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Fotografia.it

Ucraina: reportage di uno di noi

Paolo Namias | 27 Febbraio 2022

Il giornalista Oleksandr Skibalo è rappresentante Eisa per l’Ucraina e vive a Kiev: ci ha mandato questo reportage.

Mezzi corazzati in fiamme e accanto dei giovani soldati russi fatti prigionieri
Mezzi corazzati in fiamme e accanto dei giovani soldati russi fatti prigionieri

“Cari amici, Russia e Bielorussia avevano promesso di non invadere l’Ucraina, ma ora le loro truppe stanno entrando da tutte le parti. Finora siamo riusciti a fermarle perché i russi sono pessimi soldati, non hanno motivazioni e il loro morale è molto basso. Per cui si arrendono facilmente. Tra loro ci sono molti giovani che non hanno alcuna esperienza di combattimento: sono solo carne da cannone per Putin. Ma il loro esercito ha mezzi soverchianti.

Un soldato russo catturato
Un soldato russo catturato

Nell’ultimo anno in Ucraina sono comparsi gruppi di sabotaggio dormienti che ora si sono svegliati: appaiono all’improvviso in diverse zone di Kiev e in altre città.
Sono loro che applicano etichette fluorescenti per guidare i missili su edifici civili.
Oggi a Kiev è stato un giorno di continui bombardamenti ed è stato centrato un edificio a 1 km dal nostro ufficio.

Edificio bombardato a Kiev
Edificio bombardato a Kiev

In molte zone sono nati spontaneamente gruppi di residenti e controlliamo ad ogni minuto cosa succede e se ci sono pericoli.
La nostra gente è pacifica, ma mostra una consapevolezza straordinaria e offre un grande supporto all’esercito; scatta foto e video, pubblica i movimenti del nemico e trasmette i dati al comando delle forze armate.
L’esercito russo subisce enormi perdite, ma non lo segnala ufficialmente.
Putin è infuriato perché le nostre truppe hanno fermato la sua guerra lampo, ed ha sostituito il suo capo di stato maggiore.
I combattimenti continuano in tutta l’Ucraina con alterne fortune, i Russi prendono un territorio, poi lo perdono. Al momento purtroppo la centrale nucleare di Chernobyl è controllata dal loro e siamo preoccupati.
A casa mia abbiamo attrezzato un rifugio antiaereo perché le esplosioni sono molto vicine; abbiamo spento i sistemi di geolocalizzazione e teniamo spente le luci della casa, così come quelle intorno.
Abbiamo anche rimosso la segnaletica stradale; il nemico riceve scarse comunicazioni e non conoscendo i luoghi non si sa orientare. Gli mancano carburante e cibo. Se c’è un negozio entrano e non pagano per vodka e sigarette.
I prossimi giorni, e soprattutto le notti, saranno molto pericolosi per noi.
La Germania ci ha promesso 400 armi anticarro; la Gran Bretagna e gli USA ci inviano ogni giorno aiuti militari che arrivano in Polonia, e quindi da noi.
Ho ricevuto questo video in cui una ragazza suona l’inno ucraino a Milano.

Ragazza che suona inno ucraino in Galleria
Ragazza che suona inno ucraino in Galleria

Il padre del nostro elettricista è stato appena ucciso da soldati russi; non conosco ancora i dettagli. Da molto tempo non vedevo tanta rabbia e lacrime di mia figlia.
Qui potete vedere un veicolo corazzato russo che senza una ragione travolge un’auto che trasportava un anziano alla periferia di Kiev (25 febbraio 2022).

Siamo stati sotto i Russi per 350 anni, ci chiavavano fratelli, ma quando abbiamo deciso di unirci all’Europa (Kievan Rus era già uno stato europeo nel IX secolo), i Russi hanno iniziato a chiamarci nemici.”
Oleksandr Skibalo, Kiev, 26 febbraio 2022

Paolo Namias
Direttore editoriale delle pubblicazioni di Rodolfo Namias Editore
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