X
Entra
Accedi
Ho dimenticato la password
X
Se il tuo indirizzo è presente nel nostro database riceverai una mail con le istruzioni per recuperare la tua password

Chiudi
Reset password
Inserisci il tuo indirizzo email nella casella sottostante e ti invieremo la procedura per resettare la password
Invia
X
Grazie per esserti registrato!

Accedi ora
Registrati
Registrati
Ho dimenticato la password
Fotografia.it

Lisetta Carmi: la ricerca della verità

Danilo Cecchi | 12 Luglio 2022
I travestiti

Lisetta Carmi è una figura di spicco nel panorama fotografico italiano, e non solo. La sua vita, lunga e variamente articolata, è stata oggetto di alcuni libri e di un film. Una vita piena di molte passioni e di molte esperienze, fra le quali, per quasi vent’anni, la fotografia.

Dopo una promettente carriera come giovane concertista, decide di troncare con la musica e nei primi anni Sessanta comincia a dedicarsi alla fotografia, utilizzandola non tanto come strumento di documentazione dei diversi aspetti della realtà, quanto per cercare quello che si nasconde dietro di essa, facendo della fotografia uno “strumento per la ricerca della verità”.

Questa sua ricerca comincia fotografando i diversi aspetti della sua Genova, concentrandosi sulle condizioni di lavoro nel porto, così come sulle sculture del cimitero di Staglieno, cogliendo in ambedue i casi il disagio delle persone, quello dei camalli, sfruttati fino al limite delle loro capacità lavorative, e quello suo personale, davanti alla raffigurazione lampante dell’ipocrisia borghese stampata nel marmo.

Nel 1965, partecipando a una festa di capodanno, entra in contatto con la comunità dei travestiti che frequentano l’antico ghetto ebraico, dalle parti di Via del Campo, e si lega ad essi in un rapporto di amicizia e complicità che le permette di cominciare a fotografarli in maniera assidua, per strada e nell’intimità delle loro abitazioni, per sei anni di seguito, proteggendoli e difendendoli, realizzando immagini inusuali e insieme delicate e fortemente emotive: decisamente sconvolgenti per l’epoca. Con il suo lavoro Lisetta mette a nudo un mondo noto a tutti, ma che tutti fingono di non vedere e di non conoscere. Le fotografie che scatta e che stampa non vengono vendute ai giornali o alle riviste, vengono conservate o regalate alle stesse persone che vi sono raffigurate.

I travestiti

Con il completo assenso delle persone fotografate, una selezione delle immagini viene più tardi organizzata in un libro fotografico, che naturalmente viene rifiutato dagli editori. Nonostante questa ostilità, il libro viene pubblicato nel 1972 nelle edizioni Essedi di Roma, una casa editrice nata appositamente per questo scopo. Il libro “I travestiti”, con frammenti di interviste di Elio Fachinelli, viene inizialmente rifiutato dai principali canali di vendita, in quanto ritenuto scandaloso ed offensivo della morale, non viene esposto in libreria e molti intellettuali si rifiutano di presentarlo. A Roma il libro viene coraggiosamente presentato da Dacia Maraini e a Milano da Mario Mieli.

In breve tempo il libro ottiene il successo meritato, diventa una pietra miliare nella storia della fotografia italiana, e non solo, e segna una svolta nella maniera di fotografare, ma soprattutto nelle motivazioni stesse del fatto di fotografare.

Lisetta non fotografa per raccontare, fotografa per capire, e la fotografia le serve come una chiave per aprire delle porte, per entrare dove nessuno poteva entrare.

Con il suo libro dimostra che non esistono uomini o donne, esistono solo persone che si mostrano per quello che sono e che si firmano con il loro nome di lavoro, come la Morena, che insiste per essere messa sulla copertina, o la bella Elena, che faceva il gruista all’Italsider, o la Gitana, la Novia, la Cabiria, la Gilda, Renée e tutte le altre.

Omaggio a Lisetta Carmi e al suo libri I travestiti
I travestiti

Negli anni in cui lavora come fotografa Lisetta viaggia molto, accumulando esperienze di vita, incontrando persone diverse, aprendosi a nuovi rapporti. Dalla Puglia alla Sardegna, da Parigi all’Olanda, dalla Sicilia a Belfast, poi nell’America Latina, in Venezuela, Colombia e Messico e in Asia, in Afghanistan, Pakistan, Nepal e in India, dove alla fine degli anni Settanta incontra a Jaipur quello che diventa il suo maestro spirituale.

Nel 1980 smette di fotografare per dedicarsi a una vita di meditazione dicendo di non avere rimpianti, avendo visto più cose in diciotto anni da fotografa di quante avrebbe potuto vederne in cinquanta.

Lisetta Carmi

Fonda in Puglia un ashram (luogo di meditazione) in cui si ritira a vivere serenamente, dopo avere forse conosciuto quella verità tanto affannosamente cercata con la fotografia.

Dalla notte del 5 luglio scorso Lisetta non è più con noi. Secondo le sue convinzioni, ha “lasciato il suo corpo” e ha “liberato il suo spirito”. Ma ha lasciato a tutti noi un archivio ricchissimo di immagini e una lezione di grande impegno e di grande umanità.  

Danilo Cecchi

Danilo Cecchi
Danilo Cecchi è architetto di professione, ma grande appassionato di fotografia a cui si è avvicinato nel 1970. Collabora con il gruppo editoriale Rodolfo Namias Editore dal 1985 ed è Technical Editor di “Classic Camera”, rivista per la quale realizza articoli approfonditi sia sulle marche più note che su quelle meno conosciute ma storicamente significative. E’ anche autore di articoli e libri sulla storia della fotografia. Cura una rubrica settimanale di fotografia sulla rivista on-line “Cultura Commestibile”.
  • Cerca

  •  

  • Ultime News