Lumix S9 è l’ultima nata di casa Panasonic, una Mirrorless Full Frame abbastanza criticata senza alcuna valida ragione..o perlomeno non per quelle evidenziate fino ad ora.
Panasonic ha presentato qualche giorno fa Lumix S9, una Mirrorless Full Frame che fin da subito si è rivelata molto divisiva per quello che offre e per come lo offre. Ciò che resta è che siamo di fronte ad un modello ad altissime prestazioni, una Lumix S5 II strizzata all’interno di un corpo estremamente portatile che, per sua natura, comporta delle rinunce e delle limitazioni a livello operativo. Ma queste non sono certo dissimili da tanti altri modelli a cui fa da eco. Quindi perché puntare il dito proprio su di lei?
La domanda, che potrebbe essere tendenziosa, in realtà è molto appropriata. Di prodotti simili ce ne sono, ma non quelli a cui l’ho vista associata fino ad ora. Si è parlato di Sony A7C per parità di dimensioni del sensore e anche di Fujifilm X100 VI per dimensioni del corpo..ma queste hanno il mirino integrato. In realtà quella a cui più si avvicina è Sony ZV-E1, soprattutto per il target di riferimento anche se, ad essere onesti, qui è meno “canonico” ovvero meno professionale. In realtà quello di Panasonic è un progetto ambizioso: soddisfare i bisogni di chi, nonostante non abbia una grande esperienza con l’attrezzatura fotografica professionale, vuole un risultato eccellente. Un target abituato a fare editing di foto e video a display, esigente per quanto riguarda il suo prodotto finale e che non vuole perdere tempo. Insomma, tutti coloro che fino ad ora hanno utilizzato uno smartphone per lavorare.
Molte aziende hanno perseguito questa strada in svariati modi, soprattutto proponendo al pubblico fotocamere entry level con specifiche basilari dalle quali partire per poi fare il passo più consapevole un domani; ma Panasonic cerca di cambiare le regole offrendo un prodotto tanto semplice quanto professionale, una macchina che non dovrà essere cambiata per fare il salto di qualità.
Partiamo dal punto di vista del fotografo, quello a me più caro. La prima cosa da notare è che manca il mirino..e non avete idea di quanto spesso io lo abbia cercato andando istintivamente ad avvicinare l’occhio per poi rendermi conto, ogni singola volta, che non c’è; un EVF sarebbe stato utile sia per poterla utilizzare come punta e scatta sia come aiuto nelle giornate estremamente soleggiate. E non arriverà probabilmente neanche in un secondo momento data la mancanza di una slitta a contatto caldo sulla calotta. La seconda è che per mantenere un design molto compatto si è rinunciato all’impugnatura; la presa sul corpo non è molto sicura tant’è che sia SmallRig che Sirui commercializzano una piccola staffa per sopperire a questa mancanza. Rimanendo in tema, i tasti posteriori e la ghiera di controllo sono molto a filo con il corpo e, data la compattezza di questo modello, purtroppo si vanno ad azionare accidentalmente spostando le dita. La terza è che l’otturatore è solo elettronico per cui, qualora si vogliano provare dei panning o delle foto in velocità, il rischio del rolling shutter o delle “linee non perfettamente dritte” è sempre dietro l’angolo. Infine manca un joystick, lo spostamento dell’area di messa a fuoco si può fare solo tramite touch: una soluzione questa che si poteva anche gestire meglio a mio parere.
Sono questi tutti difetti? Dipende da come la si guarda. Se prendiamo a campione il pubblico di riferimento dichiarato da Panasonic, potrebbe invece essere la macchina giusta. Chi utilizza lo smartphone non ha bisogno di un mirino, non ha bisogno di un grip aggiuntivo, non ha bisogno di un otturatore meccanico ed utilizza il touch and drag a display per la messa a fuoco. E su questi aspetti, purtroppo, non possiamo metterci tanto a disquisire. Chi si sente limitato da un simile prodotto semplicemente non rientra nel target di vendita. Ma capisco questa posizione e cerco di spiegarvela, facendo quello che parla per tutti anche se non ne ho il diritto probabilmente.
