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vivo X60 Pro

vivo X60 Pro: in prova lo smartphone che vuole la Luna

Prova sul campo del primo flagship fotografico distribuito in Italia da vivo: X60 Pro 5G.

Francesco Carlini | 24 Gennaio 2022

Proprio come altre aziende cinesi, vivo è sbarcata in Italia solo nel 2020 portando un top di gamma che però si è “un po’ perso” nel nostro mercato. Ci prova ora con vivo X60 Pro 5G, forte anche della recente collaborazione con Zeiss.

Cosa succede quando un nuovo brand cerca di sfondare sul mercato? Di solito punta su specifiche tecniche di alto profilo e su un design vincente. Ma al giorno d’oggi, e torno a ripetermi, nulla richiama l’attenzione come un buon comparto fotocamera. Anche perché i device sono sempre più potenti e le loro forme sempre più omologate; inutile girarci attorno, le immagini sono sempre l’ago della bilancia nella scelta di uno smartphone. Non sempre però alle buone intenzioni seguono grandi risultati. Non tutti riescono a creare un buon file immagine che non risulti decente solo sul display del telefono.

E qui entrano in gioco le partnership, quelle importanti. Come quella siglata tra Vivo e Zeiss dove il grande marchio di ottiche tedesco non si è limitato ad apporre un logo su uno smartphone; ha seguito ogni fase di progettazione dello stesso, facendo svariate verifiche nei propri laboratori prima di approvare il prodotto finale. Tra l’altro questa collaborazione si espande anche al vivo Zeiss Imaging Lab, un programma congiunto di ricerca e sviluppo di tecnologie di imaging unicamente per il segmento mobile. vivo X60 Pro è quindi solo il primo modello di quello che sarà un lungo corso.

Nel 2021 però è difficile che un top di gamma non rispetti le aspettative, il problema è sapersi distinguere in un mare magnum di offerte tutte simili per caratteristiche e prezzo. Questo modello lo fa per due aspetti. Due modalità fotografiche che spiccano semplicemente perché altri, ad ora, non le hanno (o perlomeno non così): Ritratto e Super Luna. La prima si avvale di un effetto bokeh applicabile anche in post come variazione di apertura, una soluzione che ora sembra non abbracciare più nessuno ma che un tempo era facile trovare sugli smartphone, possibile grazie allo sviluppo con Zeiss; la seconda permette a tutti quelli che di solito cercano di fotografare la Luna con uno smartphone, ricavandone solo un puntino sfocato nel cielo, di realizzare un buono scatto senza scatenare l’ilarità di chi poi lo vede.

Due pecche: non ha né ricarica wireless né certificazione IP. Per un device posizionato in questa fascia e a questo prezzo, credo sia abbastanza incomprensibile.

vivo X60 Pro: hardware e display

Design classico, tutto molto simmetrico e curato nei dettagli. X60 Pro ha una finitura esterna chiamata Shimmer Blue che riflette uno spettro di colori a seconda di come la luce rimbalza sul vetro ma c’è anche una versione più sobria, Midnight Black, che curiosamente pesa due grammi in meno; in ogni caso le dimensioni sono di 158.58 x 73.24 x 7.69 mm in un peso piuma di 179 grammi. La posizione dei tasti di accensione/spegnimento e regolazione del volume è sempre la stessa, sulla destra; in basso la griglia altoparlante e il connettore USB-C per la ricarica veloce (ma non velocissima) da 33 W. Ma c’è una cosa molto bella, sfacciata e autoreferenziale quanto basta che spicca nel bordo superiore: la scritta “Professional photography”. Si fa piacere molto.

Il display ha dimensioni di 19,8:9″ e 1300 nits di luminosità; è un pannello AMOLED 1080 x 2376 pixel FHD+, con supporto per HDR10+ e frequenza di aggiornamento di 120 Hz. All’interno del device batte un processore Qualcomm Snapdragon 870 Octa core (1x 3.2 GHz/3x 2.4 GHz/4x 1.8 GHz) con 12 GB di memoria RAM e 256 GB di archiviazione; non è di certo l’ultimo chip disponibile, ma sotto molti aspetti non fa assolutamete rimpiangere il più recente 888.

