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Fotografia.it

È venuta a mancare l’amazzone della fotografia, Chiara Samugheo

Redazione fotografia.it | 14 Gennaio 2022

È venuta a mancare Chiara Samugheo, l’originale interprete del mondo del cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta. Esprimendosi con l’essenzialità delle linee e con i contrasti forti, una fotografa che rinnovò il ritratto in studio, traghettandolo a divenire uno stereotipo sia per la fotografia sia per i fotografi nei successivi decenni.

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Chiara Samugheo

Nata a Bari nel 1935 con il nome di Chiara Paparella, un po’ ribelle e contrariamente ai desideri dei suoi genitori, che avrebbero voluto diventasse insegnante di scuola, lei voleva comporre musica, tant’è che nel 1953 parte alla volta della metropoli lombarda per cercar fortuna. Frequenta gli ambienti intellettuali di Enzo Biagi, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini e Giorgio Strehler, e conosce Pasquale Prunas, un geniale grafico e fondatore della rivista culturale Sud a cui si legherà sentimentalmente per tutta la vita. Fu proprio lui a suggerirle di cambiare il suo cognome coinvolgendola nella redazione di una nuova rivista: Le Ore, testata di fotogiornalismo internazionale. Dopo aver solo tentato la professione di giornalista e a seguito dell’incontro-apprendistato con uno dei più importanti fotografi del tempo, Federico Patellani, decide di provare ad usare la macchina fotografica, iniziando principalmente con lavori di documentazione sociale. Parte dal basso e cresce, cresce a tal punto che le sue fotografie diventano copertine dei maggiori periodici internazionali.

Le sue fotografie sono una viva testimonianza del periodo d’oro del cinema italiano nel periodo della dolce vita. Fotografa le maggiori star del cinema: Monica Vitti, Sophia Loren, Claudia Cardinale e Gina Lollobrigida. Tutto ciò ne decreta il suo fantastico successo. È stata la prima donna a diventare fotografa professionista in Italia. Al suo attivo, conta più di 165.000 scatti di personaggi celebri; il grosso del suo archivio è depositato presso lo CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione) dell’Università di Parma, mentre una piccola parte di circa 500 unità, conservata presso la Fondazione 3M.

La sua fama le permise di lavorare a Hollywood, in Spagna, in Russia, in Giappone e in Persia. Dopo anni vissuti a Roma, si trasferì in Francia a Nizza, aprendo un atelier in Rue Droite, la strada degli artisti. Cittadina onoraria francese dal 2003 è stata anche insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana. Dal 2015 ritrova la sua terra d’origine, quella terra da cui si era volontariamente allontanata, ma che mai aveva dimenticato.

Ciao Chiara.

Redazione fotografia.it
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