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Fotografia.it

Un po’ Flickr e un po’ Dropbox: ecco il nuovo Google Foto

Francesco Carlini | 29 Maggio 2015

Ieri al Google I/O 2015, la conferenza per gli sviluppatori che si tiene annualmente a San Francisco, sono state presentate tutte le novità che dovremmo vedere entro fine anno. Alcune però sono già disponibili, come Google Foto, il nuovo servizio di archiviazione e gestione delle immagini in cloud e multipiattaforma accessibile da PC e Mac via browser e da mobile Android e iOS e, soprattutto, con uno spazio virtualmente illimitato e totalmente slegato da Google+.

Foto non è un social, è solo un luogo virtuale dove stoccare una serie di immagini e video in modo da renderle accessibili a tutti i dispositivi collegati. Due sono le possibilità: uno spazio di archiviazione illimitato denominato “Alta qualità”, per foto fino a 16Mpxl (nel caso fossero di dimensioni superiori sarà Google ad eseguire il rescaling) e video Full HD 1080p; uno spazio di archiviazione limitato a 15 GB denominato “Originale” per le alte risoluzioni dove, una volta esaurito lo spazio, si potrà sottoscrivere un abbonamento annuale pagando 100 dollari per un totale di 100 GB.

Il funzionamento è semplice: da app o da desktop basterà accedere al proprio account Google e scegliere quali cartelle immagini sincronizzare nel cloud per potrele avere sempre a disposizione. Una volta eseguito il backup il sistema comincerà ad analizzare i file e a ‘proporre’ azioni, come ad esempio eliminare le immagini doppie, montare panorami dopo aver riconosciuto le scene, editare alcune immagini di propria sponte aggiungendo filtri. Insomma, Foto è molto interattivo da questo punto di vista e queste iniziative personali le propone dandone notifica, sarà poi l’utente a stabilire se salvarle oppure cestinarle. Non solo, qualora riconosca immagini scattate nello stesso luogo con il medesimo soggetto protagonista, monterà automaticamente una gif o un’animazione. Tutto questo è possibile attraverso la modalità “Assistente” che mostra i suggerimenti sotto forma di schede e ne da notifica sia su device che su desktop: le composizioni così eseguite non sono tecnicamente perfette, ma già il fatto che siano automatiche è notevole, poi con il programma di editing si potranno migliorare successivamente.

Panorama ottenuto montando assieme più immagini dello stesso luogo automaticamente

Panorama ottenuto montando assieme più immagini dello stesso luogo automaticamente

L’algoritmo con il quale svolge queste funzioni serve anche per raggruppare immagini per la ricerca e dividendole in “Luoghi” utilizzando la geolocalizzazione dei metadati, oppure “Cose” dove riconosce automaticamente scene e oggetti. Inoltre proporrà una galleria di tipologie, come “Creazioni”, “Video”, “Dropbox” o “Contenuti recenti” dove poter ritrovare i collage e le gif animate. In realtà esiste anche la modalità di riconoscimento facciale, da noi in Italia non è ancora disponibile ma di sicuro arriverà presto.
Ogni fotografia o video può chiaramente essere sottoposta ad editing. Una volta selezionata l’immagine sarà infatti possibile applicare filtri, in tutto 14 e regolabili singolarmente in intensità, andare a calibrare esposizione, colore e vignettatura, tagliarla, regolarla e ruotarla. Opzioni di base che sono in quasi tutti i tool di edenting insomma, non molto spinte ma Google Foto non è nato per questo. Oltre all’editing sarà possibile condividere le foto in maniera molto veloce su social come Google+, Facebook e Twitter oppure creando un link: le persone che lo riceveranno potranno accedere a tutto quello che vi è collegato. Non male come idea, soprattutto in ambito lavorativo.

Veniamo ora all’aspetto negativo: probabilmente Google Foto è ancora un po’ “Beta”, nel senso che le impostazioni richiamate dall’utente non sempre vengono rispettate. Per questa prova infatti, nonostante abbia selezionato la condivisione solo per alcune cartelle presenti sul mio smartphone, la sincronizzazione è avvenuta per tutte le immagini. Male ma non malissimo, di sicuro questo è un aspetto da rivedere. Come da rivedere forse anche la modalità che elimina le immagini doppie, ancora non funzionante in maniera ottimale. Infine, se la mole di file da condividere è considerevole, Google Foto stenta un po’ e la sincronizzazione si interrompe. Tutto queste piccole carenze molto probabilmente verranno messe a posto col tempo, quindi non c’è da preoccuparsi.

In conlcusione Foto è sicuramente molto comodo per chi utilizza lo smartphone compulsivamente: il programma, come detto, scova i doppioni, li elimina, crea collage e gif, organizza per luogo e per tempo. Il backup in questo caso permette poi di salvare le immagini su desktop già suddivise e poi eliminarle da ogni dospositivo mobile e da cloud. Meno interessante sarà per chi lo volesse utilizzare per lavoro per questione di archiviazione limitata a 15 GB, ma di sicuro è più economico e regala più spazio di Apple Foto (5 GB). Inutile dire che così facendo Google avrà sempre più informazioni su di noi, su dove andiamo e su cosa facciamo..ma se siamo già presenti sui social network, ormai la privacy è già compromessa.

Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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