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Fotografia.it

Sony FE 12-24mm f/2.8 GM, il primo zoom ultragrandangolare ad apertura costante

Sony arricchisce il corredo ottico delle sue Full Frame con uno zoom ultragrandangolare dalle
prestazioni impensabili fino a qualche anno fa: alta risoluzione, luminosità e aberrazioni ottiche
estremamente contenute. Sono prestazioni che ne consentono l’impiego negli ambiti più diversi.

Francesco Carlini | 7 Luglio 2020

Dopo il periodo di immobilismo a causa dell’epidemia che ha preso di sorpresa tutti i produttori, gli annunci si moltiplicano. Dopo aver presentato una delle prime compatte per Vlogger, Sony torna a concentrarsi sul segmento professionale e specificamente sulle ottiche presentando FE 12-24mm f/2.8 GM, obiettivo ultragrandangolare ideale per fotografia naturalistica, di paesaggio e creativa.

La strategia di Sony è sempre stata chiara fin dall’inizio: concentrarsi sulla produzione di corpi macchina ad altissime prestazioni, fornire una scelta diversa per ogni tipo di fotografo e, solo dopo aver gettato delle solide basi, concentrarsi sull’offerta di obiettivi. Appianata quindi la strada con la famiglia A7, sono ora le ottiche ad essere nel mirino dell’azienda. D’altra parte è quello di cui hanno bisogno i fotografi: va bene avere un corpo ad altissime prestazioni, ma sono gli obiettivi che vi si montano davanti a dover fare il “lavoro sporco”..e se non riescono a supportare correttamente fotocamere ad alte prestazioni tutto il sistema rischia di perdere di significato. Ed è così che si è arrivati ad un corredo Full Frame che può vantare 37 ottiche, 11 delle quali marchiate G Master – la linea per i fotografi professionisti o molto esigenti – che punta tutto su risoluzione, bokeh, performance AF e maneggevolezza.

Anzi, con il nuovo 12-24mm f/2.8 il corredo vanta ora 38 ottiche e la linea G Master sale a 11 modelli. Di questi, ben 4 sono zoom..tutti ad apertura costante f/2.8: 16-35mm, 24-70mm e 70-200mm a cui si aggiunge, appunto, l’ultragrandangolare 12-24mm che vanta un vero e proprio primato in termini di luminosità. Lo standard fino ad oggi era infatti f/4, sia per le ottiche Sony marchiate G sia per i produttori di terze parti quali ad esempio Sigma, ma uno stop in più di luminosità può fare la differenza in svariate situazioni soprattutto nella fotografia di interni. FE 12-24mm f/2.8 GM arriva poi a qualche anno di distanza da 16-35mm f/2.8 GM e da 12-24mm f/4 G, presentati tra l’altro nella stessa cornice nel 2017.


FE 12-24mm f/2.8 GM: lo schema ottico di nuova progettazione

In linea con la filosofia G Master, la costruzione di questo ultragrandangolare è complessa e ricca di elementi in grado di minimizzare le aberrazioni cromatiche ed impedire che si manifestino flare e ghosting senza ovviamente rinunciare alla qualità, quindi alla massima risoluzione. FE 12-24mm è composto da 17 elementi suddivisi in 14 gruppi, con tre lenti XA (Extreme Aspherical), due lenti Super ED (Extra-low Dispersion), una lente asferica, tre lenti ED (Extra-low Dispersion) e un diaframma circolare a 9 lamelle. Con simili focali e una tale luminosità, uno dei maggiori problemi è costituito dall’aberrazione sferica, fenomeno per cui la quale la luce che passa attraverso i bordi dell’obiettivo va a fuoco su un piano più vicino rispetto a quella che passa attraverso il centro. Proprio per contrastare il fenomeno si utilizzano particolari lenti chiamate asferiche. Le lenti XA sono sicuramente state una delle più grandi sfide per gli ingegneri durante lo studio di questo obiettivo. Come detto sono tre: la prima è l’enorme lente frontale, la seconda è posizionata subito sotto la prima, la terza è invece quella davanti al sensore. Tutte e tre sono studiate per massimizzare la risoluzione e in più hanno una tolleranza di 0.01 micron, ovvero sono in grado di sfruttare al meglio le 9 lamelle del diaframma per regalare uno sfocato molto morbido e senza “effetto cipolla”. Ma è stata quella frontale a creare i maggiori grattacapi, soprattutto per quanto riguarda il suo rivestimento antiriflesso: FE 12-24mm presenta infatti la lente frontale più grande e curva di tutto il parco ottiche Sony e, solo per lei, è stato creato il rivestimento proprietario Nano AR II in grado di coprire in maniera efficace tutta la superficie interna della lente. Il comune rivestimento Nano AR non è infatti studiato per curvature così accentuate e non sarebbe riuscito ad impedire l’infiltrazione di luce indesiderata ai bordi creando spiacevoli riflessi e bagliori interni indesiderati; Nano AR II previene invece queste situazioni anche quando le condizioni di luce si penserebbero proibitive per l’utilizzo di un grandangolare così spinto e luminoso.

