviluppato una resistenza naturale ad alcune gravi malattie, in primis la malaria da cui sono praticamente immuni.
Caccia al “Gigante”
Basta un semplice incrocio d’occhi, tra me e il ranger che mi sta a fianco, per capire che è il momento di fermare anche il respiro. Immobili come statue, osserviamo l’imponente maschio, emerso improvvisamente dal nulla della giungla, annusare l’aria a meno di due metri dalla effimera protezione della sponda di lamiera del vetusto pickup che mi ha messo a disposizione l’ufficio del Parco di Chitwan. Se solo allungassi un braccio, potrei sfiorare il lungo corno che caratterizza uno dei più imponenti animali del pianeta, secondo solo all’elefante.
È l’incontro cercato per giorni, ma adesso l’unica preoccupazione è cercare di non tradire alcun segno di vita… Il rinoceronte indiano, come tutti i suoi simili, ha una pessima vista e perciò non riesce a distinguere le due sagome umane che lo osservano dal cassone aperto dello sgangherato Land Rover. È la nostra unica fortuna, poiché se solo intuisse la nostra presenza probabilmente il bestione non esisterebbe un attimo a caricare il vecchio fuoristrada, che ben poca resistenza potrebbe opporre a due tonnellate di irascibile potenza.
Con gesti appena percettibili, Thanavi, la mia guida in questa avventura nelle foreste del Terai, mi fa segno che, se non faccio movimenti bruschi, posso provare a scattare alcune foto. Il mostro che sembra arrivare direttamente da lontane epoche preistoriche agita nell’aria le piccole orecchie contornate da una vanitosa peluria, e contemporaneamente dilata le grandi narici per cercare di capire cosa c’è di strano in quest’alba umida ma già torrida.
Nulla però gli fa sospettare la nostra presenza, e preso coraggio, agendo al rallentatore impugno la fotocamera e, con estrema attenzione a non creare alcun disturbo al pachiderma, scatto una serie di immagini.
Tuttavia ad ogni clic dell’otturatore il rinoceronte si irrigidisce, muovendo a destra e sinistra l’enorme armatura corazzata del cranio. Abbiamo già sfidato fin troppo la fortuna.
Un tocco leggero di Thanavi sulla carrozzeria è il segnale di partenza per il driver del fuoristrada; con misurata ed esperta lentezza, attento a evitare ogni rumore inutile, Amitesh guidando nell’erba alta si allontana dal gigante che, dopo un’ultima impennata del corno verso il cielo, quasi a voler scacciare qualunque cosa abbia disturbato la sua pace, riprende a brucare le verdi sterpaglie in cui riesce a mimetizzarsi fino a scomparire.
L’ultimo rifugio dell’Unicorno Bianco
Il rinoceronte indiano, chiamato anche rinoceronte unicorno o grande rinoceronte bianco, vive ormai confinato, in poche centinaia di esemplari soltanto nella sottile striscia di giungla ancora quasi incontaminata che divide l’India dal Nepal.
Se pensate al piccolo paese delle grandi montagne unicamente come a un territorio dominato dalle rocce e dei ghiacci perenni, rimarreste stupiti di fronte alla grandiosità della natura in questi luoghi; il Nepal, infatti, nella sua parte meridionale è caratterizzato da alcune zone, confinanti con l’immensa pianura indiana, considerate tra le più affascinanti e ricche di biodiversità aree di foresta subtropicale del pianeta. Dove, oltre agli ultimi rinoceronti bianchi, hanno trovato rifugio anche l’ormai rarissima tigre del bengala e il gaviale del Gange, un coccodrillo dal muso affilato stanziato nelle acque limacciose dei fiumi della zona.
Ma il protagonista rimane il grande pachiderma, che si può facilmente ammirare da lontano mentre trotta sulle grandi praterie del Terai o nuota, lasciando emergere solo il grande corno, nei numerosi corsi d’acqua che segnano la pianura.
Una notte a Kathmandu
…È come la casa di campagna dei nonni, dove si andava in vacanza da bambini; la conosci, eppure ogni volta che torni ti stupisce!
Coccolo questo pensiero sorseggiando una birra ghiacciata nella notte afosa di Durbar Square, fulcro vitale della leggendaria capitale del Nepal. I miei ricordi corrono lontano, a quella prima volta che avevo tentato di raggiungerla via terra, seguendo la Hippie Road (nel 1976 si poteva fare!) ma i soldi erano finiti a Kabul e avevo dovuto tornare a casa.
Ci sono arrivato nel 1984, durante la mia prima spedizione himalayana al Makalu, quinto gigante del pianeta. Da allora, ci sono tornato innumerevoli volte, osservandola gonfiarsi ed espandersi oltre la soglia della logica fino a diventare la caotica megalopoli da un milione e mezzo di abitanti di oggi. Eppure, anche nella indescrivibile confusione della sua quotidianità, riconosco ovunque i segni della sua antica grandezza, culla di culture e sincretismi religiosi che si perdono nella notte dei tempi.
Nella notte calda che annuncia il monsone, ascolto il suo respiro, mi lascio andare al suo abbraccio… una parte della mia anima abita qui.
Testo e foto di Michele Dalla Palma
Le mille anime del Nepal: iscrizioni entro il 31 luglio
8 / 16 Novembre 2025
Per inaugurare il progetto Fotografi in Viaggio è stato scelto il Nepal, piccolo paese dalle mille anime, dove Michele Dalla Palma conduce i partecipanti attraverso una full immersion negli scenari esotici del Parco Naturale di Chitwan per passare alle suggestioni dei templi e delle cerimonie che quotidianamente animano la valle di Kathmandu
Prezzo Base
€ 2450 + volo (circa € 1000)
Per informazioni e iscrizioni
https://www.fotovideoacademyitalia.com/nepal
Una selezione delle immagini dei partecipanti sarà pubblicata sulla rivista Tutti Fotografi
Fotografi in viaggio: un nuovo progetto per conoscere il mondo e imparare a fotografarlo
Sono anni che conosco Michele Dalla Palma, la sua passione, la sua esperienza di fotografo viaggiatore, e ci siamo chiesti come offrire la possibilità di condividerle. E’ così che abbiamo progettato una serie di viaggi fotografici a breve e lungo raggio, sempre di alto livello e garantiti dall’esperienza dei fotoreporter della FotoVideoAcademy Italia.
La fotografia di viaggio, un’esperienza coinvolgente
Ho chiesto a Michele di parlarci di cosa sia per lui la fotografia di viaggio e di come si rapporta con quanti lo seguano in queste “esplorazioni”.
Quanto è importante la curiosità?
E’ fondamentale, e per partecipare a questi viaggi non è necessario essere fotografi: quello che conta è aver voglia di conoscere realtà diverse, di approfondire situazioni particolari, di scoprire luoghi poco conosciuti, eventi che nascono da credenze e spiritualità antiche, ambienti naturali unici e affascinanti.
Cosa si impara in questi viaggi?
Non sono dei comuni “corsi di fotografia” ma una esperienza autentica, che permette di “costruire” uno scatto fotografico e un racconto per immagini. Nel corso di questi viaggi prevedo anche momenti di confronto rilassato e di condivisione delle esperienze appena vissute, condizioni ideali per far emergere la creatività
Paolo Namias