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Funtouch OS

Anche qui come su Oppo Reno 6 Pro il processore va a “partizionare” la ROM per farla diventare una falsa RAM: qualora non bastassero 12 GB (sul serio?) si potranno prendere in prestito altri 4 GB di memoria interna e arrivare ad un totale di 16 GB. Il sistema operativo è basato su Android 11 e si chiama Funtouch 11: è abbastanza simile alla classica stock di Google e apporta principalmente modifiche estetiche all’interfaccia utente. Comoda e rapida.

vivo X60 Pro: fotocamera

X60 Pro ha una conformazione a tripla fotocamera posteriore, con un bump a scalino molto curato e “minimal”. Il sensore principale è un Sony IMX598 da 1/2″ con pixel da 0.8 µm, autofocus PDAF, risoluzione da 48 Mpxl e obiettivo con apertura f/1.5 equivalente ad un 25mm; è coadiuvato da una tecnologia di stabilizzazione Gimbal 2.0 e dal Pixel Shift che va in supporto alle altre fotocamere per avere un migliore dettaglio finale. Identici invece gli altri due sensori da 13 Mpxl, uno dietro la focale zoom 2x con apertura f/2.2 equivalente ad un 50mm e l’altro dietro la focale ultrawide con apertura f/2.5 equivalente ad un 16mm con angolo di campo di 120°.

L’interfaccia fotocamera è la solita, classica, che troviamo su ogni smartphone ormai da anni: modalità Auto, Ritratto, Notturna e Video nello slider principale. Sotto “Altro” invece quella Professionale, Panoramica, Live, Slow motion, Time lapse, 48 Mpx, AR, Super Luna, Star trail e Lunga esposizione. Ma in tutta questa “omologazione” ci sono due novità davvero molto interessanti. Innanzitutto la modalità Ritratto. È quella che può contare sull’effetto Biotar, che regala alle immagini un bokeh a vortice che assomiglia molto a quello dell’originale ottica Zeiss Biotar 58mm f/2: se ne può scegliere l’intensità andando a regolare virtualmente l’apertura da f/0.95 a f/16 e la forma; si può anche variare l’incidenza della luce che cade sul soggetto principale, oltre che a limarne le imperfezioni del viso. Una volta aperta, un cursore aiuterà l’utente a posizionare il soggetto nel giusto punto dell’inquadratura; quando centrato, partirà un conto alla rovescia che attiverà lo scatto.

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Modalità ritratto

La seconda è invece nella modalità Pro ed è puramente grafica. Nonostante le impostazioni manuali cambino effettivamente la scena che si vede a display, non sempre si scatta in manuale per paura di sbagliare; in questo caso però la selezione dei parametri come ISO e tempi si illuminerà di rosso quando l’esposizione è sbagliata. Un valido aiuto all’utente inesperto!

Interfaccia fotocamera: quando si sottoespone o si sovraespone, i parametri diventano rossi e avvertono l’utente dell’errore

Questa soluzione dell’interfaccia è tanto nuova quanto semplice da utilizzare. X60 Pro è il primo smartphone ad offrire visualmente un “alert” per quanto riguarda la sovraesposizione o la sottoesposizione, andando a giustificare quel “Professional photography” inciso sulla scocca. Ben fatto.

vivo X60 Pro: Lab test

Il processore Qualcomm Snapdragon 870 è stato spremuto e si comporta in modo davvero ottimale nella gestione del rumore. Molto bene quindi sul sensore principale Sony IMX598 da 1/2″ e risoluzione da 48 Mpxl con ottica wide, bene anche su quello secondario da 13 Mpxl adibito al ritratto e allo zoom 2x; peggio su quello da 13 Mpxl con ottica ultrawide che soffre di un segnale rumore elevato come era preventivabile. Tratto comune: la costanza del segnale, davvero notevole.

L’immagine scattata con obiettivo grandangolare con apertura f/1.5 equivalente ad un 25mm ha un valore di risoluzione nella media dei 48 Mpxl; i dati sono però decisamente costanti e, come si può notare, dai 400 ai 1600 ISO perde pochissimo: meno di 400 linee per millimetro. Stupisce l’ottima gestione del rumore, mai visibile sul file neanche al massimo valore di 1600 ISO; visivamente il gap tra risoluzione e rumore è molto elevato, segno questo di un’importante qualità dell’immagine e di una buona costruzione.

