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The Last Gasp of Kushti © Jayesh Kumar Sharma

Jayesh Kumar Sharma: fotografare le tradizioni è l’unico modo per preservarne la memoria

Jayesh Kumar Sharma fotografa le tradizioni culturali indiane che stanno scomparendo e le sue immagini sono già state acquistate anche da collezionisti italiani. La macchina fotografica? “È solo uno strumento”, dice, “lo scatto comincia prima di impugnarla”.

Enzo Dal Verme | 4 Marzo 2024

Varanasi è una delle città più antiche del mondo, ricca di tradizioni culturali È un luogo sacro che sorge sulle sponde del fiume Gange e i pellegrini giungono da ogni parte dell’India per bagnarsi nelle sue acque (estremamente inquinate) o cremare i corpi dei propri defunti. È proprio qui che ci siamo dati appuntamento con Jayesh Kumar Sharma, 36 anni, fotografo cresciuto in un piccolo villaggio rurale a pochi chilometri di distanza. Il primo incontro veloce tra di noi era avvenuto a Milano, alla fiera MIA dove esponeva. Poi nuovamente a Mumbai, nella galleria Nine Fish dove la sua carriera si è sviluppata e ora a Varanasi per visitare i luoghi dove ha cominciato a fotografare le sue serie.

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Jayesh Kumar Sharma © Enzo Dal Verme

Jayesh ha un entusiasmo contagioso e la macchina fotografica sembra una naturale estensione delle sue braccia: ce l’ha sempre a portata di mano ed è all’erta, pronto a scattare appena intravede qualcosa che ha a che fare con i progetti sui quali sta lavorando. Ma non è sempre stato così.

“Studiavo pittura all’Institute Of Fine Arts di Varanasi e vedevo alcuni miei compagni fotografare. Quando ho provato anch’io, è stato amore a prima vista. Però mi sentivo insicuro e non sapevo cosa fotografare. Il giorno in cui ho comprato una macchina fotografica e sono uscito per usarla, ho percorso 26 chilometri alla ricerca di qualcosa che valesse la pena immortalare senza scattare niente. Ne parlai con un mio insegnante che mi disse «Non c’è bisogno di andare da nessuna parte, basta aprire gli occhi: le storie interessanti sono ovunque intorno a te.» Quel giorno ho imparato a fotografare e non ho mai più smesso.”

Mentre io e Jayesh camminiamo lungo i Ghat (le scalinate che costeggiano il Gange), incrociamo tante situazione e personaggi singolari e interessanti, ottimi soggetti su cui puntare l’obiettivo. Jayesh mi dice che all’inizio camminava qui fotografando qualsiasi cosa lo attirasse, senza un progetto. Poi ebbe l’idea di documentare le arti tradizionali che stanno scomparendo, in particolar modo il Kushti (l’antica lotta nella sabbia) o il Leela (teatro di strada recitato da bambini). “Sono nato qua e ho un legame personale con queste tradizioni che, purtroppo, stanno scomparendo. Fotografarle è il mio contributo per preservarne la memoria.”

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The Last Gasp of Kushti © Jayesh Kumar Sharma

Ci inoltriamo in un vicolo stretto e, dopo qualche curva – e altrettante vacche sacre – raggiungiamo un akhada, cioè una palestra di Kushti. Questo luogo, un tempo molto frequentato, è ora deserto e viene visitato di rado dagli ultimi atleti. Il luogo è piuttosto fatiscente, ma si possono immaginare gli antichi splendori: sotto una tettoia sorretta da colonne dipinte di rosso, c’è lo spazio dove si lotta completamente ricoperto di sabbia mescolata ad erbe medicinali, olio di senape e ghee (burro chiarificato). Il Kushti non è solo uno sport ma una filosofia di vita che richiede una disciplina quasi monastica. Ha una storia di oltre 2500 anni e un tempo – quando era molto praticata – metteva in contatto persone di tutte le fasce della società. Oggi, le giovani leve si lasciano attrarre più dal wrestling americano che da una disciplina così impegnativa e manca il ricambio generazionale.

“Gli akhada”, mi spiega Jayesh, “sono spesso dei luoghi molto bui, dunque scattare non è stato facilissimo. Inoltre, molti degli esercizi svolti dai lottatori hanno luogo al mattino presto, prima che il sole sorga. Ho dovuto sperimentare parecchio per ottenere dei risultati soddisfacenti. Quando avevo incominciato, nel 2012, non immaginavo che poi sarei riuscito a sviluppare un progetto così a lungo, eppure sto ancora continuando. Con le prime foto mi ero aggiudicato il Nikon International Photography Award, ma per proseguire avrei dovuto viaggiare molto e, soprattutto, farmi accettare dai lottatori che all’inizio erano piuttosto diffidenti.”

