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Fotografia.it

Al via la nona edizione di Cortona On The Move

Redazione fotografia.it | 24 Maggio 2019

Nove edizioni, nove anni di successi continuativi che hanno portato Cortona On The Move ad essere uno dei più importanti eventi fotografici a livello nazionale ed europeo grazie al lavoro dell’associazione On The Move e alla direzione artistica di Arianna Rinaldo. Partner confermati anche per il 2019: Canon, che porterà a Cortona il Premio Canon Giovani Fotografi 2019 e i workshop della Canon Academy, e Intesa San Paolo con la mostra ‘Paesaggio Umano – L’Italia del ‘900’, una selezione di immagini tratte dall’Archivio storico Intesa Sanpaolo.

Dall’11 luglio al 29 settembre andrà in scena Cortona On The Move che quest’anno vedrà la presenza di ben 32 mostre. La scorsa edizione è stata incentrata tutta sulla fotografia femminile (nel 2017 invece intervistai Donald Weber) ma il 2019 vede come filo conduttore un tema molto discusso: il paesaggio e il territorio visto attraverso la relazione tra le persone, un percorso fotografico svolto da autori italiani ed internazionali. La presentazione di mostre e artisti, durante la conferenza ufficiale di presentazione del festival che si è tenuta alle Gallerie d’Italia a Milano, ci viene fatta proprio da Arianna Rinaldo, direttrice artistica di Cortona On The Move.

Simon Norfolk

Sono tre i lavori in mostra di Norfolk sulle diverse modalità di intervento sul paesaggio. Questo progetto in particolare si chiama “Shroud“, sudario: questo ghiacciaio si trova in Svizzera, è proprietà privata di una famiglia che ha costruito una specie di galleria interna in modo che i turisti possano sperimentare cosa significa entrare in un ghiacciaio. Ovviamente è soggetto al processo di scioglimento, per cui hanno pensato di ricoprirlo con una coperta termica che potesse proteggerlo dal riscaldamento.

© Simon Norfolk

Gideon Mendel

Fotografo sudafricano che da dieci anni gira il mondo affrontando il tema delle inondazioni in oltre 13 Paesi, con “Drowning World” Mendel immortala le persone che si trovano in queste situazioni.

© Gideon Mendel

Diana Markosian

Diana ha vinto il premio Happiness nell’edizione passata, un premio sempre difficile da assegnare in quanto tende a raccontare la felicità. “Santa Barbara” si rifà proprio alla soap opera degli anni ’50, l’unica arrivata in Unione Sovietica e che si poteva vedere in tv. La madre della fotografa, per cercare di offrire una prospettiva migliore ai suoi figli, decide di offrirsi come moglie da catalogo per mariti americani; tra coloro che le scrivono c’è proprio un uomo di Santa Barbara. Attraverso degli attorti e delle ambientazioni cinematografiche punta quindi a raccontarci la storia della sua famiglia, un sogno americano che le ha permesso di fare quello che fa oggi.

© Diana Markosian

Paolo Verzone

Fotografo italiano di Torino, da un po’ di anni esplora l’artico. Nello specifico la comunità più a nord, Ny-Ålesund, dove c’è una stazione scientifica vicino a Longyearbyen, centro amministrativo di Svalbard e piccola metropoli norvegese dalla storia mineraria, che ospita 2.100 residenti provenienti da quasi 50 Paesi diversi: con “Arctic Zero” ci mostra questa comunità che ha un metro e senso del tempo molto diverso.

© Paolo Verzone

Nadia Bseiso

Fotografa giordana, come Mendel ha affrontato il tema dell’acqua ma dalla prospettiva opposta: la sua mancanza. “Infertile Crescent” racconta attraverso le immagini come questa mezzaluna fertile, culla della civiltà, sia diventata quasi un deserto. Il problema è geopolitico: lo Stato di Israele sta costruendo un canale che porterà acqua dal Mar Rosso al Mar Morto – la Giordania si trova tra la Siria e Israele.

© Nadia Bseiso

Andrea Botto

Da circa 10 anni Andrea documenta esplosioni civili in Italia e in Europa, “The Explosion of Landscape: Blasting Practices” è una mostra spettacolare dal punto di vista visivo che ci mostra un intervento umano sull’ambiente da un punto di vista differente.

