X
Entra
Accedi
Ho dimenticato la password
X
Se il tuo indirizzo è presente nel nostro database riceverai una mail con le istruzioni per recuperare la tua password

Chiudi
Reset password
Inserisci il tuo indirizzo email nella casella sottostante e ti invieremo la procedura per resettare la password
Invia
X
Grazie per esserti registrato!

Accedi ora
Registrati
Registrati
Ho dimenticato la password
Fotografia.it
fotopuntoit_sony_sel2450g_1

Sony FE 24-50mm F2.8 G

Sony FE 24-50mm F2.8 G: strangest thing

Parafrasando una nota serie tv, il nuovo obiettivo Sony è davvero qualcosa di strano: a fronte di una luminosità più da G Master che da G, all’appello mancano circa 20mm che potrebbero fare la differenza.

Francesco Carlini | 1 Marzo 2024

Pochi giorni fa Sony ha presentato quello che vuole essere uno nuovo concetto di standard zoom luminoso, la risposta a chi vorrebbe un obiettivo veloce e compatto senza per forza doversi affidare unicamente alla linea GM o a produttori terzi: FE 24-50mm F2.8 G. Un modello che rispetta dettami costruttivi eccellenti e che può risultare necessario a tutti i possessori di corpi macchina leggeri come A7C, A7C II, A7C R o ZV-E1.

Tutto ruota attorno alle visioni: a volte possono essere un punto di svolta, altre un vicolo cieco. Ma per innovare bisogna anche avere un po’ di sana follia e Sony, ultimamente, ci sta abituando anche a questo basti pensare a quel piccolo capolavoro di FE 20-70mm F4 G, tanto semplice quanto geniale e che segna davvero un cambio di passo epocale per gli standard zoom tuttofare. Il nuovo FE 24-50mm F2.8 G è così, un po’ folle come progetto per essere un’ottica Full Frame ma che vuole rispondere a varie esigenze di mercato che ora cercherò di spiegare. In più ha un design esteriore abbastanza innovativo che risulterà vincente se in un futuro prossimo verrà accompagnato da altri obiettivi dello stesso tipo: compatti, leggeri, luminosi e più economici di quelli della linea professionale G Master.

FE 24-50mm F2.8 G: design e costruzione

Questo obiettivo è internamente composto da 16 elementi suddivisi in 13 gruppi, con quattro lenti asferiche, due lenti ED ed un diaframma arrotondato ad 11 lamelle. È a sistema Internal Focus ovvero a muoversi in fase di messa a fuoco sarà solo il gruppo centrale di lenti permettendogli di essere più veloce e preciso anche grazie ad un doppio motore lineare. Nonostante non sia XD Linear, può supportare i 120 fps di Sony A9 III, il video 4K/120p ed è compatibile con la compensazione del focus breathe interna ai corpi macchina più recenti.

Il barilotto in policarbonato è a prova di polvere ed umidità ma, essendo retrattile, bisognerà prestare in ogni caso un po’ di attenzione agli agenti esterni. Ai lati tre pulsanti: sulla sinistra il classico selettore AF/MF e subito sopra il tasto circolare personalizzabile mentre sulla destra unicamente lo switch Click/De-Click. Due le ghiere, quella per la messa a fuoco manuale e quella per la gestione dell’apertura che presenta anche la classica posizione A.

Dimensioni e peso abbastanza da record: con i suoi 74.8mm diametro e 92.3mm di lunghezza (ai quali bisogna aggiungerne circa 22mm quando posizionato alla focale minima di 24mm) in soli 440g, diventa lo zoom standard più compatto a listino Sony.

FE 24-50mm F2.8 G: posizionamento e considerazioni

Ci sono altre focali simili? Una identica c’è ma non per Full Frame, ovvero RF 24-50mm F4.5-6.3 IS STM per APS-C quindi lo escluderei dal conteggio anche visto l’innesto. In realtà l’unica alternativa papabile forse è il Tamron 20-40mm F2.8 Di III VXD, più piccolo e leggero ma con un’escursione focale minore. Non volendo andare sugli F4, per pareggiare una simile luminosità bisogna obbligatoriamente andare sui G Master.




Sony FE 24-50mm F2.8 G
Tamron 20-40mm F2.8 Di III VXD
Sony FE 24-70mm F2.8 GM IISony FE 20-70mm F4 G
Costruzione16 elementi in 13 gruppi12 elementi in 11 gruppi20 elementi in 15 gruppi16 elementi in 13 gruppi
Lenti interne4 lenti Asferiche, 2 lenti ED 4 lenti LD, 2 lenti GM, 1 lente Asferica ibrida 2 lenti XA, 2 lenti ED, 2 lenti Super ED 3 lenti AA, 1 lente Asferica, 3 lenti ED, 2 lenti Asferiche ED
Distanza minima19cm17cm21cm25cm
Dimensioni92.3mm x 74.8mm86.5mm x 74.4mm120mm x 88mm99mm x 78.7mm
Peso440 grammi365 grammi695 grammi488 grammi

