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Michael Bertolasi

Perché dovresti conoscere Michael Bertolasi

È un fotografo, però è più conosciuto per le interviste che fa ad altri fotografi su Youtube. Dal suo salotto virtuale sono passati Guido Harari, Franco Fontana, Massimo Vitali e altri nomi molto noti insieme ad emergenti o professionisti con le carriere più disparate.

Enzo Dal Verme | 17 Febbraio 2021

Il suo canale si chiama Aspiranti Fotografi ed ha un seguito di affezionatissimi che commentano le dirette, fanno domande e non si perdono un appuntamento.

Perché i suoi video sono sempre più apprezzati su Youtube? Hanno un bel ritmo scoppiettante, tecnicamente sono impeccabili e la sua capacità di condurre è davvero notevole. Ai suoi ospiti fa delle domande interessanti e inaspettate mantenendo sempre il tono della chiacchierata fra amici dove da un discorso ne nasce un altro e poi un altro e c’è il rischio di perdere il filo. Ma lui non lo perde mai e, quando meno te lo aspetti, dice qualcosa che unisce i puntini di tutte le chiacchiere fatte fino a quel momento e la conversazione acquista un significato ancora più interessante. Ha cominciato la sua serie di interviste Convivium durante il lockdown. Quando mi aveva chiesto di partecipare, lì per lì gli avevo risposto di no perché non amo essere in video, Però il suo progetto è talmente bello che dopo qualche giorno ho accettato.

Conosco Michael dal 2014, cioè da quando ha partecipato a due miei workshop con grande entusiasmo scattando, tra l’altro, due foto che lui stesso considera speciali. 

Siamo rimasti in contatto e adesso seguo con interesse le sue evoluzioni. Ho deciso di fargli qualche domanda:

Come ti è venuta l’idea di fare Convivium?
Nei primissimi giorni di Lockdown ho fatto una live con Damiano Durante, amico, fotografo e content creator su Youtube. L’idea era quella di portare le nostre infinite chiacchierate telefoniche in live, così da poterne condividere i concetti con chiunque fosse stato interessato. Dopo quel primo esperimento ho pensato: “Wow, però è stato davvero interessante!”. Così, la mattina dopo, ho fatto un giro di chiamate e ho organizzato tutta una serie di live, una al giorno per una settimana. Il riscontro è stato tale da continuare poi per oltre 50 giorni di fila!

Durante il lockdown, in tanti hanno cominciato a fare interviste su Youtube (alcuni improvvisandosi un po’). Tu, però, lo facevi già da prima ed eri pronto a realizzare delle dirette tecnicamente ineccepibili e con un bell’alternarsi di domande e risposte. Secondo te, nel successo di Convivium, quanto è contata la tua esperienza precedente per farti trovare pronto con una formula vincente?
In realtà, non è una cosa di cui mi ero reso conto. Però, riflettendoci a posteriori, il fatto di avere una presenza online da oltre quattro anni e aver accumulato nel tempo alcune esperienze come radio, musica e dizione, mi hanno aiutato. Mai avrei pensato che competenze tanto diverse potessero tornarmi utili tutte insieme in un momento solo!

Quand’è che ti sei reso conto che Convivium stava diventando importante?
Quando ho finito la serie di 50 live. Nel mentre ero troppo dentro al flusso per rendermi conto di quello che stava accadendo. Sono sempre stato affascinato dall’energia che crea una pratica costante e giornaliera. In quei momenti pensavo solo alla prossima intervista e ad organizzare le successive o sistemare e caricare sul podcast le precedenti. C’è davvero un grande lavoro nel dietro le quinte e in quei 50 giorni non ho fatto altro che immergermi nel progetto!

Il tuo canale Youtube prima era indirizzato ad un pubblico di aspiranti fotografi, poi con Convivium si è allargato e sono arrivati anche professionisti. Cosa ha significato per te questo cambiamento inaspettato?
Rispetto a prima il canale ha avuto una grande evoluzione. Ho smesso di fare recensioni di prodotti e, in questo momento il canale ha due tematiche principali: le interviste e i video “personali”. Con le interviste approfondisco diversi argomenti, per la maggior parte condividendo la visione, il percorso e la storia di chi ospito, ma anche con interviste “più verticali” ospitando esperti di settori specifici, come ad esempio di marketing, piattaforme Social o gestione Fiscale. L’idea è quella di avere un’enorme enciclopedia online sulla fotografia in Italia, gratuita, fruibile da chiunque. Dall’altra parte, invece, produco video che raccontano di come sto affrontando il mio percorso di vita e quello fotografico. Non sempre parlo di fotografia e sicuramente non affronto il lato tecnico, si tratta più di una condivisione di esperienze e di riflessioni.

