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L’esperto risponde – Canon e sensibilità AF

Fino a quale valore di luminosità può spingersi il sistema AF Canon?

Redazione fotografia.it | 26 Novembre 2022

Nei manuali delle fotocamere, fino alla Canon EOS-1D X II e sorella minore EOS 5D IV, era presente la sensibilità dei punti AF: per la Canon EOS 7D II solo la colonna centrale fino a f/8,0 e gli altri punti fino a f/5,6, mentre per la EOS 5DS-R la colonna centrale e quattro delle barre laterali fino a f/8 con gli altri punti fino a f.5,6. Dalla EOS-1D X III e per le mirrorless, purtroppo tale informazione non viene più inserita. La cosa mi dispiace, in quanto vorrei in futuro sostituire la EOS 7D II con un corpo più sensibile in bassa luce per foto di caccia fotografica per le quali ho preso il Sigma 150-600mm Sport, ottica non particolarmente luminosa, anche se sufficiente per i miei scatti. Questa scelta di Canon può dipendere dal fatto che ora tutti i punti delle mirrorless supportano l’autofocus fino a f/8?
– Massimo

La questione dell’AF a f/8 sulle reflex Canon è complessa non soltanto per la varietà dei casi associati ai modelli di macchine ma anche perché con certi obiettivi recenti si rendeva disponibile l’AF a f/8 anche su punti AF che con obiettivi precedenti non lo ammettevano. Il fatto è che f/8 non dice quanta luce arriva al sensore AF, perché questo dipende anche dalla luce ambiente.
Inoltre la difficoltà di mettere a fuoco a f/8 non dipende solo dalla quantità di luce, ma anche dal fatto che la maggiore profondità di campo rispetto a f/5,6 rende meno evidente la sfocatura. Inoltre la profondità di campo a f/8 non è la stessa a tutte le focali. Insomma, la questione del valore f/8 era un modo sintetico e pratico col quale Canon diceva ai suoli clienti: “oltre f/5,6 gli altri si arrendono, mentre noi abbiamo migliorato il sistema di uno stop.”

Però la questione non era così semplice e precisa, né in casa Canon e nemmeno presso gli altri. Già il fatto che un obiettivo più recente possa dare un aiuto fa pensare che sia anche questione di tempi. Non è che con certi punti AF di certe macchine proprio non si potesse mettere a fuoco un obiettivo f/8, ma i tempi per farlo non erano considerati “presentabili”.
Con obiettivi più veloci, magari ci si poteva provare. Si narra anche di utenti che usano moltiplicatori Kenko al posto degli originali Canon (oppure che coprono i contatti del moltiplicatore originale) perché in questo modo non si comunica alla macchina che la combinazione ottica in uso arriva a f/8 e così l’autofocus funziona. Vede quindi che il limite a f/8 (f/5,6 per gli altri punti) non è veramente invalicabile, ma piuttosto una barriera artificiale messa per motivi pratici e gestita via software.

Con le mirrorless, il sistema autofocus funziona allo stesso modo in tutti i punti del sensore deputati a questo, per cui non occorre più distinguere tra il punto centrale (o un gruppo di punti) e gli altri. Inoltre, quando il sistema a rilevamento di fase potrebbe non farcela, subentra quello a contrasto (seppure più lento), per cui si amplia e si dà maggiore continuità alla capacità di mettere a fuoco.

Da quanto detto deriva che è meno utile definire uno sbarramento in base al valore del diaframma, che anche tra le reflex non era così fisso e preciso come poteva apparire leggendo il puro dato f/5,6 oppure f/8. Così oggi anche Canon preferisce indicare un limite legato alla quantità di luce minima gestibile, in EV: che la si ottenga a f/5,6, a f/8 o anche a f/11, importa di meno. Al di sotto di una certa quantità di luce, il sistema AF rinuncia.
Altri costruttori (ad esempio Nikon e Fujifilm) offrono in opzione una specifica impostazione per l’autofocus singolo in luce scarsa: per estendere le capacità del sistema AF effettuano letture di maggiore durata per raccogliere più luce, seppure questo vada ovviamente a scapito della velocità.

Attenzione: questa non è una spiegazione ufficiale fornita da Canon, bensì come abbiamo inteso l’evoluzione tecnica dell’autofocus nel passaggio da reflex a mirrorless. Del resto, i costruttori non raccontano mai tutti i problemi che devono affrontare e i metodi (talvolta gli escamotage) impiegati per superarli, salvo quando questo non si traduca in qualche tecnologia più o meno esclusiva da vantare.

In sintesi: con le mirrorless il valore f/ non è più determinante. Che poi le prestazioni pratiche dell’autofocus la soddisfino con la combinazione che le interessa, è tutto da verificare.


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