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Il Padrino di Cosa Nostra americana Charles Lucky Luciano in una foto segnaletica della Polizia dopo il suo arrivo al porto di New York. Il mito racconta che anche la Mafia ha contribuito alla conquista alleata della Sicilia; di sicuro ha aiutato a scovare i sabotatori nazisti delle navi mercantili in partenza da Manhattan per la Gran Bretagna e ha approfittato del caos dell’invasione in Sicilia per ritagliarsi spazi di potere sull’Isola. 18 aprile 1936. New York, NY, USA

Zoom Archives: la mafia di Lucky Luciano e la II Guerra Mondiale

La leggenda narra che Lucky Luciano abbia chiamato a raccolta i membri della Mafia siciliana affinché dessero una mano e che in cambio abbia ottenuto, per sé e per loro, una sorta di immunità per fare affari e la possibilità di inserirsi nei gangli della politica.

Redazione fotografia.it | 24 Agosto 2023

Le fotografie mai viste degli archivi di stato americani, tedeschi e polacchi.

A settembre uscirà il primo numero dei libri Zoom Archives, editi dalla nostra rivista Zoom con fotografie scattate nel cuore della guerra, spesso dagli stessi soldati. I testi descrivono l’evoluzione della guerra in uno stile giornalistico, scene di vita e i protagonisti.


A capo dell’O.S.S. americano è il colonnello William Joseph Donovan. Il mandato più urgente è quello di raccogliere più informazioni possibili sull’Italia in vista dell’invasione del Paese e in particolare della Sicilia. Recluta una squadra di agenti coordinati dal militare italo-americano Biagio Massimo Corvo e stabilisce il loro ufficio ad Algeri; ad aiutarli sono i contatti che gli immigrati siciliani antifascisti in America hanno ancora nell’Isola.

All’attività pratica e segreta si aggiunge quella istituzionale e visibile coordinata con gli Inglesi; nasce così l’Allied Military Government of Occupied Territories (A.M.G.O.T.), destinato a gestire l’Italia man mano che viene liberata. Al comando è posto l’aristocratico Generale britannico Harold Alexander. Sotto di lui è il Colonnello italo-americano Charles Poletti, nominato Direttore degli Affari civili; è sua la scelta degli uomini che dovranno amministrare la Sicilia in caso di successo.

A questo punto della vicenda è già entrata in campo la Mafia come presunta protagonista. In quel momento a guidarla, grazie alla sua autorevolezza, è Lucky Luciano; per l’anagrafe americana è Charlie Luciano, per quella italiana è Salvatore Lucania, nato a Lercara Friddi, provincia di Palermo, il 24 novembre 1897. Non è il Capo dei Capi perché è proprio lui ad abolire la carica sostituendola con la Commissione, il nuovo organo decisionale delle cinque famiglie mafiose principali di New York, ma di certo è il boss con maggiore influenza negli Stati Uniti.

Il soprannome Lucky (fortunato) se lo guadagna in campo criminale dopo essere sopravvissuto a una serie di coltellate e al taglio della gola in un agguato di sconosciuti a Staten Island. Le autorità americane lo interpellano nel 1942, quando gli chiedono di dare una mano per fermare chi sabota i mercantili in partenza per la Gran Bretagna nel porto di Manhattan. Il controllo del Sindacato dei portuali e di conseguenza dei moli è infatti una specialità della Mafia italo-americana.

Ma se fin qui il ruolo del Boss è chiaro, non è altrettanto chiaro quello che ha avuto nell’invasione della Sicilia. La leggenda narra che abbia chiamato a raccolta gli accoliti della Mafia siciliana affinché dessero una mano e che in cambio abbia ottenuto, per sé e per loro, una sorta di immunità, spazi di manovra per fare affari e la possibilità di inserirsi nei gangli della politica.

Nessuna inchiesta italiana, né parlamentare né giornalistica, ha però mai confermato il mito. Resta il fatto che il 3 gennaio 1946, Thomas E. Dewey, diventato Governatore dello Stato di New York, lo grazia per i servigi resi alla U.S. Navy; la condizione è che lasci gli Stati Uniti per stabilirsi in Italia. Da qui, secondo un’inchiesta del Senato americano del 1951, riprende indisturbato a fare il Capo “internazionale” della Mafia americana e siciliana, un’attività che sembra abbia esercitato fino alla sua scomparsa, avvenuta a Napoli il 26 gennaio 1962.


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