Che cosa hai imparato dall’esperienza di Convivium?
Ho imparato davvero tantissimo e continuo ad imparare. Molte interviste le ho ascoltate più volte e si rivelano a strati. L’effetto che questo progetto ha avuto e sta avendo su di me è in divenire. A volte mi ha dato modo e tempo per riflettere sul significato profondo che ha per me la fotografia, altre volte mi ha ispirato idee e possibilità di progetti futuri.

Intervistare altri fotografi ha in qualche modo influenzato il tuo modo di scattare?
Tantissimo, ma come dicevo, è in divenire. Strano come si possa migliorare la propria fotografia senza scattare. Ho sempre pensato che studiare senza fare pratica fosse controintuitivo finché non ho finalmente capito che, prima di tutto, la fotografia è figlia di un pensiero preciso su ciò che si sta fotografando.

Secondo te, in questo momento, che opportunità ci sono per lavorare con la fotografia?
Ce ne sono molte, ma diverse a quelle di cinque o dieci anni fa. Dipende poi cosa si vuole con la fotografia. Il più grande problema che personalmente ho riscontrato e che, per vivere di fotografia, spesso sono dovuto scendere a compromessi, facendo lavori che erano poco gratificanti. Oggi, invece, la fotografia è uno dei miei lavori e così sono riuscito a tenere solo lavori fotografici che mi entusiasmano dando più tempo e spazio a ciò che sento davvero mio.

Sei impegnato con tanti progetti, il successo di Convivium ti ha suggerito nuove strade?
Più che Convivium, la pandemia mi ha costretto a reinventarmi in fretta. E così ho fatto. Convivium però, dandomi la possibilità di approfondire il mio rapporto con la fotografia, mi ha permesso di capire cosa per me è importante e cosa superfluo.

Come pensi di dare seguito alla tua fortunata serie di interviste ai fotografi? Hai pensato a delle altre formule da proporre?
Ho diverse idee in merito, ma per il momento voglio continuare a produrne alimentando l’offerta e ampliandola il più possibile. Riprenderò a marzo e lo farò con un modo leggermente diverso nella forma ma uguale nella sostanza!

Puoi anticiparci dei tuoi nuovi progetti?
Ho tolto energia a tutte le cose secondario per investire il tempo che ho a disposizione su Youtube e sulla mia community. Mi dedico costantemente a coltivare i rapporti con le persone che mi seguono perché, per me, sono la più grande soddisfazione. I video e le interviste rimarranno al centro del mio progetto che, però, si evolverà con il tempo, le idee e le possibilità. Ho moltissime idee in testa e voglio realizzarle, senza fretta ma con costanza. Uno dei nuovi progetti è su ClubHouse, lo sto mettendo a punto proprio in questi giorni e mi entusiasma moltissimo. Per il momento il contenuto è top secret, ma… ancora per poco. Chi mi segue lo scoprirà prestissimo.


Chi volesse seguire Michael:

ClubHouse @michaelbert
Instagram @michaelbertolasi
Facebook @aspirantifotografi
Youtube Aspiranti Fotografi
Spotify Convivium e Aspiranti Café
iTunes Convivium e Aspiranti Café

Enzo Dal Verme
Enzo Dal Verme è un fotografo conosciuto per avere ritratto celebrità come Donatella Versace, Laetitia Casta, Marina Abramovic, Bianca Jagger, Wim Wenders. Le sue immagini sono state pubblicate da Vanity Fair, l'Uomo Vogue, The Times, Marie Claire, GQ e tante altre riviste. I reportage scattati da lui sono spesso legati ad iniziative sociali, come la serie di ritratti di Eroi Urbani realizzati in Asia, Europa, America, Africa e Medio Oriente. Prima di dedicarsi a tempo pieno alla fotografia ha diretto la sua agenzia di comunicazione. Ha poi insegnato comunicazione all’Istituto Marangoni di Milano e Londra, allo IED di Milano, all’Ateneo Impresa di Roma e al Sole 24 Business School di Milano. Dal 2011 insegna i suoi fortunati workshop di ritratto nel corso dei quali gli studenti allenano la propria sensibilità ed esplorano il rapporto tra fotografo e soggetto. Collabora con la società olandese Science Of The Times per le ricerche sulle evoluzioni delle mentalità finalizzate all’innovazione nella comunicazione. Alla sua attività di fotografo commerciale, affianca una programmazione di mostre con i suoi lavori più personali. Enzo ha esposto in diverse gallerie in Italia e all’estero e in alcuni festival tra cui Alrles. Ha pubblicato negli Stati Uniti il libro Storytelling For Photojournalists e in Italia Marketing Per Fotografi. Pubblica regolarmente su Tutti Fotografi degli articoli di approfondimento sulla professione del fotografo. Ama il tofu ?
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