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Fotografia.it

Huawei Mate 40 Pro: nuovo sensore da 50 Mpxl, nuove ottiche anti distorsione e rapporto d’immagine fotografico

Francesco Carlini | 22 Ottobre 2020

Con il classico evento streaming che ormai è diventata consuetudine in questo periodo, Huawei presenta la nuova serie Mate 40 in quattro versioni. Mate 40, Mate 40 Pro, Mate 40 Pro+ e Mate 40 RS Porsche Design. Le novità fotografiche sono tante ma ne spiccano tre su tutte: un nuovo sensore da 1/1.28″ e 50 Mpxl, ottica UltraWide anti distorsione e, finalmente, rapporto d’immagine nativo 3:2.

Il taglio col passato è sempre più netto, ogni modello che passa. I nuovi Mate sono rinnovati in tutto, dal design all’esperienza utente al funzionamento della fotocamera. Dal palco Richard Yu ha evidenziato la storia dietro il marchio Huawei fatta di innovazioni, fiducia del pubblico e tanta tanta ricerca. Grazie a questo in 10 anni l’azienda è passata da un milione ad un miliardo di utenti nel mondo. Il discorso non poteva che non ricadere anche su quella che ormai è una delle “spy story” più seguite, ovvero il ban dell’Amministrazione Trump.

I nuovi Mate 40 non hanno i GMS (i servizi Google) ma continuano a portare l’esperienza degli HMS (Huawei Mobile Service) sempre più avanti: tante nuove applicazioni, una nuova esperienza utente e tanti dati a loro supporto, uno dei quali è l’incredibile numero di sviluppatori che vi si stanno dedicando. La conferenza poi si è chiusa in maniera esemplare: “It is an unfair ban. We have the best reputation for cyber security and privacy protection”. Insomma, una staffilata doveva arrivare dopo mesi di silenzio. Non scordiamo poi che il problema Google non è l’unico, infatti questi Mate potrebbero essere gli ultimi basati su chip Kirin.

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Richard Yu

Huawei Mate 40 Pro e Mate 40 Pro+: fotocamera

Ma torniamo ai Mate 40. E partiamo con Mate 40 Pro e Mate 40 Pro+, gli unici due modelli che arriveranno in Italia e lo facciamo ovviamente con il parlare del modulo fotografico. Esteriormente è impossibile non notare il nuovo design chiamato Space Ring. Rispetto ai Mate 30 occupa una superficie maggiore della scocca posteriore, gli obiettivi sono più lontani tra di loro. Il perché è presto detto, il sensore è nominalmente più grande. Quello principale comune ad entrambi è un RYYB, tecnologia che va a sostituire il pixel verde con due subpixel gialli (ne ho ben spiegato il funzionamento nella prova di Huawei P30 Pro), Octa PD-AF da 1/1.28″ e 50 Mpxl con obiettivo tele con apertura f/1.9 equivalente ad un 23mm. Sulla carta, e mi rivolgo soprattutto a chi ben conosce i device Huawei, siamo di fronte ad una copia speculare di quello montato su Huawei P40 Pro e P40 Pro+.

E qui ci fermiamo, perché queste sono le uniche caratteristiche fotografiche che accomunano Mate 40 Pro e Mate 40 Pro+. Su Mate 40 Pro sono stipati un sensore chiamato Ultra Wide da 16 Mpxl e obiettivo (nomen omen) ultragrandangoolare con apertura f/2.2 equivalente ad un 17mm, un sensore da 8 Mpxl con obiettivo tele 3x e apertura f/2.4, stabilizzato OIS ed equivalente ad un 85mm e per ultimo un obiettivo adibito allo zoom 5x. Su Mate 40 Pro+ troviamo invece un sensore Ultra Wide Cine da 20 Mpxl con ottica ultragrandangolare con apertura f/1.8 equivalente ad un 18mm, sensore da 12 Mpxl con ottica tele 5x e apertura f/2.4, stabilizzato OIS, con tecnologia a periscopio ed equivalente ad un 125mm e infine un obiettivo adibito allo zoom 7x.

