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Hasselblad-907X-50C-in-autofocus-a-minima-distanza-di-fuoco

AF a minima distanza di messa a fuoco con XCD 3,2/90 su Hasselblad 907X e dorso Hasselblad CFV II 50C. Dati di scatto: XCD 3,2/90mm, 1/125s, f/3.2, 1600 Iso.

Anteprima: Hasselblad 907X e dorso Hasselblad CFV II 50C

Recentemente mi è stata consegnata la prima Medio Formato modulare svedese: il dorso Hasselblad CFV II completo di interfaccia 907X, concept mostrato alla Photokina del 2016 ma diventato realtà solamente a giugno 2019.

Eugenio Tursi | 14 Dicembre 2020

Ho trascorso qualche giorno con Hasselblad CFV II completo di interfaccia 907X, concept mostrato alla Photokina del 2016 ma diventato realtà solamente a giugno 2019, accoppiata alla quale ho affiancato un Hasselblad XCD 3,2/90mm, un XCD 4/45P e un XCD 3,2/90mm.

La prova completa e approfondita la pubblicherò nei prossimi giorni ma nel frattempo ecco un “assaggio” di quello che potrete leggere!


Hasselblad 907X e dorso Hasselblad CFV II 50C: bracketing e montaggio HDR

La consistenza del Live View permette di affidarsi alla preview istantanea mostrata a video senza ricorrere all’istogramma, presente in fase di preview/review degli scatti appena realizzati. La Hasselblad 907X corredata del dorso digitale Hasselblad CFV II 50C consente stili di ripresa classici ma avvantaggiati da soluzioni di gestione estremamente sofisticate. Per esempio il bracketing, utilizzato per riprendere questa scena e ricomporla mediante montaggio HDR (3 scatti: 0EV -1EV +1EV).

Hasselblad-907X-50C-nel-paesaggio-hdr
La consistenza del Live View permette di affidarsi alla preview istantanea mostrata a video senza ricorrere all’istogramma, presente in fase di preview/review degli scatti appena realizzati. XCD 3,2/90mm, 1/250s, f/8, 100 Iso.

La ripresa a forcella può essere attivata velocemente ed in modo estremamente flessibile dal menu di scelta delle modalità di scatto ove, tramite il controllo touch (l’interfaccia più versatile sul dorso Hasselblad CFV II 50C), si può decidere tanto l’estensione degli scatti quanto la permanenza di questa modalità dopo la prima serie di acquisizioni. Il sistema di Live View implementato sulla Hasselblad 907X corredata del dorso Hasselblad CFV II 50C consente un’eccellente modalità di anteprima esposimetrica che si adatta istantaneamente ed in modo consistente alle modifiche dei parametri di scatto regolate sia tramite il controllo manuale (ghiara a pulsante anteriori) sia per via per touch. Questa consistenza permette di affidarsi opportunamente alla preview istantanea mostrata a video pur senza ricorrere all’istogramma il quale resta disponibile solo durante la fase di review degli scatti appena realizzati.

Hasselblad 907X e dorso Hasselblad CFV II 50C: bianconero nel paesaggio

Durante le primissime fasi di accensione del dorso Hasselblad CFV II 50C si nota immediatamente il fatto che il sensore non mantenga il classico formato 1:1 che dà notoriamente origine ai fotogrammi 6x6cm dei modelli Hasselblad analogici storici della casa.

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Bianconero quadrato nel paesaggio e diametro filtri con XCD 4/45P su Hasselblad 907X e dorso Hasselblad CFV II 50C. Dati di scatto: XCD 4/45mm P, 1/50s, f/16, 100 Iso.

Il rapporto quadrato è ovviamente selezionabile da menu ma con la consapevoleza del fatto che la piena risoluzione da 50 Megapixel verrà decurtata in relazione alla dimensione del sensore di 43,8 x 32,9 mm (rapporto tipico del formato 645). Tra i crop disponibili: No Crop (645), 1:1 (6×6), 7:6 (6×7), 5:4 (4×5), 11:8,5 (Letter), 297:210 (A4), 3:2 (6×9), 3:2 Crop (24×36), 16:9 (Screen), 2:1 (6×12), 65:24 (XPan). Detto ciò: è impossibile resistere alla tentazione di tornare anche su questo modello alle famigerate proporzioni, per quanto complesse da comporre, ma certamente più allettanti del 4:3 di chiara origine digitale (o 645 per riportarlo all’analogico). Volendo dal menu interno è possibile scegliere il salvataggio in formati differenti dall’originale conservando una visione parzialmente annerita della maschera di ritaglio, in modo da controllare anche quello che avviene ai margini del riquadro effettivamente destinato al salvataggio. Per questo scatto si sarebbe reso ottimale l’impiego di un filtro polarizzatore che però sull’ottica XCD 4/45mm P in uso non ho potuto montare poiché la filettatura di questo obiettivo non mantiene il diametro, forse più convenzionale, da 67mm che troviamo invece sul XCD 3,2/90mm bensì passa ai 62mm. Il mantenimento di un diametro costante tra ottiche simili per range avrebbe semplificato.