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vivo X60 Pro – Sensore da 48 Mpxl con ottica f/1.5 Wide – Rumore e risoluzione

La focale zoom 2x con apertura f/2.2 equivalente ad un 50mm segna un più basso valore di risoluzione, dato che non può avvalersi della tecnologia Pixel Binning riservata al sensore principale. Ma le stesse considerazioni tratte poco sopra possiamo ribaltarle anche per questo 13 Mpxl; rinunciando a circa 1000 linee per millimetro la risoluzione è quasi più costante e il rumore non è mai visibile neanche al valore massimo di 1600 ISO.

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vivo X60 Pro – Sensore da 13 Mpxl con ottica f/2.2 Tele – Rumore e risoluzione

Più penalizzato invece il sensore dietro alla focale ultrawide con apertura f/2.5 equivalente ad un 16mm. Anche qui il segnale della risoluzione è nella media per i 13 Mpxl; ma è la costanza dei valori a stupire, soprattutto nella gestione del rumore, certamente visibile ad ogni ISO ma mai troppo disturbante.

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vivo X60 Pro – Sensore da 13 Mpxl con ottica f/2.5 Ultrawide – Rumore e risoluzione

Queste misurazioni sono molto buone. Rispetto ad altri device della concorrenza che montano un Qualcomm Snapdragon 870 e hanno le stesse ambizioni fotografiche e lo stesso prezzo di listino, su X60 Pro la gestione di risoluzione e rumore è molto più costante e senza “picchi” verso l’alto o verso il basso: in sostanza, è decisamente migliore.

vivo X60 Pro: sul campo

L’aspetto che mi ha colpito maggiormente in questa prova di vivo X60 Pro è la riproduzione del colore. Solitamente le immagini su smartphone sono meravigliose se guardate a display, una magia che scompare una volta esportate; questo device fa eccezione fortunatamente, una caratteristica che condivide con pochi altri modelli ora sul mercato per cui è giusto sottolinearlo. A dire il vero ci sono situazioni di scatto che effettivamente gestisce in maniera quasi unica, soprattutto durante la blue hour: un po’ per i toni del blu, un po’ perché in determinate condizioni restituisce dei colori molto pastello.

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Dati di scatto: 1/100s – f/1.5 – ISO 1000

Non credo che la AI entri a gamba tesa sul file, semmai il contrario. I colori mi sembrano ben bilanciati e non ci sono tonalità estremamente sature, né nei rossi né nei blu. All’imbrunire tende a temperature leggermente fredde, bilanciate dalle luci relativamente calde, ma a livello personale apprezzo molto questo tipo di effetto cromatico.

Discorso diverso per la modalità Ritratto. Lo scontorno del viso mi sembra molto preciso, soprattutto rispetto ad altri smartphone concorreti; bisogna però ricordarsi di disattivare le varie funzioni di miglioramento del viso, che lo rendono molto, troppo, “levigato” e piatto. L’effetto Biotar è interessante, sicuramente diverso dal solito. Il vortice dello sfocato è molto simile all’originale Zeiss Biotar e il livello di apertura può essere modificato in post da f/0.95 a f/16, qualsiasi sia il valore di partenza. Detto questo l’effetto “normale” è precisissimo e il bokeh è perfettamente circolare. Ovviamente non è un’apertura reale, lo sfocato è regolato digitalmente dalla AI difatti in modalità Pro non troverete questa possibilità ma nonostante tutto è gestito bene e regala una buona tridimensionalità al soggetto principale.

