X
Entra
Accedi
Ho dimenticato la password
X
Se il tuo indirizzo è presente nel nostro database riceverai una mail con le istruzioni per recuperare la tua password

Chiudi
Reset password
Inserisci il tuo indirizzo email nella casella sottostante e ti invieremo la procedura per resettare la password
Invia
X
Grazie per esserti registrato!

Accedi ora
Registrati
Registrati
Ho dimenticato la password
Fotografia.it

L’esperto risponde – La conservazione delle immagini: meglio l’analogico o il digitale?

Riflessioni sulla soluzione migliore per preservare nel tempo le proprie foto più importanti.

Redazione fotografia.it | 7 Aprile 2024
esperto-risponde-analogico

Seguendo con interesse i video postati su YouTube da “Il fotografo venuto dal passato”, ne ho visionato uno che mi ha indotto a riflettere; in tale video si parla sia della fotografia analogica che di quella digitale, con i vari pro e contro di entrambe. In una riflessione sulla longevità di tali sistemi, l’autore dei video mette in evidenza una palese pecca del digitale; volgendo lo sguardo al passato e rammentando sistemi come il minidisc e il laser disc in voga dalla fine degli anni Settanta al 2000 circa, ci si rende conto come la scomparsa di tali sistemi ne abbia reso impossibile l’utilizzo per la difficoltà o l’impossibilità di trovare nel tempo i supporti, i lettori e i pezzi di ricambio. Rammento di aver letto di un museo italiano che, dopo aver catalogato tutti i propri reperti registrandoli sugli specifici supporti tramite laserdisc, ha scoperto che tutto l’oneroso lavoro era stato vanificato a causa della rottura del lettore, impossibile da riparare per la mancanza delle parti di ricambio.
Tornando alla fotografia digitale, al giorno d’oggi ci si premura di traslarle periodicamente da un supporto digitale a un altro più avanzato (ad esempio da una unità a disco rigido HDD a una unità a stato solido SSD). Ebbene, se in un lontano futuro, per una qualsiasi ragione, noi non potessimo più effettuare tale trasferimento, tutte le nostre foto e i video rimarrebbero su supporti digitali destinati a diventare sempre più obsoleti e noi ci ritroveremmo nella stessa situazione del museo! In pratica, tutti i nostri dati digitali andrebbero irrimediabilmente perduti.
Tutto questo non accade con la fotografia analogica, che ci permette di avere sempre e a portata di mano foto e negativi che, se trattati bene, hanno una vita lunghissima.
Infine, a parte le pellicole il cui supporto in poliestere dà un’innegabile garanzia di lunga durata, ricerche e test effettuati da vari laboratori nel mondo sulla durata della carta hanno rivelato che, fra tutti i vari supporti del passato e del presente, quello più affidabile è proprio la carta.
– Bartolo

Tutti i confronti “analogico contro digitale” riflettono in modo evidente una tesi precostituita che fa dare molta più enfasi ai motivi favorevoli a quella delle due tecnologie che si preferisce, quale che sia.

Tutti i sistemi che utilizzano apparecchiature per fruire dei contenuti hanno l’evidente handicap di cui parla. Pensi ai dischi in vinile: non è che guardandoli o appoggiandoli all’orecchio si possa sentire la musica. Quindi, se ci basassimo su questo, quale sarebbe la musica liberamente fruibile per sempre senza intermediazioni tecnologiche?
Lo spartito? Anche quello occorre saperlo leggere ed eseguire, con degli strumenti tecnici.

Nemmeno la diapositiva o il negativo sono così fruibili direttamente.
L’unica è la fotografia stampata, da analogico o da digitale. È certamente vero che una stampa si potrà vedere anche fra cent’anni (a meno che sia a colori e sia stata esposta alla luce, nel qual caso potrebbe deteriorarsi prima), ma il suo supporto è comunque abbastanza delicato e teme l’acqua e il fuoco.
Meglio una scultura, no? Di quelle ce ne sono arrivate un certo numero anche dall’antichità. Di considerazioni se ne possono fare tante e non esiste una soluzione certa a tutti i problemi possibili.

In termini di conservazione, i vantaggi concreti della fotografia digitale risiedono nella combinazione tra la sua duplicabilità e la sua trasportabilità da un supporto all’altro, senza perdita di qualità. I file Jpeg e Tiff degli anni Ottanta sono ancora perfettamente leggibili oggi, e tutti i formati Raw esistenti sono convertibili in Jpeg o Tiff dall’ultimo Photoshop, tra l’altro con tutte le funzionalità moderne.

Credo che la soluzione migliore sia stampare le proprie foto più importanti (che siano di origine analogica o digitale) e non dimenticare i file su supporti non più leggibili.


Hai domande particolari che vorresti rivolgerci? Siamo a tua disposizione! Scrivici una mail a: tuttifotografi@fotografia.it!


Redazione fotografia.it
  • Cerca

  •