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Li Changzhu - Vice President of Handsets Product Line Huawei Consumer Business Group

“Non ci vuole un sensore grande, ma un grande sensore” – Intervista a Li Changzhu, Vice President of Handsets Product Line di Huawei

Intervista a Li Changzhu – Vice President of Handsets Product Line Huawei Consumer Business Group – sulla tecnologia XMAGE dei nuovi Mate 50 Pro e P60 Pro.

Francesco Carlini | 23 Giugno 2023

L’immagine è sempre più un vero e proprio linguaggio individuale capace di arrivare praticamente ovunque: è di impatto, molto spesso non ha bisogno di spiegazioni ed è immediato. Lo scorso anno si sono condivise oltre 1.4 trilioni di immagini sulle più famose piattaforme e, come da tempo ormai accade, circa l’89% sono state scattate con uno smartphone. Il motivo è sempre lo stesso ed è il più semplice: “la fotocamera migliore è sempre quella che hai con te” e lo smartphone sostituisce la fotocamera in tante occasioni per questioni di comodità e rapidità di condivisione. Il lavoro professionale è ancora appannaggio delle foto/videocamere ma è indubbio che chi comincia ad avvicinarsi al mondo dell’imaging, che sia per scattare foto o riprendersi in prima persona, lo fa in prima battuta attraverso il device che solitamente ha in tasca.


Huawei è stata pioniera dell’imaging mobile “fatto bene” a partire dal P9 fino ad arrivare ora a P60 Pro. P20 Pro è stato il primo ad avere un sensore più grande del classico 1/2.3″. P30 Pro è stato il device da battere in termini di qualità del file non solo per la concorrenza ma anche per la stessa Huawei grazie al sensore RYYB con due subpixel gialli al posto del verde. P40 Pro e P40 Pro Plus avevano introdotto lievi differenze nella gestione del colore e nel contenimento del purple fringe ma non una vera e propria rivoluzione. Invece Mate 50 Pro ha fatto sì che il segmento mobile riscoprisse l’apertura variabile abbandonata anni orsono. Questo cambio di tecnologie si esprime maggiormente e trova il suo culmine su P60 Pro che introduce nuove soluzioni a livello di hardware e software che fanno capo alla nuova tecnologia XMAGE che va a toccare tutti i reparti della fotocamera: il sensore, le ottiche e l’analisi dell’immagine finale.

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Tecnologia XMAGE

Ma quali sono stati questi passi nella pratica? A livello di Imaging nel corso del tempo sono stati introdotti un sensore MultiSpectrum, un sensore SuperSensitive, un’Ultra Aperture Camera (quella principale ad apertura variabile) ed ora anche una stabilizzazione IBIS che agisce sulla fotocamera secondaria chiamata Telephoto Anti-Shake. Ed è proprio l’obiettivo tele ad aver subito le attenzioni maggiori da parte degli ingegneri a livello meccanico: sono partiti da una “semplice” struttura a periscopio per arrivare ad un complesso sistema Multi-Refractive che, utilizzando un prisma, è in grado di dare un maggior rapporto di ingrandimento; oggi questo sistema è composto da molteplici lenti interne in grado di dare una più marcata luminosità all’immagine ma soprattutto di utilizzare questo obiettivo come se fosse un Macro. Ma come ben sapete tutte queste specifiche non bastano da sole, serve un motore in grado di analizzarle ed è qui che entra in gioco la tecnologia XD Fusion Pro perché ogni immagine che scattiamo con uno smartphone non è solamente il frutto del sensore che stiamo utilizzando ma la fusione delle informazioni provenienti da tutti gli altri in grado di dare maggior profondità di campo, gestire dettaglio e riprodurre colori.

