Il titolo di questa settima edizione è Testimoni, a sottolineare il ruolo dei fotografi. Ed i testimoni del nostro tempo sono: Francesco Cito, Mauro Raffini, Federico Garolla, Chiara Samugheo, Carlo Orsi.
Anche per quest’anno il fulcro del Brescia Photo Festival è il Museo di Santa Giulia, sito UNESCO gestito da Fondazione Brescia Musei, ma la kermesse si dispiega anche in altri luoghi della città e della provincia, tra cui il Mo.Ca. (Centro per le Nuove Culture) e il Ma.Co.f.
La curatela artistica della manifestazione è di Renato Corsini, con esposizioni nei luoghi più prestigiosi della città e della provincia, in un programma di mostre che vedono alcuni dei nomi più importanti della fotografia italiana contemporanea.
Da segnalare che quest’anno è nata la collaborazione tra il Brescia Photo Festival e la Fondazione Il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera (BS).
“Archive in progress. Editi e Inediti” di Francesco Cito
Basterebbe citare testate come Epoca, l’Europeo, Panorama, l’Espresso, Stern, Die Zet Magazin, Sunday Times Magazine, Paris Match, Figaro e Life. Oppure basterebbe ricordare luoghi come l’Afghanistan occupato dai sovietici nel 1980, il fronte libanese nel 1983, la Palestina, la Cisgiordania e la striscia di Gaza nel 1987, il campo profughi di Jenin nel 2002, l’invasione dell’Iraq in Kuwait e la guerra del Golfo del 1990.
Basterebbero queste citazioni per capite come Francesco Cito sia un importante “testimone” della storia della fotografia, ma vogliamo ricordare il suo prezioso archivio che contiene anche fotografie rimaste nel cassetto in attesa di essere recuperate: una straordinaria cassaforte di emozioni, di esperienze, di incontri e di storie.
L’esposizione spazia dai reportage di guerra ai fatti di mafia e camorra, passando attraverso il palio di Siena e i matrimoni napoletani, fino alla Sardegna fuori dagli itinerari turistici e i ritratti ai fotografi.
La mostra
18 maggio 30 settembre
Curatela di Renato Corsini
Ma.Co.F Centro della Fotografia Italiana, Via Moretto 78, Brescia
“Masnà. Vite sospese tra centro e periferia” di Mauro Raffini
I bambini ci guardano. Inevitabile, guardando queste fotografie, è il riferimento al film di Vittorio De Sica (1943) con la sceneggiatura di un ispirato Cesare Zavattini, o al più maturo Sciuscià, sempre nato dalla straordinaria coppia De Sica- Zavattini, uno dei capolavori del neorealismo italiano. Naturalmente qui il contesto è diverso: fotografia e cinema sono forme differenti di espressione; queste fotografie ci riportano agli anni della grande migrazione verso il nord, più precisamente a Torino, in un quadro sociopolitico che risentiva ancora degli effetti del boom economico.
Gli anni sono quelli dal 1969 al 1979, anni di euforia rivoluzionaria, di conquiste di diritti, di lotte e sconfitte, della “strategia della tensione” e della tragica stagione del terrorismo. Mauro Raffini ha attraversato quel periodo come giovane fotografo, sensibile tanto alle manifestazioni quanto alle condizioni di vita di una nuova classe operaia. E dentro questo processo l’inevitabile e a volte struggente, presenza dei bambini: vite difficili, quasi sempre ai margini, passate nelle isolate periferie dell’edilizia popolare di Torino: bambini che giocano e scavano buche, addentano di fretta un panino, guardano dalle scale di case di ringhiera o dietro le porte semichiuse, quasi sbarre di una prigione. Hanno grandi occhi curiosi, sorrisi a volte spontanei altri sfacciatamente in posa, i corpi dentro quelle magliette a righe strette, un cappello di traverso, il giubbotto per difendersi dal freddo, i pantaloni troppo corti. E ancora: il gesto della prima sigaretta come atto di sfida, i corpi esibiti come simbolo di un modello di prematura mascolinità.