Hasselblad 907X e dorso Hasselblad CFV II 50C: toni morbidi e paesaggio tridimensionale

La focale da 45mm utilizzata per questo scatto ci porta da un rapporto di focale equivalente sul Full Frame di circa 35mm, il che lo colloca tra i grandangolari moderati (sul 44x33mm ha circa la resa di un 28mm), adattissimo alla ripresa urbana o architettonica, ma non così estremo per farne del paesaggio ad ampio angolo di campo o degli interni.

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Resa del XCD 4/45P nel paesaggio morbido su Hasselblad 907X e dorso Hasselblad CFV II 50C. Dati di scatto: XCD 4/45mm P, 1/250s, f/11, 100 Iso.

Nonostante le proporzioni “intermedie” l’ottica fornisce però una fantastica progressione dei piani nel paesaggio ed una tridimensionalità godibilissima. Merito della collocazione su un sensore medio formato ad elevatissima risoluzione come quello proprio del dorso utilizzato qui. Lo scatto in controluce ha rivelato un file Raw estremamente completo, al punto da non necessitare di bracketing e relativo montaggio HDR al fine di mettere in luce le molte sfumature proprie dello sfondo. Eccezionale la morbidezza dei toni. Una nota: la livella a bolla interna al dorso Hasselblad CFV II 50C tende a stararsi piuttosto frequentemente ed occorre non di rado provvedere a personalizzare la messa in orizzontale. L’operazione è rapidissima grazia ad un’interfaccia touch eccellente nell’ergonomia di impiego. Forse la migliore finora incontrata su corpi macchina di questo tipo.

Hasselblad 907X e dorso Hasselblad CFV II 50C: bokeh

La messa a fuoco di precisione è consentita sia dall’ingrandimento tramite touch manuale quanto dal peaking (in varie colorazioni) ma soprattutto da un sistema AF veloce e, in condizioni di contrasto adeguate, del tutto affidabile, anche per punti AF dimensionalmente minimi (le dimensioni si impostano tramite menu).

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La messa a fuoco di precisione è consentita sia dall’ingrandimento tramite touch manuale quanto dal peaking (in varie colorazioni) ma soprattutto da un sistema Af veloce. Dati di scatto: XCD 3,2/90mm, 1/320s, f/4, 100 Iso.

L’XCD 3,2/90mm f/3.2 diaframmato a f/4 fornisce su distanze di ripresa contenute un’eccezionale e plastico bokeh. Allo stesso modo la naturale impostazione cromatica del dorso (gli scatti vengono gestiti cromaticamente durante la fase di sviluppo del Raw, non in ripresa!) consente di affidarsi in modo costante ad uno stile di ripresa moderato e dai toni coerenti con la scena originale. Basta regolare un bilanciamento del bianco opportuno per garantirsi anche in fase di review un istogramma a colori affidabile e corrispondente alla reale situazione esposimetrica in corso. Anche l’istogramma è valutabile solo durante la fase di revisione dello scatto.

Ma ci possono essere situazioni a dir poco terrificanti, come un primo piano in ombra e uno sfondo assolato. Eppure il fascino della cancellata retrò semi abbandonata è stato tale da rischiare questo scatto contando sulle possibilità di recupero del Raw.

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L’otturatore elettronico è semplicemente privo di ripercussioni sia dal punto di vista delle vibrazioni sia da quello del rumore. Dati di scatto: 90mm, 1/15s, f/4, 100 Iso.

Nulla da eccepire, anche per quello che riguarda la sfocatura dietro le sbarre, ottenuta diaframmando l’XCD 3,2/90mm a f/4. Dato il tempo di posa da 1/15s la ripresa si è dovuta avvantaggiare del ritardo di scatto per evitare di incorrere nel mosso. Ho parimenti sperimentato l’otturazione elettronica selezionabile da menu. Entrambi i settaggi dimostrano una eccezionale cura implementativa: il timer di scatto è gestibile in touch sia in temporizzazione sia nelle opzioni di ritorno o meno alle modalità convenzionali dopo il primo scatto, il che, non si creda, è fondamentale durante una sessione di ripresa outdoor per mettere il fotografo a proprio agio. L’otturatore elettronico è semplicemente privo di ripercussioni sia dal punto di vista delle vibrazioni sia da quello del rumore. Il che lo rende eccezionale nell’utilizzo su treppiedi mentre a mano libera la conferma ‘tattile’ dell’otturazione è forse ancora preferibile per il fotografo tradizionalista. L’otturatore elettronico ha limiti consueti per questo tipo di strumento.