Le motivazioni che hanno spinto Sony a “cambiare le focali in tavola” sono fondamentalmente due. La prima, comunicata proprio dall’azienda, è la domanda di mercato circa un’alternativa luminosa ed economica ad un obiettivo professionale come FE 24-70mm GM II. Non è solo una questione di quei € 1300 in più a listino che soggiaciono ad una costruzione interna molto più complessa e di qualità, è anche una questione di comodità: il nuovo FE 24-50mm è sì un investimento meno dispendioso ma soprattutto è più compatto, leggero e versatile. Queste qualità lo rendono anche ideale a corpi macchina che risulterebbero sbilanciati con un G Master, come ad esempio la linea A7C e la linea ZV che ad ora non hanno ancora un corredo completo di ottiche che possa massimizzare appieno le loro dimensioni.

fotopuntoit_sony_sel2450g_2
Sony FE 24-50mm F2.8 G

La seconda è invece frutto di un mio ragionamento che spero possa essere condivisibile: mettere un freno alla popolarità delle ottiche di terze parti. Questa è un’operazione che già è in essere con i modelli professionali, basti guardare la prova che realizzai a suo tempo mettendo a paragone Sigma 28-70mm F2.8 DG DN Contemporary, Sony 24-70mm F2.8 GM e Zeiss 24-70mm F4. Obiettivi più economici esistono e vanno bene per iniziare ma guardando al futuro se si sviluppa una professionalità quelli ad innesto proprietario sono gli unici a garantire superiori qualità e prestazioni. Quindi perché non investire qualcosa in più per avere il massimo fin da subito?

FE 24-50mm F2.8 G: sul campo

Veniamo alle sue qualità, perché sono tante. Cominciamo subito con il dire che l’accoppiata con A7C R, il corpo con cui l’ho provato, è vincente sotto ogni aspetto: premia le dimensioni compatte della macchina e tiene senza sforzo alcuno la risoluzione di un sensore così denso di punti. Di sicuro una prova di forza che andava fatta: se regge lo sforzo di una A7C R, sarà sicuramente un ottimo compagno anche per modelli con un sensore meno risoluto come Sony A7C II o Sony ZV-E1.

La luminosità F2.8 è innegabile sia utile all’imbrunire, quando le condizioni di luce cominciano a farsi difficili, oppure per la fotografia in interni permettendo di utilizzare tempi di scatto “umani” e non limite anche se si può sempre sfruttare la stabilizzazione IBIS del corpo macchina. Lo sfocato è ottimo e la risoluzione è ben gestita ma anche in questo caso, dato che si parla di un’ottica zoom con una costruzione interna abbastanza semplice, lo stop migliore credo sia quello successivo a quello nativo.

fotopuntoit_sony_sel2450g_prova_3
FE 24-50mm F2.8 G – Dati di scatto: 1/125s – F4 – ISO 250

Per quanto mi riguarda il punto di forza di questo obiettivo, al netto della luminosità ovviamente, è da ricercare nella compattezza. Ma ci sono dei compromessi da dover accettare a causa della sua “escursione”. È un obiettivo corto quando si è lontani e lungo quando si è vicini, proprio come tanti ultrawide in circolazione: la massima escursione focale di 50mm, e le sue minime dimensioni, si hanno infatti a barilotto collassato. Piccola scomodità in questo caso è che, essendo pensato per essere un tuttofare, bisogna abituarsi a pensare al contrario: di solito infatti si parte con un’inquadratura larga per poi stringere sul soggetto, non il contrario. Penso sia per questo motivo che gli ingegneri si sono dati tanto da fare per permettere una distanza di messa a fuoco minima così ridotta di 19cm.

fotopuntoit_sony_sel2450g_prova_4
FE 24-50mm F2.8 G – Dati di scatto: 1/125s – F4 – ISO 3200

Passando oltre questo “problema non problema” c’è un’ulteriore considerazione da fare sull’escursione del barilotto. È stato presentato come obiettivo da poter utilizzare anche su gimball e droni; dimensioni e peso non pongono assolutamente dubbi ma il suo essere collassabile potrebbe creare qualche problema di bilanciamento se si volesse cambiare focale durante le riprese. In questo caso una costruzione con zoom interno sarebbe stata la scelta preferibile.

FE 24-50mm F2.8 G: conclusioni

Ma quindi, ne vale la pena? Qualitativamente parlando siamo di fronte all’ennesima ottica targata G di altissimo livello, prerogativa alla quale Sony ci sta abituando ormai da anni. È in grado di tenere la massima risoluzione del sensore Exmor da 60 Mpxl senza sbavare ma soprattutto di offrire un valore di luminosità pari ad F2.8 senza essere costretti a doversi rivolgere unnicamente alla linea G Master. Sicuramente è un obiettivo che per dimensioni e peso deve essere visto come prima scelta da fotografi e videomaker che lavorano con corpi macchina come A7C, A7C R e ZV-E1. Per quanto mi riguarda però bisogna guardarlo come un 50mm che offre la possibilità di allargare il campo di visione più che come uno zoom tuttofare, così facendo si potrà “sopportare” la mancanza di quei 20mm alla massima focale.


In questa gallery tutte le immagini scattate con Sony A7C R ed FE 24-50mm F2.8 G


Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
  • Cerca

  •