La macchina fotografica mostra anche quello che non si vorrebbe vedere: bambini in culla dentro soffitte umide o nella cucina dove la famiglia, bimbi piccoli inclusi, si riunisce intorno a un tavolo per montare per una lira le penne a sfera.
La mostra
18 maggio – 19 giugno
Curatela: Sandra Raffini
Ma.Co.F Centro della Fotografia Italiana, Via Moretto 78, Brescia
Retrospettiva dedicata a Federico Garolla
Garolla è stato tra i primi fotografi a portare gli abiti degli atelier più prestigiosi nelle strade al mattino presto, nelle periferie urbane ancora libere dal traffico automobilistico, sulle scalinate di una Roma deserta, e anche in contesti inaspettati. La sua idea di glamour si basa sul confronto tra immagini dissonanti, su antitesi estetiche; nulla è lasciato al caso, ma tutto appare disinvolto, sofisticatamente casuale e perfettamente orchestrato.
Nelle immagini di Garolla il soggetto riflette un’epoca” e lo stile distintivo del suo autore, in linea con Cartier-Bresson e Avedon, La retrospettiva documenta uno stile che, tra gli anni Cinquanta e Sessanta ha ispirato molti fotografi. La mostra, curata da Isabella Garolla e Margherita Magnino, dal titolo Saper leggere il tempo, presenta anche una decina di inediti in cui grandi attori teatrali, stelle nascenti della televisione, modelle, artisti, ma anche persone comuni prendono parte, come attori sul palcoscenico, del set di uno studio cinematografico.
La mostra
16 marzo – 12 maggio
Curatrici: Margherita Magnino e Carolina Zani
Ma.Co.F Centro della Fotografia Italiana, Via Moretto 78, Brescia
Dentro il cinema, personale di Chiara Samugheo
In contemporanea, il Mo.Ca. accoglierà la personale di Chiara Samugheo (1935-2022), artista che, col suo approccio innovativo, ha dato vita al reportage cinematografico rivoluzionando la fotografia delle celebrità.
L’esposizione, curata da Mauro Raffini, dimostra come Chiara Samugheo abbia sempre concentrato la sua attenzione esclusivamente sui protagonisti che contribuirono a rendere il cinema una delle forme espressive più popolari e amate. La sua fama crebbe rapidamente, tanto che Chiarafu chiamata a collaborare con le principali riviste di cinema, moda e costume, tra cui Cinema Nuovo, Epoca, Stern, Vogue, Paris Match, Life e Vanity Fair. Il suo sguardo femminile ha contribuito al movimento di liberazione sessuale che caratterizzò gli anni Sessanta.
La mostra
16 marzo – 12 maggio
Curatore: Mauro Raffini
Ma.Co.F Centro della Fotografia Italiana, Via Moretto 78, Brescia
PercORSI. La forma del ritratto nelle fotografie di Carlo Orsi
Il Brescia Photo Festival rende omaggio a un altro maestro della fotografia italiana, Carlo Orsi (1941-2021), autore capace di spaziare dalla moda al reportage, dal ritratto alla ricerca, dal glamour alla sperimentazione, in uno stile immediatamente riconoscibile.
La mostra PercORSI, curata da Margherita Magnino e Silvana Beretta, si concentra sui ritratti che l’artista ha realizzato nel mondo dell’arte, del cinema, dello sport, della musica, della moda e della cultura, attraverso 80 immagini capaci di raccontare l’evolversi di una società attraverso gli sguardi e le pose dei suoi interpreti.
La mostra
18 maggio – 21 luglio
Curatrice: Silvana Beretta e Margherita Magnino
Ma.Co.F Centro della Fotografia Italiana, Via Moretto 78, Brescia
Brescia Photofestival 8 marzo – 28 luglio
La curatela artistica di Renato Corsini
Fondazione Brescia Musei, istituzione presieduta da Francesca Bazoli, diretta da Stefano Karadjov e produttrice dell’intera manifestazione.
https://www.bresciamusei.com/