© Andrea Botto

Yan Wang Preston

Fotografa cinese che risiede in Inghilterra, Yan Wang con “Forest” ha anche vinto il primo premio della categoria Landscape ai Sony World Photography Awards 2019. Parla del processo di creazione delle nuove città cinesi, in cui vengono introdotti dei sistemi di recupero ecologici non proprio ortodossi, il tutto per creare delle piccole foreste. Nello specifico, in molti casi, vengono trapiantati dalle campagne alberi millenari che, trovandosi fuori dal proprio ecosistema, hanno una fine già segnata.

© Yan Wang Preston

Yaakov Israel

Con progetto “Legitimacy of Landscape” Yaakov crea grandi scenari e sfruttando la quasi totale invisibilità degli abitanti cerca di mettere in discussione le verità ricevute su chi abita questo luogo.

© Yaakov Israel

Ada Trillo

Fotografa nata in Texas ma cresciuta a Ciudad Juarez ha documentato in questo ultimo anno “La Caravana“, un gruppo di persone che dal Centro America – soprattutto Honduras e Guatemala – ha attraversato il Messico per cercare di attraversare il confine. Lei si è unita a loro, ha camminato con loro dal Chapas fino a Tijuana intervistandoli e fotografandoli.

© Ada Trillo

Lara Shipley

Fotografa e professoressa alla Michigan State University, con “Passersby” ci vuole far riflettere sulla mitologia della migrazione: analizza un territorio di confine come l’Arizona e documenta come questo luogo fosse stato sempre di passaggio.

© Lara Shipley

Hahn+Hartung

Hahn e Hartung sono un duo di fotografi tedeschi che portano un lavoro sull’Indonesia: una zona profondamente affetta da eruzioni e tsunami, sempre in situazione di imminente disastro. Questi eventi hanno però un significato doppio: grazie alle eruzioni ad esempio la terra risulta più fertile che in altri luoghi, alcuni materiali fuorisciti dai vulcani sono utilizzati per le costruzioni in quanto molto solidi. Con “The Beauty and the Beast” ci mostrano la duplice valenza e l’ambiguità di questi paesaggi.

© Hahn-Hartung

Marina Caneve

Vioncitrice del Photobook Prize 2018 “Are They Rocks or Clouds?” è uno studio sulle Dolomiti, un lavoro poetico mascientifico: un rapporto con uno spazio naturale e umano sempre a rischio per qualcosa.

© Marina Caneve

Nanna Heitmann

Con “Hiding from Baba Yaga” ci racconta la storia di una piccola comunità siberiana sulle rive del fiume Yenisei e nella vicina e selvaggia taiga dove tradizionalmente si sono sempre isolati gruppi di sognatori utopici, popoli nomadi.

© Nanna Heitmann

Hashem Shakeri

Fotografo iraniano che vive a Teheran, “An Elegy for the Death of Hamun” mostra la parte del sud est dell’Iran che negli ultimi anni si è trasformata in una zona quasi totalmente desertica, con tutte le problematiche legate a povertà e disoccupazione.

© Hashem Shakeri

Beatriz Polo Iañez

Frutto di una collaborazione con l’Institud d’estudis balearis, “L’illa” porta una visione del paesaggio più simbolico inteso quasi come una autobiografia, una rappresentazione di chi siamo.

© Beatriz Polo Iañez

Marco Rigamonti

In collaborazione con l’Istituto italiano di cultura di Toronto, Rigamonti ha percorso tutta la costa italiana e con “La strada blu. 7458 km di coste italiane” fotografa il bello ed il brutto: dettagli che non solo ci ricordano le bellezze naturali e storiche dell’Italia, ma documentano anche il mancato rispetto nei suoi confronti.

© Marco Rigamonti

Ryan Walker

Ancora in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura di Toronto, con “Voices in the Wilderness” Walker documenta una piccola isola nel Mar di Salish abitata da 350 persone.

© Ryan Walker

Cortona On The Move
11-7 / 29-9-2019
Cortona

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