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Dati di scatto: 1/100s – f/2 – ISO 200

Molto divertente la funzione Super Luna, un trucco semplice che però fa un grande effetto. Con questa modalità lo smartphone scatterà due immagini contemporaneamente e le fonderà assieme nel file finale. Una volta aperta, a livello di interfaccia compare un cerchio nell’inquadratura nel quale bisogna centrare il corpo celeste: se questo viene rilevato il bordo del cerchio si colora di giallo, altrimenti rimane bianco. X60 Pro scatterà due immagini, la prima con ottica wide e la seconda con zoom sulla Luna. Il risultato sarà una scena notturna con un ingrandimento sulla Luna, una pratica che solitamente si fa con Photoshop ma che qui avviene in automatico! Un’ottima soluzione per gli amanti del genere che solitamente postano sui social media foto con “puntini” minuscoli all’orizzonte proprio perché non hanno una macchina fotografica dotata di obiettivo zoom.

Non ha neppure grandi limiti di luce. Si potrebbe pensare che in queste giornate, nelle quali la Luna è visibile già a partire dalle 16:45, il software stenti un po’..almeno così credevo io, che il funzionamento fosse condizionato da una scena nottura. E invece no, anche quando il Sole non è ancora del tutto tramontato, l’ingrandimento della Luna funziona e la scena è esposta ottimamente.

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Dati di scatto: 1/13s – f/1.5 – ISO 3000

Rimanendo in tema luce, identico discorso e altra nota di stupore per la modalità Light Trail. Anche qui: solitamente questo tipo di lunga esposizione non funziona di giorno, i software mal bilanciano le scie con la luminosità della scena per questo è una di quelle funzioni che è preferibile usare di notte. X60 Pro riesce invece a non bruciare le alte luci, anche in casi limite. Questo scatto è stato fatto alle 17:00, quando la luce è ancora visibile e il tramonto non è neppure accennato. Non sarà certo perfetta ma mette bene in mostra le potenzialità del processore quando spremuto al massimo e bene.

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Dati di scatto: 1/6s – f/1.5 – ISO 200

Qui si apprezza anche il sistema di stabilizzazione Gimbal 2.0 sviluppato da vivo: sia negli scatti alla Luna che in Light Trail non ho mai usato un treppiede, cosa che tra l’altro l’azienda consiglia se si vogliono usare le lunghe esposizioni! Promosso quindi a pieni voti.

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Dati di scatto: 1/20s – f/1.5 – ISO 3400

Di notte “bene ma non benissimo”. Mi spiego. “Bene” perché il livello di dettaglio è notevole e i colori sono ottimamente gestiti: anche in condizioni di luce mista, ad esempio allo stadio, non si rimarrà scontenti andando ad ingrandire molto un punto qualsiasi dell’immagine. “Non benissimo” invece il flare che ogni tanto si inserisce in fase di scatto: sulle fonti di luce molto piccole non crea alcun tipo di problema anzi ha un effetto caratteristico, ma su quelle più grandi può essere disturbante. Ma è sicuramente una puntigliosità: in generale i colori sono fedeli e piacevoli, il contrasto non è eccessivo e i neri si possono aprire tantissimo.

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Dati di scatto: 1/33s – f/2.2 – ISO 1200

vivo X60 Pro: conclusioni

The new normal. Nonostante non abbia l’ultimo processore Snapdragon, la sua architettura interna dimostra come si possa spremere al massimo un chip dell’anno scorso e farlo viaggiare veloce come se fosse appena presentato; mai un lag, mai un tentennamento..come invece rilevato su altri modelli dello stesso target. Il design è molto classico ed è ben costruito, segno che è un device fatto per “rimanere”. Non avrà l’effetto wow, ma questo in fin dei conti può essere un bene. La collaborazione con Zeiss è la ciliegina sulla torta, lo sviluppo della fotocamera è stato fatto ottimamente. Due cose su tutti a riguardo: un’ottima stabilizzazione e il grande ritorno dell’apertura variabile in post, una funzione che è quasi scomparsa ma che, se ben gestita, è quel quid in più in modalità ritratto. Plus notevole e degno di attenzione l’aiuto per la gestione dell’esposizione.

Come detto inizialmente ci sono due pecche per un simile posizionamento, ovvero la mancanza della ricarica wireless e quella di una certificazione IP, imprescindibili al giorno d’oggi. C’è però da fare una considerazione sul punto prezzo: vivo X60 Pro è uscito ad € 799 al momento del lancio ma ora si può trovare online anche a meno.


Ecco alcune immagini scattate con vivo X60 Pro

Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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