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Huawei Mate 40 Pro e Huawei Mate 40 Pro+

Rispetto alle tecnologie viste su Huawei P40 Pro e Huawei P40 Pro+ ci sono delle differenze. Innanzitutto la risoluzione della fotocamera ultragrandangolare, che passa da 40 Mpxl e 20 Mpxl: questo downgrade ha permesso ai tecnici di avere pixel più grandi da 1.6nm e ne beneficerà il risultato fotografico. Secondariamente l’utilizzo della tecnologia a periscopio, sui P in entrambe le versioni mentre sui Mate solo sul Pro+. Ma ci sono tante altre novità. Da appassionato di fotografia, una delle cose più importanti che penso introducano questi nuovi device è il rinnovato rapporto d’immagine: finalmente, e lo dico con estrema sincerità, Huawei abbandona il formato 4:3 per abbracciare il formato 3:2.

Non è una cosa che deve passare sotto traccia. Per un qualsiasi device che fa della fotografia un cavallo di battaglia l’aspect ratio dovrebbe essere un punto cardine. Altra grande novità sono le lenti di nuova concezione utilizzate nell’ottica ultrawide: si chiamano Free Form, sono una prima tecnologica su uno smartphone e soprattutto sono anti distorsione; ogni immagine ultragrandangolare non dovrebbe avere linee cadenti di alcun tipo, almeno sulla carta. Altra grande innovazione, sempre legata all’ottica grandangolare, è il suo essere “smart”: sulla doppia fotocamera anteriore, l’angolo di campo si adatta automaticamente alla scena per includere più persone nell’immagine in maniera automatica. Ultima, ma solo in linea temporale, la possibilità di registrare video in qualità 4K HDR nativamente grazie alla tecnologia Deep Fusion.

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Huawei Mate 40 Pro e Pro+ vantano un’ottica UltraWide con tecnologia antidistorsione

Huawei Mate 40 Pro e Mate 40 Pro+: Kirin 9000

Il nuovo, e potrebbe essere l’ultimo, chip installato sui Mate 40 è il Kirin 9000. Neanche a dirlo, il più potente mai progettato in grado di offrire prestazioni ed efficienza energetica notevolmente migliorate. Il SoC 5G di punta ha più di 15.3 miliardi di transistor (30% in più di un Apple A14): all’interno sono stipati una CPU da 8 core, una NPU (cuore dell’intelligenza artificiale) 2.4 volte più potente delle precedenti e una GPU a 24 core. Tutto questo rende possibile un’esperienza utente differente; nuove e migliorate air gesture per il controllo e lo scorrimento dei contenuti a display, multitasking intelligente anche a più finestre e su più device connessi contemporaneamente (per esempio un PC) e miglior esperienza gaming.

Anche il display ne beneficia. Richard Yu ha detto dal palco che sarebbe stato facile portare un refresh rate a 120 Hz su uno smartphone, ma ciò avrebbe inficiato la longevità della batteria. Per questo motivo i Mate si fermano a 90 Hz, ma il chip ne garantisce prestazioni elevatissime. Cosa più importante di tutte, le prestazioni di questi device sono garantite per 36 mesi (prima “solo” per 18): ciò vuol dire che la loro obsolescenza è notevolmente posticipata e anche dopo un anno di utilizzo lo smartphone sarà il più possibile scattante.

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Il chip Kirin 9000

Huawei Mate 40 Pro e Mate 40 Pro+: design

Mate 40 Pro e Mate 40 Pro+ dispongono di un display Horizon Oled da 6.76″ (2772 x 1334) curvo di 88°, con profilo colore DCI-P3 HDR, 3D Face Unlock e sensore di rilevamento delle impronte digitali. Inoltre sono dotati di tecnologia Eyes On dinamica, attivabile con uno sguardo. Diversa dalla tecnologia Alwais On, non sblocca interamente il teleono ma permette di accedere ad informazioni personalizzate (come le notifiche); il bello è che ciò è possibile anche da grande distanza e anche se il device non è perfettamente in linea con l’occhio. Nonostante le dimensioni non siano grandi, hanno bordi davvero minimi. Come Sony, anche Huawei adotta da oggi una tecnologia di vibrazione che permette una maggior immersione in giochi e contenuti e una tecnologia di riproduzione del suono Super Bass. Entrambi sono poi certificati IP68 per cui resistenti a polvere e acqua. La batteria è da 4400mAh con ricarica rapida SuperCharge da 66W in modalità cablata e 50W in modalità wireless.

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Huawei Mate 40 Pro Livestream

Huawei Mate 40 Pro con 8 GB di RAM e 256 GB di memoria interna è disponibile da oggi in preordine su Huawei Store al prezzo di € 1199. Mate 40 Pro+ con 12 GB di RAM e 256 GB di memoria interna al prezzo di € 1399.

Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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