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Fotografia.it

FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS: in prova il più potente zoom Sony

Per fotografare la lince occorrono strumenti adeguati e il nuovo Sony FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS mi ha permesso di scattare ottimi ritratti a questo felino, schivo e feroce, che sa mimetizzarsi molto bene nel bosco. A causa della luce scarsa ho messo davvero alla prova il sensore della A7III.

Luca Mich | 6 Aprile 2020

Questo 200-600mm f/5.6-6.3 è un obiettivo della serie G pensato in particolare per la fotografia sportiva e naturalistica e non appena l’ho estratto dal fodero le prime sensazioni sono state subito positive. Come intuibile dalla sigla, questo zoom è in grado di passare velocemente da 200mm a 600mm tramite l’ampia ghiera; con la sua luminosità f/5.6-6.3 si rivolge a fotoamatori evoluti o professionisti che non hanno bisogno di uno zoom particolarmente luminoso.

L’ottica si abbina perfettamente alle ultime fotocamere della serie Alpha di Sony, ed infatti per la prova ho usato una A7III. Per chi poi non si accontentasse di arrivare a 600mm (!) su Full Frame, può ricorrere ai moltiplicatori di focale 1.4x e 2.0x arrivando così a 840 mm (f/9) e 1200 mm (f/13), mantenendo la piena compatibilità con l’autofocus; certo a questi diaframmi gli ISO saliranno alle stelle, ma la A7III è bene attrezzata. Non manca ovviamente lo stabilizzatore ottico con la possibilità di scegliere fra tre modalità di stabilizzazione, il che offre una notevole flessibilità nel controllo delle vibrazioni.

SEL200600G: costruzione

Il progetto ottico di questo Sony FE 200-600 mm f/5.6-6.3 G OSS prevede cinque elementi a bassissima dispersione e un elemento asferico in modo da minimizzare l’aberrazione cromatica. In totale si contano 24 lenti in 17 gruppi con un diaframma a 11 lamelle per un piacevole bokeh. Non manca il trattamento anti-riflesso nano AR che contribuisce a ridurre flare e riflessi indesiderati. Per quanto riguarda la meccanica, il barilotto non si allunga al variare della lunghezza focale, a tutto vantaggio dell’ergonomia, del bilanciamento e della resistenza a polvere e acqua.
Sul corpo troviamo una ghiera dello zoom particolarmente fluida e rapida da usare, la ghiera di messa a fuoco dalla risposta lineare, tre pulsanti personalizzabili e il limitatore del range focale: il tutto in soli 2,1 Kg. Abituato a reflex Full Frame sempre accoppiate al battery grip, mi ha sorpreso la leggerezza dell’insieme di fotocamera e ottica, anche se è un po’ sbilanciato.

SEL200600G: prova sul campo

Finalmente il meteo annuncia, se non il bello, almeno un tempo asciutto e così alle 8.30 mi incontro con Stefano, una delle guide del Parco, nella piazza di Spormaggiore in provincia di Trento. Un caffè veloce al bar del paese e subito saliamo al Parco che in questa stagione è in ombra praticamente per tutta la giornata… intuisco che dovrò lavorare ad ISO alti e altissimi! Mentre camminiamo verso la vasta area dedicata alla lince dove ne vivono tre, Stefano inizia a parlarmi di questo magnifico felino e la mia l’ansia di poterlo avvicinare comincia a salire..
Arriviamo sul posto: foglie secche e tracce dell’ultima nevicata. Siamo immersi nel silenzio, interrotto a tratti dal vento che fischia tra i rami dei faggi ormai spogli. Per motivi di sicurezza l’area destinata alla lince prevede due recinzioni, una interna ed una esterna, perché le linci in passato hanno superato recinzioni alte oltre tre metri. Inoltre questo felino, apparentemente docile, è molto pericoloso e pesa circa 30 Kg! No, non è un gattone, sembra piuttosto un puma!
In via del tutto eccezionale entriamo con prudenza nell’area tra le due recinzioni, che ovviamente è chiusa ai visitatori. Avremo dunque la possibilità di trovarci vicinissimi alla lince. Ora dipende tutto da lei. Vorrà farsi avvicinare? O resterà lontana, nascondendosi tra il fogliame?