Pregevole è anche la ridottissima distanza di messa a fuoco di soli 28 cm che va a massimizzare il risultato del diaframma circolare regalando uno sfocato preciso, per quanto possibile circolare, e un piacevole effetto stella attorno alle fonti di luce diretta. La messa a fuoco è interna e supportata da ben 4 motori lineari XD (eXtreme Dynamic), due per ogni gruppo di lenti adibite alla messa a fuoco, con sistema flottante – in grado quindi di muovere i due gruppi in maniera indipendente. Queste ultime due caratteristiche consentono quindi ad FE 12-24mm di essere un obiettivo utilizzabile non solo in contesti “canonici” quali la fotografia di panorama, architettura e paesaggio, ma anche in situazioni più complicate quali la fotografia Macro e quella “sportiva”: supportando a pieno il sistema AF dei corpi Sony e la raffica fino ai 20 fps, si presta infatti anche per dei close-up creativi quali primi piani su soggetti che praticano sport indoor.

FE 12-24mm f/2.8 GM: una costruzione di qualità

Per essere un ultragrandangolare così luminoso dimensioni e peso sono molto contenuti: 97.6 x 137mm in un peso di 847 grammi. Per fare un rapido confronto, FE 12-24mm f/4 G misura 87 x 117.4 mm e pesa 565 grammi: è sì più compatto e leggero ma ha anche uno stop di luminosità in meno e una lente frontale con un diametro decisamente meno importante; il discorso è valido anche in confronto ad FE 16-35mm f/2.8 GM che misura 88.5 x 121.6 mm e pesa 680 grammi.

Il barilotto è sigillato a prova di intemperie e polvere e la lente frontale ha un ulteriore rivestimento alla fluoro per prevenire il depositi di ditate, macchie d’olio e aloni di acqua. La conformazione è molto semplice: ghiera per l’escursione dello zoom, ghiera per la messa a fuoco manuale, pulsante di switch AF/MF e tasto Focus Hold impostabile a piacimento dal menù del corpo macchina utilizzato. Il paraluce è integrato ma non aiuta molto nelle giornate soleggiate, è più una protezione in più per una lente frontale così bombata. E i filtri? Ovviamente non si avvitano sulla lente frontale né sul barilotto è presente uno sportellino, i filtri andranno ritagliati “su misura” e posizionati nel portafiltri posizionato nell’innesto: all’interno della confezione è fortunatamente presente un modello di taglio in modo da poter lavorare in maniera precisa.

FE 12-24mm f/2.8 GM: sul campo

Solitamente un ultragrandangolare dà il meglio tra f/5.6 ed f/8, evitando il controluce nelle giornate molto luminose..ma ho deciso di non seguire questa semplice regola. Sono uscito con FE 12-24mm f/2.8 GM e una A7R IV in una giornata con una luce molto dura, tra le 11 e le 12 e ho deciso di scattare alla massima apertura. Il motivo di questo tentato suicidio è presto detto: verificare la costruzione e i limiti di questo obiettivo. Sorprendentemente la tenuta del rivestimento Nano AR II si è rivelata eccellente: zero infiltrazioni, zero flare e aberrazioni non pervenute anche con il sole a picco nel cielo. In queste condizioni anche la nitidezza sembra ottima, dal centro ai bordi del fotogramma senza sbavature, cosa abbastanza sorprendente se si parla di immagini scattate ad f/2.8: un po’ di vignettatura c’è ma è minima, mentre i dettagli, anche nelle aree periferiche del fotogramma, sono nitidi e leggibili. Pregevole poi la possibilità di utilizzarlo anche da distanza molto ravvicinata: qui il contrasto diventa un po’ più visibile ma lo sfocato è gestito perfettamente.