Hasselblad 907X e dorso Hasselblad CFV II 50C: rumore

Lavorando principalmente sul paesaggio (ma la Hasselblad 907X con l’Hasselblad CFV II 50C potreste anche usarla per strada in contesti Street con qualche precauzione) è ovvio che le situazioni di illuminazione radente e particolarmente proficue dal punto di vista del contrasto siano le favorite al fine di sfruttare appieno le risorse del sensore da 50 Megapixel. Attenzione però, questo scatto è un avvertimento: il Jpeg salvato direttamente dal corpo macchina non è nulla, in termini di usabilità, rispetto al Jpeg generato da una opportuna conversione del Raw!

Hasselblad-907X-50C-nel-paesaggio-da-conversione-raw-con-sporco-sensore
Questo scatto è un avvertimento: il Jpeg salvato direttamente dal corpo macchina non è nulla rispetto al Jpeg generato da una opportuna conversione del Raw. Dati di scatto: XCD 4/45mm P, 1/40s, f/16, 100 Iso.

La posterizzazione nel cielo, qui evidente, è un fenomeno che non riguarda minimamente il file immagine convertito. Per altro va detto che il software Phocus 3 che Hasselblad mette a disposizione per trattare tali materiali dimostra anche su elaboratori medi una velocità operativa ed una trasparenza nelle operazioni batch compiute in background veramente esemplare. Anche nel Jpeg diretto resta il fatto che il dettaglio delle cime degli alberi in lontananza sia affascinante. Osservando uno scatto che offra aree uniformi come il cielo qui ripreso, ci si accorge inoltre di una presenza di non poco conto da considerare con la dovuta attenzione, ovvero lo sporco presente sul sensore. Una dimensione così ampia di sensore rende necessaria la massima cura nella sostituzione degli obiettivi ed ancora di più nel momento in cui siano le vecchie ottiche analogiche (più soggette a rilasciare corpuscoli ed olii) ad esservi montate per mezzo di corpi macchina analogici cui il dorso Hasselblad CFV II 50C si presta in alternativa al qui utilizzato Hasselblad 907X.

Hasselblad 907X e dorso Hasselblad CFV II 50C: AF e distanza minima di messa a fuoco

Per spremere a dovere il sistema AF della Hasselblad 907X corredata del dorso Hasselblad CFV II 50C sono dovuto tornare in interni. Tramite l’XCD 3,2/90mm mi sono spinto al limite della distanza minima di fuoco (circa 70cm) approfittando dell’AF per mettere a fuoco, in condizioni di luce scarsa e basso contrasto, gli occhi della mia gatta. A tutta apertura (f/3.2)!

Hasselblad-907X-50C-in-autofocus-a-minima-distanza-di-fuoco
AF a minima distanza di messa a fuoco con XCD 3,2/90 su Hasselblad 907X e dorso Hasselblad CFV II 50C. Dati di scatto: XCD 3,2/90mm, 1/125s, f/3.2, 1600 Iso.

La precisione del fuoco è assolutamente ineccepibile, mentre va necessariamente detto che il sensore e ciò che lo controlla preferiscono lavorare con rapporti di contrasto maggiori, visto che in qualche caso è opportuno effettuare una seconda ‘presa del punto’ che ad una prima e rapida pressione del pulsante di scatto sfugge. Stiamo comunque parlando di entità luminose molto contenute che però, se avete l’abitudine a lavorare con le lampade pilota bassissime potrebbe richiedervi di alzare un poco la luce sul set. Di contro questo stesso scatto è stato catturato a ISO 1600, fatto che per un dorso medio formato è del tutto fuori dal comune ma che invoglia tantissimo a realizzare scatti di ritratto o di ambiente a mano libera ed in luce naturale. Questa spinta credo che verrà percepita in modo speciale dai fotografi di moda alla ricerca di uno strumento versatile e potente come mai prima d’ora.


Per ora, per questo primo appuntamento, è tutto. Ma c’è ancora molto da dire e molto da vedere. Nei prossimi giorni parleremo ancora di Hasselblad 907X e del dorso CFV II 50C in una prova più completa e approfondita!

Eugenio Tursi
Nato a Firenze nel 1974, ho fatto tutto al contrario. Dia prima, camera oscura dopo. Prima dell'Hasselblad avevo già la digitale. Ho imparato da Alpino, frequentando ed insegnando poi in scuole di fotografia milanesi. Scrivo dal 1999, mi laureo in Informatica e ricollego il tutto alla fotografia digitale. Faccio anche il fotografo freelance oltre a coordinare Progresso Fotografico che conobbi nel 1995. Mi hanno insegnato 'qualcosa’ Leonardo Brogioni, Roberto Signorini, Gerardo Bonomo.
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