La schiera dei “lamentosi”, nella quale un po’ mi ci indentifico, è figlia di aspettative differenti. Io ad esempio mi aspettavo che Panasonic presentasse un modello sulla falsa riga di quello che era la serie Lumix LX100, solo con un sensore Full Frame: aveva il mirino, era compatta, aveva un’ottica fissa. Una simile macchina, di cui il mercato credo abbia tantissimo bisogno, sarebbe entrata in un segmento ricchissimo di domanda e avrebbe fatto concorrenza diretta a quella Fujifilm X100 VI presentata poco tempo fa di cui ho parlato prima e sopperito alla mancanza di quella Sony RX1R di cui mi sento orfano. Una vera e propria occasione persa, un treno sul quale spero che Panasonic decida di salire molto in fretta perché ne guadagnerebbero tutti. Ma Lumix S9 non è questo, è altro. Per cui direi che le polemiche potrebbero cessare qui.
Lato videomaker e creator alle prime armi un limite c’è ed è il menù. È troppo complicato per chi sta cominciando ed è abituato alle interfacce pulite degli smartphone, sarebbe stato da snellire e semplificare per renderlo intuitivo. Chi passa da un telefono ad una fotocamera non credo abbia né la voglia né l’intenzione di aprire e leggere un manuale. Inoltre l’app Lumix Lab ha una grande mancanza: non si può utilizzare come comando remoto per la fotocamera. Chi si riprende in prima persona ed è un “one man band” ha bisogno di far partire la registrazione dallo smartphone..com’è stato possibile non pensarci? Magari arriverà come aggiornamento firmware un domani, almeno spero.
Vogliamo però parlare del lato creativo? Ecco, qui possiamo aprire un bel capitolo. Lumix Lab, al netto del difetto sopra menzionato, ha un grande senso. Inizialmente l’ho vista come un limite. Chi passa all’editing del proprio prodotto foto/video è già smaliziato e sa quello che vuole..e lo vuole da un’app come Lightroom per varie ragioni tra cui la precisione e la varietà delle modifiche, oltre che dalla garanzia che il file non perda di qualità in esportazione. Per cui mi sono chiesto: “Perché mai dovrei affidarmi a dei comuni slider?”..ma fortunatamente ci ho dormito sopra. E no, a quegli slider non voglio pensarci perché il vero potenziale è tutto nelle Lut, che altro non sono che preset che si possono creare e scaricare dall’app. Ce ne sono davvero tantissimi, alcuni di Panasonic altri di Lumix Ambassador; nonostante fosse ancora una beta è ricchissima di Lut differenti e credo che in futuro ce ne saranno molti altri. La cosa migliore è però che si possono caricare i propri profili personali prima sull’app e successivamente anche trasportarli in camera. Da lì si potranno poi modificare per ogni parametro proprio come avviene su Fujifilm X100 VI, l’esperienza è identica ma se su quel modello se ne possono avere un totale di 27, qui di slot ce ne sono ben 39. E sono richiamabili da un pulsante dedicato sopra il display posteriore.
Lato foto, ma soprattutto video (voglio ribadirlo), è una bella manna dal cielo per chi vuole andare subito in condivisione e bypassare l’editing. Inoltre grazie al sensore Open Gate tutti i formati di ritaglio sono disponibili. L’app mantiene la connessione sempre attiva con il corpo macchina per cui subito dopo aver scattato ci si ritrova il file nella galleria dello smartphone, pronto per essere dato in pasto ai social. Unico limite per i videomaker, ma è un prezzo da pagare per delle dimensioni così compatte, è la durata massima della registrazione: 20 minuti in Full HD, 15 minuti in 4K e 10 minuti in 6K, tempi dovuti alla mancanza del sistema di dissipazione del calore appannaggio di Lumix S5 II.
In conclusione credo che Lumix S9 sia una mirrorless da capire e guardare con occhi differenti. Non è un modello per fotografi, è una macchina per content creator. Sarà però una macchina che avrà più senso solo se Panasonic deciderà di sviluppare una serie di ottiche compatte, magari fisse, con cui valorizzare un simile design. Vero, è stato contestualmente presentato anche un obittivo “tappo” 26mm F8 a fuoco manuale..ma per le sue caratteristiche strizza l’occhio più a chi vuole fare street in iperfocale che ad un content creator. In ogni caso, credo che ci saranno novità in futuro.