L’incontro con la lince

Stefano mi batte su una spalla e in silenzio mi indica un punto a circa 200 metri tra i rami bassi di due pini… all’inizio non scorgo nulla, poi eccola! La sua capacità di mimetizzarsi è eccezionale. Passano i minuti e la lince se ne sta nascosta tra i rami, muovendosi lentamente su e giù sulla ripida pendenza del bosco. Ovviamente ci ha visto da un pezzo ed è disorientata; Stefano già lo conosce, ma chi è quell’altro? Pian piano, con prudenza, comincia ad avvicinarsi e io faccio frullare l’otturatore. Ho impostato la nuova funzione che permette di tracciare l’occhio degli animali e dopo qualche minuto trovo subito il giusto feeling con quest’ottica.

Dati di scatto: 1/640s – f/6.3 – ISO 4000 – 600mm

In silenzio poso lo zaino fotografico ed estraggo la fotocamera. Il freddo è pungente, ma preferisco fotografare senza guanti per essere il più veloce possibile: non voglio perdere nemmeno uno scatto.
Nella luce scarsa della mattina senza sole decido di impostare la macchina in priorità di tempo a 1/640s e auto ISO… faccio qualche scatto di prova a 600mm e gli ISO schizzano a 4000! Ma dov’è la lince? Non riesco a scorgerla..

Devo fotografare stando dietro la recinzione costituita da una fitta rete di filo di ferro incrociato nella classica struttura a rombi. E’ una prova molto impegnativa per l’autofocus, nella funzione tracking, che però si dimostra davvero efficiente anche se i cambi di inquadratura sono molto veloci! Una volta agganciato l’occhio, oltre i due terzi degli scatti risulteranno nitidi, anche quando l’occhio della lince non è del tutto di fronte a me.

Dati di scatto: 1/640s – f/6.3 – ISO 4000 – 600mm

Fotografare attraverso la rete metallica non è facile, vi suggerisco di usare queste accortezze:

  • Impostate il diaframma più aperto possibile (in queste foto a 600mm f/6,3)
  • Evitate di fotografare gli animali quando sono vicini alla recinzione, che inevitabilmente risulterebbe visibile
  • Avvicinatevi a circa 50 cm dalla recinzione, né più nè meno.
  • Utilizzate ottiche a partire da 200mm
  • In questo modo le reti risulteranno talmente sfuocate da essere praticamente invisibili nelle immagini

SEL200600G: il giudizio

I pregi di questo zoom sono molti e tra questi annoto l’autofocus, davvero molto veloce, e la grande nitidezza anche a tutta apertura; è una cosa molto importante per un’ottica che verrà prevalentemente utilizzata tra i 400mm e i 600mm. Della sua leggerezza ho già parlato. Certo, come sempre, vi è qualche piccolo aspetto negativo. Innanzitutto la staffa di supporto è troppo corta e piccola da permettere il trasporto a mano in sicurezza, soprattutto in inverno indossando dei guanti. Devo però dire che questa pecca è comune a quasi tutti i produttori… i fotografi naturalisti che si muovono tra boschi scoscesi scavalcando sassi, tronchi e ruscelli avrebbero bisogno di una maniglia sicura!
Anche il limitatore del range focale, a 10 metri, mi sembra un po’ esagerato, avrei preferito 6 metri, soprattutto per fotografare uccelli di piccole / medie dimensioni mentre si avvicinano al posatoio.
In ultimo, ma sono annotazioni più che difetti, segnalo la mancanza di uno slot porta-filtri e la luminosità che si riduce a f/6.3 già a 320 mm circa di focale.
In conclusione, fotografare con questo FE 200-600mm f/5.6-6.3 G è divertente, è uno zoom che consiglio agli appassionati di sport e di natura, anche per il suo prezzo di € 2000, tutto sommato contenuto per le prestazioni che offre.

Ecco la gallery con le immagini in alta.

Luca Mich
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