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The Last Gasp of Kushti © Jayesh Kumar Sharma

L’impegno richiesto dal progetto era grosso e Jayesh decise di dedicare più energie alla sua carriera commerciale. Nel frattempo si era trasferito a Mumbai dove alternava lavori da pittore ad altri da fotografo: eventi, arredamento, turismo…

“Fu interessante fotografare alcune zone dell’Himalaya per una agenzia che organizza viaggi-avventura e anche seguire per oltre due anni un progetto di interior design in Buthan. Approdai alla galleria Nine Fish circa dieci anni fa, Anurag Kanoria (il direttore) stava cercando qualcuno che fotografasse i mobili e gli oggetti del suo negozio di arredi antichi. Rimasi colpito dal fatto che anche lui si interessasse alle tradizioni indiane in via d’estinzione, particolarmente al Kushti. Ricordo lunghe chiacchierate sul nostro ruolo e su cosa potesse fare l’arte per salvare l’arte. Un giorno gli feci vedere le mie foto di Kushti che gli piacquero molto e, nel 2018, cominciò a sostenere economicamente lo sviluppo del mio progetto. Per me, Anurag è anche un mentore e i suoi consigli sono sempre stati molto preziosi.”

Ed ora, cosa c’è in cantiere? “Ora sto sviluppando tre diversi progetti contemporaneamente. Credo che fra tre o quattro anni saranno pronti. Ho capito che è importante dedicare il giusto tempo per sviluppare un tema, almeno per come intendo io la fotografia. Quando cammino lungo i gath, spesso vedo degli influencer che scattano per pubblicare subito sui social delle immagini d’impatto. Io fotografo in un modo completamente diverso, preferisco avere un progetto in mente, fare molte prove, creare una struttura in modo da riuscire a sviluppare una storia. Con molti scatti, posso poi fare una buona selezione ed – eventualmente – scattare di nuovo quello che manca. Questo approccio mi permette anche di migliorare il mio stile facendomi continuamente delle domande su come voglio esprimermi. Oltre a fotografare materialmente, mi documento molto, faccio delle ricerche e voglio conoscere i miei soggetti prima di immortalarli. In altre parole, il momento dello scatto è solo una fase di una preparazione più ampia.”

Saluto Jayesh con la promessa che ci rivedremo presto. Lui mi fa vedere sul suo telefono qualche foto di uno dei progetti a cui sta lavorando. Sono dinamiche, piene di vita e di grande impatto. “Ma non scrivere niente!”, si fa promettere, “Per questa serie dobbiamo aggiornarci fra qualche anno”.

Mantengo la mia promessa, ai lettori curiosi non resta che aspettare.

Enzo Dal Verme
Workshop Ritratto


Enzo Dal Verme
Enzo Dal Verme è un fotografo conosciuto per avere ritratto celebrità come Donatella Versace, Laetitia Casta, Marina Abramovic, Bianca Jagger, Wim Wenders. Le sue immagini sono state pubblicate da Vanity Fair, l'Uomo Vogue, The Times, Marie Claire, GQ e tante altre riviste. I reportage scattati da lui sono spesso legati ad iniziative sociali, come la serie di ritratti di Eroi Urbani realizzati in Asia, Europa, America, Africa e Medio Oriente. Prima di dedicarsi a tempo pieno alla fotografia ha diretto la sua agenzia di comunicazione. Ha poi insegnato comunicazione all’Istituto Marangoni di Milano e Londra, allo IED di Milano, all’Ateneo Impresa di Roma e al Sole 24 Business School di Milano. Dal 2011 insegna i suoi fortunati workshop di ritratto nel corso dei quali gli studenti allenano la propria sensibilità ed esplorano il rapporto tra fotografo e soggetto. Collabora con la società olandese Science Of The Times per le ricerche sulle evoluzioni delle mentalità finalizzate all’innovazione nella comunicazione. Alla sua attività di fotografo commerciale, affianca una programmazione di mostre con i suoi lavori più personali. Enzo ha esposto in diverse gallerie in Italia e all’estero e in alcuni festival tra cui Alrles. Ha pubblicato negli Stati Uniti il libro Storytelling For Photojournalists e in Italia Marketing Per Fotografi. Pubblica regolarmente su Tutti Fotografi degli articoli di approfondimento sulla professione del fotografo. Ama il tofu ?
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