A prescindere dalle “peripezie” riguardanti il sistema operativo e i suoi servizi, Huawei è sempre stata molto attenta al segmento imaging portando tante innovazioni al settore. Fino a poco tempo fa sembrava una cosa scontata data la partnership con Leica, ora non lo è più ed è qui che si vede quanto l’azienda creda ancora in questo segmento e quanto spinga per rimanerne ai vertici. Qualche giorno fa ho avuto la possibilità di parlare con Li Changzhu, Vice President of Handsets Product Line, Huawei Consumer Business Group. Durante questa intervista per pochi giornalisti selezionati è stato proprio affrontato l’argomento XMAGE Technology e il relativo Trend Report 2023 che potete leggere liberamente sul sito Huawei a questo link.

Durante la conferenza ho voluto portare l’attenzione sulle dimensioni del sensore. Dato che la concorrenza diretta, leggasi vivo e Xiaomi con X90 Pro e 13 Ultra, adotta superfici sensibili con diagonale da 1″ mi sono chiesto se e quando Huawei, da sempre molto attenta alla qualità del file, avrebbe adottato questa soluzione.

“Il sensore da 1″ non necessariamente è la soluzione ottimale in questo momento, comporta sia vantaggi che svantaggi. Siamo attenti a questa richiesta perché sappiamo che le dimensioni del sensore influiscono sulla qualità finale del file ma non sempre «più grande è meglio» è la soluzione ottimale.”

Parafrasando una famossisima pubblicità degli anni ’90 la sostanza è questa: non ci vuole un sensore grande ma un grande sensore. Ed effettivamente fare il match tra superficie sensibile (che l’azienda produce autonomamente non appoggiandosi ad aziende esterne come invece accade appunto per vivo come per Xiaomi) e procedimento di elaborazione del file non è una passeggiata ma sono convinto che questo accadrà anche per Huawei.

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Tecnologia XMAGE

Design e architettura interna vanno di pari passo, algoritmi ed elaborazione devono essere perfettamente bilanciati assieme alla corretta dimensione del sensore per ottenere un risultato finale di alto profilo. Punto fermo attorno al quale ruota tutto resta però l’hardware, non il software come si potrebbe erroneamente credere. “Abbiamo sviluppato la modalità Super Macro basata grazie ad un design innovativo dell’obiettivo composto da tre sottogruppi di lenti perfettamente coordinati.”

Su P60 Pro è stata poi tirata agli estremi anche la modalità notturna, la Super Night Mode. “La modalità notturna è ora di tendenza. Quattro anni fa abbiamo lanciato il sensore RYYB ma nonostante tutto questo non è bastato: abbiamo dovuto risolvere il problema dei colori non sempre nitidi e integrare un sensore in grado di catturare maggior luce possibile. Nonostante ora sia più che ottimale siamo consapevoli che non è ancora al 100% ma ci siamo davvero molto vicini. C’è ancora spazio per lo sviluppo dell’ottica e della meccanica delle nostre fotocamere.”

E questo per quanto riguarda l’innovazione, che poi nella pratica si traduce automaticamente nell’esperienza di scatto. Ma XMAGE vuole essere una vera e propria piattaforma che, basandosi su questi due pilastri, trova il suo vertice nella cultura dell’immagine. Huawei si impegna ogni anno ad organizzare un contest fotografico (che nel corso del tempo ha visto aumentare la partecipazione in maniera importante con il coinvolgimento di oltre 170 Paesi e la presentazione di 4 milioni di immagini) di cui allestisce mostre a New York, Pechino, Parigi e Shanghai, organizza Masterclass e City Walk con le scuole superiori e le Università e ha creato una vera e propria Community sul suo portale.

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XMAGE per la cultura fotografica

XMAGE è tutto questo micromondo e verrà quindi sempre più perfezionato. Le generazioni più giovani utilizzano l’immagine per raccontare la propria storia e trasmettere le loro emozioni e oggi, grazie agli smartphone che sono sempre connessi ad internet, possono condividere tutto questo in una frazione di secondo. Come ha candidamente ammesso anche Mr. Li Changzhu.

“I nostri utenti vogliono sempre più utilizzare il proprio smartphone solo per la fotografia, vogliono avere un dispositivo che scatti come una fotocamera professionale. E noi stiamo cercando di darglielo.

Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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