Dati di scatto: 1/500s – f/2.8 – ISO 100 su A7R IV

Questo per quanto riguarda il paesaggio ma chiaramente un simile ultragrandangolare si fa apprezzare anche in interni, dove si può anche aver maggior bisogno di una così pronunciata sensibilità magari coadiuvata da una buona gestione ISO. Ed è stato questo il mio caso: ad f/2.8 e un massimo di 5000 ISO il file presenta sicuramente un po’ di grana ma rimane davvero molto dettagliato. E poi inutile dire che in interni si può giocare maggiormente con una simile focale, cercando buone inquadrature e facendovi rientrare facilmente tutto..nella fotografia di paesaggio ciò è più complicato e bisogna avere una grande preparazione in composizione per riempire un campo di visione così ampio con elementi interessanti o tagli prospettici, ricordiamoci sempre che FE 12-24mm ha un campo di 122°! 

Interessante è anche la sua applicazione notturna. Non è certo un’ottica ideale per fotografare le stelle ma sicuramente una luminosità f/2.8 consente di non spremere i valori ISO, giocare con tempi “lunghi ma non troppo” e ottenere un buon effetto puntiforme. Pregevole la nitidezza e il contenimento della luce sulla fonte principale, volutamente molto difficile da gestire.

Dati di scatto: 13s – f/2.8 – ISO 400 su A7R IV

FE 12-24mm f/2.8 GM: conclusioni

Ho avuto a disposizione Sony FE 12-24mm f/2.8 GM per pochi giorni ma ho potuto comunque verificare che è un’ottica capace di coniugare focale ultragrandangolare, luminosità f/2.8 e qualità d’immagine; insomma è uno zoom ideale per il fotografo professionista. Non solo, è estremamente flessibile: si può utilizzare con ottimi risultati sia in condizioni di luce estrema (merito del nuovo rivestimento Nano AR II) sia in condizioni di precaria luminosità (luminosità f/2.8 e focale molto corta), per la fotografia statica di paesaggio e architettura come per la fotografia creativa, notturna e sportiva (merito della piena compatibilità con i moderni sistemi AF che equipaggiano la serie A7). Qualcuno solleverà qualche dubbio sulla sue effettiva necessità, soprattutto quelli che già posseggono un FE 16-35mm f/2.8 GM: a loro ricordo che 4mm in più in molti casi fanno un’estrema differenza, soprattutto in termini di architettura di interni. Vale la pena acquistarlo rispetto ad una pari focale f/4? Dipende dal contesto di utilizzo. Certo è che uno stop di luminosità in più è fondamentale in interni e nella fotografia notturna, inoltre la costruzione di questo modello e gli elementi ottici utilizzati annullano completamente la distorsione anche ai bordi del fotogramma. Il dubbio piuttosto riguarda la luminosità: f/2.8 o f/4? Dipende dal contesto di utilizzo. In interni e nella fotografia notturna uno stop di luminosità in più può essere determinante. Di certo questo zoom offre prestazioni di altissimo livello.

FE 12-24mm f/2.8 GM: prezzo e disponibilità

Il nuovo ultragrandangolare Sony FE 12-24mm f/2.8 GM sarà disponibile ad agosto ad un prezzo di € 3300. Per un rapido confronto: FE 12-24mm f/4 G ha un prezzo di listino di € 2000 mentre FE 16-35mm f/2.8 GM di € 2700.


In questa gallery alcune immagini scattate con Sony FE 12-24mm f/2.8 GM e A7R IV

Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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